2022-02-26
Gli invisibili: il grido di dolore dei prof costretti ad abbandonare gli alunni a metà anno
Hanno tolto loro diritti e servizi in modo arbitrario. Sono diventati capri espiatori senza alcun fondamento scientifico. Vengono dileggiati, mostrificati o ignorati dall'opinione pubblica. Di fatto, sono milioni gli "invisibili" che, a prescindere dalla bontà o meno delle loro ragioni, vengono privati del lavoro e non solo in virtù di provvedimenti spericolati e quasi unici nelle democrazie occidentali. Vogliamo raccontare - anche - le loro storie. Scriveteci a invisibili@laverita.infoSenza il Qr code la mia esenzione non vale nullaDal 28 febbraio entrerò a far parte degli invisibili insieme con molti altri che già sono in questa situazione. Sono una donna, una persona normale che lavora e non sono una famigerata no vax. Purtroppo, nella vita ho avuto parecchi problemi di salute, ho varie allergie e una storia di shock anafilattico a un farmaco. Il mio medico curante, che mi segue da 25 anni, ha ritenuto opportuno esentarmi dal vaccino a mRna, e specifico che non è un dottore filo -no vax, ma addirittura nel suo tempo libero si presta a vaccinare. Entro il 28 febbraio sarà necessario obbligatoriamente convertire l’esenzione cartacea in Qr code. E questo di per sé non sarebbe un problema. Per convertire il cartaceo era necessario che mi presentassi all’hub vaccinale e che mostrassi l’esenzione e le motivazioni pregresse, perché al mio medico di famiglia non erano ancora arrivate le credenziali per svolgere da sé questo processo. Mi sono dunque presentata all’appuntamento, chiedendo alla dottoressa la conversione. Non l’avessi mai fatto… Mi ha trattato come una truffatrice, umiliandomi davanti a tutti i presenti, con una cattiveria indescrivibile, dicendomi che lei non avrebbe convertito proprio niente e che non le interessava assolutamente ciò che aveva detto o scritto il mio medico. Inamovibile, non voleva in alcun modo esentarmi. Le ho allora fatto presente che il mio medico stava vaccinando proprio nel suo stesso hub e che probabilmente conosceva la mia storia clinica meglio di lei, visto che sono 25 anni che mi segue. Niente. Me ne sono uscita umiliata. Ho chiamato il mio medico che, arrabbiatissimo, mi ha detto di aspettare che gli arrivino le credenziali. Nel frattempo, sarò invisibile. Vaccinare in alcuni casi sembra più importante di prevenire il rischio di una morte.Simonetta Pessina Lasciata a casa alla fine del periodo di provaSono senza occupazione perché non ho accettato il ricatto vaccinale. Avevo iniziato a lavorare il 18 ottobre 2021 e già a novembre mi avevano detto a voce che, alla fine del periodo di prova di 60 giorni mi avrebbero confermato perché erano molto contenti: ero una persona professionale, che si dava da fare, apprezzavano la mia esperienza e il mio approccio al lavoro e con i colleghi. Ma poi allo scadere della prova, il 5 gennaio (quando il governo si è riunito per decidere le ennesime restrizioni), quando mi hanno chiesto se in caso di obbligo mi sarei vaccinata, alla mia risposta negativa mi hanno detto che non potevano investire tempo su una persona che avrebbero potuto perdere nel giro di qualche mese.Mirka RaleyIo non mi piego e combatto per cambiare le coseAbito in Sardegna e sono una insegnante di scuola primaria. Lavoro con i bambini da più di 20 anni e ho sempre svolto il mio lavoro con responsabilità e passione. Quest’anno però è iniziato un incubo: mi sono ritrovata improvvisamente a non poter più entrare a scuola e quindi a non poter svolgere il mio lavoro. Inizialmente il decreto emanato ad agosto prevedeva la possibilità di lavorare facendo tamponi nasali ogni 48 ore o in alternativa il vaccino, poi da dicembre si poteva lavorare a scuola solo vaccinandosi. Io ho rifiutato subito entrambe le possibilità in quanto non previste dal contratto e non coerenti con la realtà pandemica, dato