2023-06-17
Gli psicologi scendono in campo insieme agli ultrà dell’utero in affitto
L’Ordine lombardo aderisce al manifesto pride. E se un iscritto difende i genitori normali, invoca un provvedimento disciplinare.Che cosa c’entra l’Ordine degli psicologi con temi come l’utero in affitto e la «filiazione transgenere»? Più che un dubbio, è un vero e proprio rompicapo; eppure la domanda è lecita, dato che la sezione della Lombardia di tale ordine professionale ha scelto di aderire al pride di Milano, evento che si terrà il prossimo 24 giugno e il cui manifesto sposa un’agenda politica ricca, appunto, di richieste a dir poco originali. Ma andiamo con ordine, partendo dalle parole - a prima vista impossibili da non sottoscrivere - con cui l’Ordine degli psicologi della Lombardia (Opl) ha scelto di aderire all’appuntamento previsto il sabato della prossima settimana.«Sono ancora tanti gli ostacoli di ordine sociale, economico, normativo che limitano i diritti umani e civili delle persone Lgbtqia+», si legge sul sito dell’Ordine, «e l’impatto sul benessere psicologico di queste discriminazioni è un tema di cui vogliamo e dobbiamo, come comunità professionale, occuparci. Per questo, anche quest’anno, l’Opl aderisce al pride di Milano: partecipa alla parata con noi!». Un appoggio entusiasta, non c’è che dire. Il punto è che la manifestazione non è affatto una semplice «parata» contro le «discriminazioni» subite dalle persone con tendenze non eterosessuali. Magari era così anni fa, ma la musica è cambiata. Ora il pride di Milano ha un suo bel manifesto politico, strutturato in tre articoli con richieste specifiche.In apertura, gli organizzatori del pride spiegano di voler «pari diritti, tutele e benefici garantiti a tutti gli altri cittadini». Dato che l’Italia non è tra gli oltre 70 Paesi del mondo nei quali l’omosessualità è reato e neppure uno dei tanti Paesi africani e asiatici nei quali non esiste alcun riconoscimento per le coppie gay, sarebbe da capire quali sarebbero questi «pari diritti» negati. Chiarisce l’enigma l’articolo 1 del manifesto, ove si chiede il riconoscimento dei «i diritti dei figli/e delle famiglie omogenitoriali e di tutte le pluralità di composizioni familiari che le persone esprimono liberamente e consapevolmente nella società libera e democratica». Tra «le pluralità di composizioni familiari» vanno intese pure le unioni poliamorose? Non è chiaro, ma può benissimo essere. All’articolo 2 del manifesto, proseguendo, c’è, tra le righe, una difesa dell’utero in affitto, visto che si legge che rendere tale pratica reato universale - come vuole il testo base già adottato dalla commissione Giustizia della Camera - sarebbe «un atto ideologico e sproporzionato». Problematica non è, dunque, la condotta di chi vola all’estero a pagare una gestante povera comprandosi il neonato che ha avuto in grembo nove mesi, bensì quella di vuole impedire che ciò avvenga. Sarebbe bello capire come gli psicologi della Lombardia giustifichino lo strappare un neonato dal seno materno, ma proseguiamo perché il manifesto del pride, all’articolo 3, aggiunge altre rivendicazioni. Lo fa parlando di carriera «alias» nelle scuole, di percorsi di transizione - che dovrebbero essere facilitati - di «filiazione transgenere», dicendo che «per gli uomini transgenere e le persone non binarie che abbiano i documenti rettificati nel genere maschile diventa impossibile accedere anche all’interruzione volontaria di gravidanza». Il fatto che possano partorire - e abortire - non in Italia ma ovunque nel mondo, per ovvie ragioni, solo donne viene, dunque, visto come discriminatorio. Anche su questo l’Ordine degli psicologi concorda? Non si può escluderlo. Del resto, non va dimenticato che non solo non è la prima volta che appoggia il pride di Milano, ma già in passato si era distinto per posizioni non proprio equidistanti e neutre.Torna, a tal proposito, in mente il trattamento riservato a Giancarlo Ricci, che non era un picchiatore di persone Lgbt bensì uno stimato psicoterapeuta milanese, sottoposto a più procedimenti disciplinari per le sue idee. In particolare, fu richiamato per aver difeso in tv - ospite di Paolo Del Debbio su Rete 4 a Dalla vostra parte nel 2016 - «la funzione essenziale e costitutiva di mamma e papà», per la crescita dei figli. Parole di buon senso che, però, a Ricci sono costate un calvario conclusosi dopo tre anni e due mesi con il proscioglimento. Dunque, il rispettato studioso - venuto a mancare l’anno dopo la conclusione di quel processo interno, nel 2020 - è stato messo sotto accusa dell’Opl senza un motivo che giustificasse, poi, dei provvedimenti.Ma come può un Ordine professionale da un lato marciare accanto a chi chiede utero in affitto e «filiazione transgenere» - mettendo nel mirino chi, invece, afferma l’importanza di un papà e di una mamma per un bimbo -, e, dall’altro lato, immaginare di apparire politicamente terzo? Viene spontaneo chiederselo, anche perché oggi ci sono varie minoranze oggetto di «discriminazioni» che meritano più tutele. Una è senza dubbio quell’area culturale di cui faceva parte il dottor Ricci.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.