L'uomo della prossima estate si veste di colore
- Da Giorgio Armani ai giovani di Palm Angels passando per la capsule collection di Star Wars firmata Etro. Tutto quello che c'è da sapere delle passerelle milanesi.
- Marco Baldassarri punta su materiali sostenibili: «Rispettiamo l'ambiente con trattamenti vegetali, canapa e pelle leggera. Stiamo studiando una collezione per il Green Pea, il superstore dove ci saranno solo marchi eco-friendly e biologici».
- Siviglia reinterpreta i pantaloni con l'Accademia di Brera. Givenchy presenta le giacche tenebrose ispirate a Baudelaire.
- Giorgio Armani vestirà gli azzurri alle Olimpiadi 2020. L'annuncio è arrivato durante la sfilata Emporio Armani grazie alla partecipazione di atleti e paratleti di diverse discipline.
- Pucci lascia la sua impronta a Pitti Immagine Uomo. Guarda il video.
Lo speciale contiene cinque articoli.
Giorgio Armani è tornato nel suo antico quartier generale milanese di via Borgonuovo. Un revival, dopo 18 anni di assenza, per chiudere al meglio i quattro giorni di moda milanese. Generoso Armani, che con questo suo gesto ha aiutato Milano ad avere l'attenzione degli addetti ai lavori fino alla fine. Passerella, per la prima volta, a Palazzo Orsini, sede storica del marchio e location finora inesplorata, tutt'intorno al porticato del cortile interno sotto una cascata di piante verdi. Inconfondibile l'eleganza a partire dall'allestimento fino al perfetto equilibrio tra il formale e lo sportivo della collezione, uomini perfetti in giacca e cravatta. Uno spirito armaniano che si riassume nel gilet che finisce sotto le giacche (lunghe e corte, mono e doppiopetto con un nuovo disegno dei revers) o è indossato al posto di tshirt e camicie sulla pelle nuda. Tutto è più fluido e i pantaloni, spesso gessati anche quando portati casual, sembrano di una taglia in più. Inaspettati gli abbinamenti tra righe e maxi check dilatati nel tessuto. Si spazia dal caffè al grigio al classico blu Armani, a tocchi di bordeaux e rosso acceso ma anche tinte polverose, come consunte.
Un uomo colorato, senza dubbio. La prossima primavera/estate sarà all'insegna delle tinte più o meno accese ma ben definite, della maggiore morbidezza dei volumi, della grande attenzione ai tessuti sostenibili. Soprattutto del mixare con stile capi che apparentemente non hanno nulla a che vedere tra di loro. Lo insegna Kean Etro che accoglie i suoi ospiti, nel garage - sala della sfilata - dietro la maison, con una maglietta dove appare Yoda, il grande maestro, portata con una giacca a motivi pasley nei toni della carta da zucchero. D'altronde, Kean, direttore creativo di Etro, a pochi mesi dal debutto ufficiale del nono episodio della saga, ha voluto celebrare Star Wars con una capsule per collezionisti che sarà disponibile dal primo luglio. Capi icona tra cui felpe, camicie, t-shirt e un bomber con stampe digitali prese da fotogrammi di episodi del famoso film degli anni Settanta e Ottanta. La collezione più ampia prende spunto dai deserti, (non a caso s'intitola Desert Saga) anche quelli di Star Wars. «Si spazia dal deserto della Sierra Madre, della Mauritania, del Gobi fino ai deserti indiani dove tutti i cashmere assumono connotazioni polverose, mani sale dall'effetto usurato, frammenti di tende, di tappeti che diventano patchwork come in certe giacche, frangiature che danno l'idea del vecchio telaio». È un inno all'artigianalità e allo spirito libero del viaggiatore che raccoglie qua e là spunti nuovi per il suo vestire. Compreso un modo di righe di camicie e boxer dallo spirito hippy. Interessanti i materiali alternativi tra cui l'eucalipto. Fibra di aloe da Missoni. Anche qui l'attenzione alla salvaguardia dell'ambiente è ormai un credo. «Serge Gainsbourg è il mio idolo, sono una teen ager degli anni Ottanta», dice Angela Missoni raccontando la sua collezione e da dove è