che il controllo con i tamponi veniva fatto solo sui non vaccinati pur sapendo che tutti, anche i vaccinati, possono contagiare. Sono stata quindi sospesa subito a settembre, poi in modo definitivo dal 3 gennaio. La vostra rubrica parla di persone invisibili ma io ho cercato di non esserlo, ho fatto conoscere la mia storia da subito e ho sempre partecipato ad azioni, manifestazioni, ricorsi, ho scritto sui social e sui gruppi, esprimendo la mia opinione e cercando di informare le persone intorno a me. Chi ha perso il lavoro è stato rimpiazzato ma non è scomparso! Non ho ancora trovato un’altra occupazione, ho figli, una situazione economica basata su entrate che non sono più garantite. Sto provando a costruire una realtà lavorativa nuova ma non è facile, inoltre le restrizioni nella vita quotidiana sono diventate sempre maggiori e ormai posso solo passeggiare, andare ad aperitivi improvvisati in casa ed entrare nei supermercati. Quello che ho scoperto in queste settimane è che lo posso fare insieme con tantissime persone come me, sospese o meno dal lavoro ma che comunque la pensano nello stesso modo. Ho perso amicizie, cambiato equilibri familiari, perso la sicurezza economica, ma ho scoperto un mondo di persone fantastiche con intenti comuni che non si piegano a ricatti e che hanno voglia di farsi sentire e riprendersi gli spazi che gli sono stati tolti. Sperare che le cose cambino da sole è inutile, l’unica strada è tentare di farlo in modo attivo senza arrendersi.Michela CantelliA noi insegnanti negato pure l’assegno alimentareSiamo un piccolo gruppo di insegnanti ed educatori appartenenti a vari ordini di scuola e anche noi siamo invisibili. Nonostante già da inizio settembre avessimo «accettato» di sottoporci a nostre spese al test antigenico ogni 48 ore, qualcuno fosse addirittura soggetto guarito e avessimo rispettato tutti i protocolli previsti, a un certo punto siamo stati ritenuti pericolosi per la salute pubblica e quindi sbattuti fuori dalla scuola, pur essendo in possesso anche quello stesso giorno, quel 21 dicembre 2021, di un tampone con esito negativo. Dopo anni di sacrifici per conquistare il posto di lavoro che amiamo e al quale ci siamo dedicati con passione, abbiamo dovuto abbandonare i nostri bambini e ragazzi senza aver commesso alcun reato, interrompendo così il percorso didattico intrapreso… Ma l’importante era salvare il Natale a tutti! Sì, a tutti tranne che a noi e alle nostre famiglie, visto che siamo stati allontanati proprio a ridosso della sospensione dell’attività didattica per le vacanze, senza retribuzione né altro compenso o emolumento. Infatti, ci è stato negato anche l’assegno alimentare, perché a quello si ha diritto solo in una situazione ben diversa, come riportato nella lettera che abbiamo ricevuto in risposta alla nostra richiesta: «Si precisa come la norma invocata si riferisca al caso in cui un dipendente (docente, educativo, direttivo o ispettivo) venga sottoposto a un provvedimento disciplinare». In un contesto educativo che si affanna per portare avanti un corposo e scrupoloso curriculum di educazione civica e alla cittadinanza, non importa davvero se siamo cittadini e lavoratori onesti, se non abbiamo commesso alcun reato e se amiamo il nostro lavoro? Anzi, sembra quasi che veniamo puniti così duramente proprio per questo. Non abbiamo solo lasciato i nostri allievi, abbiamo lasciato molto di più, perché non tutti sanno che essere insegnanti non significa riempire i propri alunni di contenuti. Essere insegnante è qualcosa di molto più profondo e complesso, ma di questi tempi sembra non essere importante o il prerequisito per l’esercizio della professione. Siamo stati allontanati dalla scuola grazie al famoso articolo 172 del dl del 26 novembre 2021, ma nessuno si è accorto che al rientro dalle vacanze di Natale né il tempo scuola né la continuità didattica sono stati garantiti per