partita. Parla a uomini liberi, intelligenti, con personalità, nulla di scontato. Ci sono il cardigan patchwork il cui disegno è esposto al Metropolitan di New York, il nuovo camouflage colorato da mettere con il blazer Principe di Galles, le camicie a stampe grafiche dell'archivio Missoni. Il lato bohemien ha ispirato capi rilassati (in maglia) e sartoriali che raccontano lo sport-lux contemporaneo. Che da Pal Zileri, disegnato dall'eclettico Rocco Iannone, stilista che ama esplorare nella storia, il sartoriale è interpretato con abiti veri, (gessati, doppio petto, check) volumi importanti, spalle decise, pantaloni a vita alta con pinces. Un ricordo degli anni Ottanta in chiave attuale: il blazer è senza maniche, la camicia è stampata con disegni prese dalle incisioni di Giovanni Battista Piranesi ma anche dagli affreschi di ville nobili. E un grande gioco di colori dal bluette al rosso al bianco fino alle drive shoes rosa. Fulminato sulla via della moda dal libro «Il rosa Tiepolo» di Roberto Calasso, Iannone ha risposto con forza alla sua voglia di «capricci». Da lì ne esce una collezione personale che non dimentica l'azienda italiana per la quale lavora né il tailoring, cifra del brand vicentino.
Dal bagno turco poi night club di Pal Zileri si passa al mezzanino della metropolitana della fermata di porta Venezia (perché anche il luogo ha la sua importanza) dove ha sfilato Palm Angels, uno dei marchi streetwear di riferimento, disegnato da Francesco Ragazzi. Tutto parte nel 2014, quando Ragazzi pubblica il libro «Palm Angels», macro fotografie che catturano le evoluzioni degli skater di Venice e Manhattan Beach e il loro legame tra sport e senso dello stile. Successivamente diventa moda sempre presentata in posti di grande impatto. Il vintage alla base, perché in un vintage store si trovano cose conosciute (memorabilia college, pezzi militari, capi atletici, abbigliamento da lavoro, camicie hawaiiane e molto di più) ma con l'impronta di Palm Angels dove lo stilista si sbizzarrisce con ordine unendo tocchi sartoriali con stampe kimono, giacche tecniche in nylon con il denim personalizzato da farfalle. Il denim è anche il materiale d'eccellenza di Dundupche festeggia i vent'anni dalla nascita. Tra le novità due limited edition: cotone e canapa dal sapore autentico e una tela di cotone organico ed elastan riciclato dallo stile sartoriale. Entrambe all'insegna di una sempre maggiore consapevolezza e rispetto per l'ambiente. È un viaggiatore l'uomo di Tod's, sempre su due ruote (bici o moto che sia)attraversa il mondo con la sua Ride Jacket e con la sicurezza del suo stile.Pelli e nylon quasi senza peso, stampe digital-camouflage, denim sartoriali e morbidissimi suede sono materiali e lavorazioni con cui sfidare ogni vento e qualunque strada, accompagnati dalla trasversalità delle loro funzioni.
Si viaggia leggeri, su suole e tomaie di grande performance e sulle novità di gommino e mocassino, in un cammino di totale naturalezza, dettato solo dalla grande qualità.
Da La Martina arriva Andrea Pompilioper disegnare la nuova capsule collection La Martina resized by AP. «Sono felice di aver potuto collaborare alla creazione della capsule che ha una immagine forte, giovane e indipendente ed è composta da 15 look genderless mono e multicromatici», ha raccontato lo stilista. La nuova capsule La Martina resized by AP attinge dall'archivio di un brand unico. Verrà presentata attraverso i canali social in aggiunta a quelli tradizionali coinvolgendo new talent in modo da creare un dialogo diretto con consumer, retailer e addetti ai lavori. Una strategia di comunicazione che prevede l'organizzazione di eventi ad hoc e permette di raggiungere grazie a contenuti emozionali, una digital audience complessiva di 25 milioni sulle property digitali e 15,8 milioni di total fan e follower base sui profili social del gruppo.
«Gli stilisti hanno il dovere di non inquinare»
Tradizione, innovazione, valorizzazione delle eccellenze locali grazie alla scelta di produrre in outsourcing, affidandosi a una fitta rete di realtà locali specializzate dalla Puglia al Veneto, scelta di materiali di qualità, ecosostenibili e tracciabili. Il made in Italy, con tutto ciò che si racchiude, è alla base del rapido successo di Eleventy. «In Italia abbiamo un patrimonio manifatturiero unico», racconta Marco Baldassari, direttore creativo per la linea uomo. «La nostra responsabilità è tutelarlo. Ecco perché il nostro network è composto di 94 microimprese, delle quali ciascuna è specializzata in uno specifico comparto produttivo, e selezionate in ogni regione del Belpaese». Eleventy nasce nel 2007 grazie a Baldassari e Paolo Zuntini (direttore creativo della linea donna) e, da allora, il quartier generale è sempre rimasto a Milano.
Siete partiti in un momento in cui il settore non brillava.
«Senza dubbio fu una scelta coraggiosa per la crisi che iniziava, ma queste situazioni aprono anche a delle opportunità se hai idee ben precise. Il fatto che noi arrivassimo dal contatto diretto con i clienti ci dava una visione più chiara di ciò che veniva richiesto. Avevamo i riscontri dalla strada, dai clienti, dai negozianti».
Perché, quale era il suo mestiere?
«Facevo il venditore per i negozi, andavo in giro con la macchina come si faceva trent'anni fa a trovare i clienti a casa loro, con la valigia con le mie cose e quindi vivevo in prima persona il contatto negozio-cliente. Oggi gli show room ti permettono di velocizzare gli appuntamenti: in un giorno ne posso fare anche dieci, quando giravo con l'auto potevo farne al massimo tre. Però questa esperienza è stata fondamentale, al punto che mi definisco uomo-prodotto più che designer, cerco di sintetizzare le richieste del mercato interpretandole con il mio gusto e abbinando colori, forme e silohuette in modo da rappresentare la mia visione della moda. Studio la collezione su di me perché penso di rispecchiare l'uomo moderno che conduce una vita normale, spesso viaggia, spesso ha incontri con clienti anche fine giornata e condivide momenti fuori lavoro per parlare di altro. Ragazzi della mia generazione ora sono attenti al vestire, al mangiare, vogliono cose di qualità e vogliono sapere come sono prodotti i capi, i tessuti usati, se rispettano regole di sostenibilità. Sulla base di questi canoni cerco di fare una collezione che abbia sempre grandi contenuti qualitativi. Oggi, pur mantenendo raffinatezza ed eleganza, possiamo permetterci di avere un look meno impostato, un nuovo formale. Eleventy non ha bisogno di loghi. Il nostro cliente è low profile: non vuole far sapere se ha speso 200 o 500 euro per una maglia».
Un bilancio a oggi?
«Sono molto orgoglioso del percorso fatto. I numeri sono cresciuti in maniera costante, mediamente del 20% l'anno, crescite corrette senza scossoni, una crescita di qualità. Il nostro brand è globale: lo trovi a New York, a Sidney, a Tokio, a Mosca, a Londra e molti altri brand italiani già in Svizzera non sanno chi sono. Il segreto del successo è che tutti facciamo sacrifici. Cadrebbe la filosofia di Eleventy, che è quella del miglior prodotto al miglior prezzo, se non fossimo tutti uniti e pronti a lavorare sempre. Nel lusso siamo super competitivi. Prendo a esempio Rinascente e Selfridges, mete internazionali, dove il cliente americano, arabo e molti altri provenienti da tutti i Paesi del mondo sceglie noi, al punto che ci attestiamo tra i due maggiori brand di turnover d'incasso. Il consumatore moderno è molto più attento a contenuti e qualità».
Tra le novità?