l’assenza di tanti insegnanti contagiati, nonostante fossero in possesso del super green pass? Situazione paradossale, in cui i nostri colleghi hanno potuto usufruire del periodo di malattia e noi, persone sane, siamo rimaste a casa senza alcuna retribuzione. Docenti in buona salute, i quali fin dalle prime settimane di scuola hanno dovuto subire discriminazioni perché si sono sottoposti a tamponi (cosa che peraltro ha sempre garantito la sicurezza sul posto di lavoro) fino ad arrivare alla sospensione dal servizio che ha tracciato definitivamente e pubblicamente la linea di separazione tra insegnanti di serie A e quelli di serie B. Noi siamo sani e chiediamo solo che vengano rispettati anche i nostri diritti di persone, di cittadini e di lavoratori; quei diritti universali, garantiti dalla nostra Costituzione, ma che la politica ci ha irragionevolmente tolto. Lucia Cellana, Evelyn Perini, Caterina Sposito, Elena Belotti, Sonia Parisi, Teresa TollerVeniamo usati per nascondere gli errori altruiSono una docente di 67 anni in pensione che porge i più sentiti ringraziamenti a questo giornale per dare a noi reietti over 50 non inoculati la possibilità di esprimere perplessità e dubbi sull’offrire il braccio alla patria. Il contenuto del mio scritto non è una storia ma una riflessione su ciò che sta accadendo al popolo degli invisibili. Etichettati come criminali, pavidi, pusillanimi, antiscientifici, folli, untori e opportunisti, siamo stati privati dei diritti costituzionali fondamentali solo perché non ci uniformiamo al pensiero unico e rifiutiamo l’inoculazione di questo farmaco sperimentale con evidenti reazioni avverse sottostimate che mettono a dura prova il sistema immunitario e non solo: prima, seconda, terza dose e quante volte ancora? Si affibbiano tutte le colpe ai non inoculati senza prendere in considerazione tutte quelle iniziative che avrebbero potuto limitare i danni della pandemia. Mi riferisco alle cure domiciliari, all’installazione degli impianti di areazione nelle scuole, all’inefficienza dei trasporti. E che dire del sistema sanitario nazionale già gravemente compromesso prima della pandemia? È deplorevole stigmatizzare, creare pregiudizi, discriminare, isolare, sanzionare, sospendere dal lavoro e addossare tutte le colpe a una parte del popolo italiano che difende a spada tratta una legittima scelta: in fondo tale ostilità è un modo per non affrontare i problemi alla radice da parte di coloro che dovrebbero adoperarsi per sanare le criticità della situazione che stiamo vivendo. La realtà ha mille sfaccettature che meritano di essere prese in considerazione per una visione multilaterale di ciò che accade e per agire concretamente. In attesa di redenzione… Enrica RicciIo e la mia compagna abbiamo deciso di andare in SpagnaIo e la mia compagna abbiamo contratto il Covid a marzo 2020. Viviamo in Val Seriana e qui anche le pietre hanno preso il virus. Siamo guariti da soli, autocurandoci, anche perché nel caos di inizio pandemia le direttive erano ben poche. A distanza di due anni abbiamo ancora i valori quantitativi Igm altissimi, che però non sono sufficienti per continuare a esercitare le nostre professioni liberamente. Infatti io, come sanitario libero professionista, con una doppia laurea, sono stato sospeso dall’Ats Brianza e dall’Ordine dei fisioterapisti dal 30 agosto 2021. Ho dovuto lasciare la cura di migliaia di pazienti con i quali avevo stretto legami profondi di stima e rispetto. Anche la mia compagna, con una figlia di 21 anni, non può lavorare perché entrambi abbiamo più di 50 anni. Inoltre io devo anche badare a mia madre che è rimasta da sola. Dopo aver girato e chiesto aiuto a tre differenti studi legali, abbiamo deciso che la cosa più conveniente per noi è andare a vivere in Spagna. Lasceremo la nostra amata Italia e costruiremo una nuova vita all’estero. Probabilmente anche qui toglieranno l’obbligo vaccinale però stare ancora mesi e mesi senza poter lavorare significa buttare via una carriera lunga 30 anni: preferisco spostare tutto in Spagna per poter esercitare la mia professione liberamente. Piano piano ricostruiremo e ci rifaremo una vita. Dario Giuseppe RovatiSfrutto il congedo. Quando finirà perderò lo stipendioLa mia storia è comune a quella di tanti altri insegnanti a casa perché non vaccinati. Da circa due mesi non vado a lavorare e sono in congedo parentale non retribuito, al termine del quale però non potrò tornare a scuola, non avendo ceduto al ricatto del vaccino. Come me, anche mio marito è un insegnante e anche lui da due mesi a questa parte è a casa senza percepire lo stipendio. Mio figlio ha avuto recentemente il Covid. L’ho curato da vicino, non perché cercavo di contrarre la malattia, come hanno fatto molti, ma poiché avendo 14 anni aveva bisogno di una mano. Non sono risultata infetta e dunque non ritornerò al lavoro come i miei colleghi guariti. Insomma, da sana non mi è permesso lavorare. Le giornate le passiamo a combattere silenziosamente contro questo ricatto, continuando a informarci e sperando che il prima possibile queste misure folli cessino e la discriminazione finisca. Ho sempre avuto la sensazione di essere percepita dai vaccinati, non teneri con i resistenti al vaccino, come un fantasma. Ma adesso so con certezza che i governanti, che impediscono di lavorare a persone sane, innamorate della propria occupazione e che di quello vivono, sono a tutti gli effetti dei fantasmi. Lucilla VentoO mi arrendo o chiedo aiuto alla Caritas Ho 53 anni e da martedì 15 febbraio sono una delle tante persone sane sospese dal lavoro. Sarò anche, probabilmente, una nuova «cliente» della Caritas. Sospendo per un po’ anche la mia vita... E nel mentre, forse, cederò al ricatto.Susanna CastiglioniHo tanti anticorpi ma non basta a evitare l’obbligoLa mia storia è semplice semplice: stipendio da 1.350 euro al mese, 57 anni, pieno di anticorpi come da test sierologico, da ottobre testato ogni due giorni (ovviamente sempre negativo con relativi costi a mio carico) e dal 15 di febbraio a casa senza stipendio. Il medico mi ha detto che non mi ammalerei neppure se mi rinchiudessi una settimana in un reparto Covid... Ma per chi ha partorito un provvedimento simile io debbo essere inoculato per il bene mio e degli altri. Questo è un ricatto.Giulio RavedatiIncinta di sette mesi ma mi negano una sedia al barLa mia bimba di 2 anni all’uscita dall’asilo nido voleva un gelato. Ma, essendo così piccina, avevo bisogno di sedermi al tavolino anche perché sono incinta dì 7 mesi. Purtroppo non mi è stato concesso nonostante la mia condizione di affaticamento e nonostante il tampone che faccio ogni due giorni per poter permettere alla piccola di entrare al nido. Sono stata mandata via perché queste sono le regole Mangeremo un cornetto comprato al supermercato, lì ancora mi è concesso entrare.Federica ZatelliDevo rinunciare pure a vedere la partita allo stadioAnche la domenica è giornata di discriminazione. Sono appassionato di football e tifoso della più vecchia squadra italiana, fondata dagli inglesi nel lontano 1893. Il 13 febbraio il Genoa ha giocato una partita decisiva con la Salernitana, ma senza super green pass non sono potuto entrare allo stadio. Una passione mortificata dal governo dei migliori di Mario Draghi e Roberto Speranza che punisce i non allineati al pensiero unico. Come sempre, niente di sanitario nelle loro decisioni, ma solo scelta politica. Infatti un tampone con esito negativo mi avrebbe permesso di partecipare, ma non si vuole renderlo possibile. Mi consola il fatto che mio figlio, da guarito e con il certificato, ci è potuto andare insieme con un suo amico. Abbiamo un governo che divide genitori e figli, impedendoli di vivere una giornata di svago insieme.Andrea Bazzica
Vladimir Putin e Donald Trump (Ansa)