«Ad esempio una t-shirt in canapa va a ringiovanire un blazer di sartoria. E poi il colore cuoio diventa dominante nella collezione della prossima primavera estate. Abbinato al bianco e al grigio, all'azzurro da un'immagine molto raffinata per un look diverso. Capi in pelle leggerissimi con trattamenti vegetali per rispettare sempre di più l'ambiente. La sostenibilità l'applichiamo a molti materiali. La collezione l'abbiamo chiamata non a caso Pianeta Uomo, perché abbiamo un piano b ma non un pianeta b. Quando si produce un capo, che siano piccole, medie o grandi aziende bisogna porsi la domanda: quanto fa male all'ambiente? E da lì fare dei ragionamenti. La moda è uno dei settori più inquinanti. Oggi è etico, responsabile e doveroso sensibilizzare sul tema. È il nostro dovere non tanto per noi, ma per i figli dei nostri figli. Siamo stati scelti da Oscar Farinetti per questo nuovo progetto Green Pea, nuova avventura eco-friendly che aprirà a Torino nel 2020, un nuovo building, che Farinetti definisce il più bello del mondo, tutto ecosostenibile. Cammini e produci energia. Sarà il superstore della sostenibilità. Saranno una quindicina di marchi made in Italy, dove ogni stilista dovrà studiare una collezione sostenibile con tessuti derivati da coltivazioni eco-friendly, cosmetici biologici, oggetti di arredamento e mobili prodotti senza colle sintetiche e costruiti con materiali che non danneggiano l'ambiente, giocattoli, mezzi di trasporto ecologici e molto altro. Siamo stati selezionati per meriti. Un orgoglio, pensando a tutto quello che abbiano fatto nel nostro percorso, da quando siamo partiti girando con un Fiorino per poi arrivare a Pitti con uno stand di 12 metri quadri. E poi piano piano diventare quello che siamo oggi».
Zegna sfila nell'area ex Falk con tessuti innovativi nati da sostanze di scarto
Giorgio Armani veste gli azzurri alle Olimpiadi 2020

Armani
Giorgio Armani sarà l'official outfitter dell'Italia Team ai Giochi Olimpici Tokyo 2020. La collaborazione dello stilista con il CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) e il CIP (Comitato Paralimpico Italiano), a conferma del forte legame con il mondo dello sport, è stata annunciata in occasione della presentazione della collezione Emporio Armani uomo Primavera/Estate 2020.
Venti atleti olimpici e nove paralimpici delle diverse discipline che prenderanno parte ai Giochi hanno indossato sulla passerella dell'Armani/Teatro i capi firmati EA7 Emporio Armani creati appositamente per il podio. Tute e maglie sportive sono realizzate in una particolare ed elegante tonalità blu notte, sulla quale spiccano le tinte verde bianco e rosso. All'interno del colletto delle polo e delle t-shirt viene riportato l'inizio dell'Inno nazionale, mentre l'intera strofa è stampata all'interno di giacche e felpe. Il guardaroba è completato da borsoni e zaini, cappellini e sneaker. Evidente nella grafica l'omaggio al Giappone: il disco tricolore posto sul davanti di tute e polo riprende la bandiera della Terra del Sol Levante, e i caratteri della scritta 'Italia' che percorre in verticale la parte posteriore dei capi, con la lettera 't' a forma di torii (il tradizionale portale simbolo di ingresso alle aree sacre). «Sono felice di questa collaborazione che rinnova un sodalizio nato nel 2012. Trovo sempre stimolante cercare nuove soluzioni per le uniformi degli atleti, che devono fondere l'eleganza dello stile alla praticità d'uso. Per L'Italia Team a Tokyo ho creato capi con dettagli visivi che sono un omaggio al Giappone, un paese che ammiro da sempre e che mi ha accolto di recente con grande calore», ha dichiarato Giorgio Armani.
Giorgio Armani firmerà anche la divisa ufficiale che gli atleti indosseranno in occasione della cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici che si svolgerà il 24 luglio 2020, presso lo Stadio Nazionale Olimpico di Tokyo. Giorgio Armani aveva vestito gli atleti alle Olimpiadi e Paralimpiadi estive di Londra 2012 e Rio 2016 e quelle invernali di Sochi 2014 e Pyeongchang 2018. I capi indossati dalla squadra Olimpica Italiana ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020 saranno in vendita nei negozi Emporio Armani, nei multibrand e online a partire da Maggio 2020.















