2021-11-30
«Gli Eurofighter venduti al Kuwait rilanciano il Paese in Medioriente»
Giorgio Mulé (Getty images)
Giorgio Mulé: «Oto Melara? Le aziende non guardino solo i conti ma le prospettive future»L’Italia ha ricominciato a parlare di attività «G2G», ovvero di vendite da governo a governo. Uno dei risultati è che il prossimo 14 dicembre dall’aeroporto di Torino Caselle decolleranno i primi due dei 28 Eurofighter Typhoon destinati alla forza aerea del Kuwait. Pilotati da equipaggi misti, ovvero anche da piloti emiratini addestrati in Italia, in questo volo i velivoli saranno scortati da altri due nostri caccia fino alla base aerea kuwaitiana di Ali Al Salem. Qui al momento della consegna ufficiale sarà presente sia il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, sia il sottosegretario di Stato al ministero della Difesa Giorgio Mulé (Fi), che raggiungerà la base a bordo di una aerocisterna Kc-767 dell’Aeronautica militare insieme con il principe Fahad Jaber Al Ali Al Sabah, recentemente in visita nel nostro Paese. A spiegarlo a La Verità è lo stesso Mulé, al quale abbiamo chiesto che cosa rappresenti questa consegna in questo momento: «Quando è iniziato il nostro mandato, nel marzo scorso», ci spiega, «abbiamo trovato una situazione d’impasse nei rapporti con gli Emirati creata da atteggiamenti di superficialità e rigidità che hanno fermato potenziali contratti, fatto che non possiamo permetterci. Queste nazioni vedono nell’Italia un partner prezioso, dunque servono relazioni continue con questi interlocutori». L’allusione è al congelamento della fornitura di bombe agli Emirati, al blocco dei ricambi per gli aeroplani della pattuglia Al Fursan e al conseguente sfratto dei nostri militari dalla base di Al Minhad dell’estate scorsa, problemi generati dalle mosse della Farnesina guidata da Luigi Di Maio. «Nel marzo scorso», continua il sottosegretario alla Difesa, «non c’era data di consegna dei velivoli al Kuwait e da allora, insieme con Leonardo e con il ministero abbiamo lavorato sbloccando assetti che impedivano la fornitura, come l’esportazione del radar di bordo. Questo contratto, oltre ad avere un valore pari a otto miliardi, è fondamentale dal punto di vista strategico. Nella Penisola arabica sono presenti flotte di aerei costruiti negli Usa come in Francia, l’arrivo dei Typhoon ci consente di dimostrare il valore del consorzio Eurofighter (Leonardo, Airbus group e Bae systems, ndr), contrastando l’aggressività commerciale di altri soggetti e quindi potendo competere con le industrie statunitensi e non soltanto».A meno di una settimana dalla firma del Trattato del Quirinale viene quindi da chiedersi quale futuro ci sarà per programmi appena nati come quello per il nuovo caccia Tempest (Uk, Italia e Svezia), e quello del suo concorrente franco-tedesco-speganolo Fcas. Su questo Mulé dichiara: «Non credo potranno restare in corsa due programmi, le risorse per sviluppare simili progetti sono enormi. La linea di Forza Italia nel governo è che non dobbiamo parlare di cessione della sovranità tecnologica ma di condivisione della stessa in chiave europea su progetti che porteranno valore e lavoro da qui ai prossimi 20 o 30 anni. La Francia storicamente non accettava questa via, ma ora i tempi sono cambiati».Sul tavolo del ministero della Difesa e su quelli del Tesoro e del Mise c’è da giovedì scorso il dossier relativo alla cessione delle aziende Wass e Oto Melara (armamenti terrestri e navali) da parte di Leonardo. Quel giorno si è svolto un incontro dedicato a Palazzo Chigi e sono emerse diverse possibilità sia nazionali, sia europee. Il consorzio franco-tedesco Knds avrebbe offerto 650 milioni di euro con la garanzia di non tagliare posti di lavoro e la prospettiva di coinvolgere Oto Melara nel programma Mgcs per il carro armato del futuro, mentre Fincantieri avrebbe offerto circa 400 milioni. Su questo fronte Giorgio Mulé spiega: «C’è massima attenzione del governo, ma bisogna avere il coraggio di cambiare visione. Il governo e Forza Italia credono nella Difesa europea e devono quindi tracciare la rotta alle aziende del comparto. Ma l’industria deve essere ambiziosa e saper guardare ai prossimi decenni badando meno ai numeri nel corto periodo e più alle prospettive future. Un discorso che vale per Leonardo come per Fincantieri». Intanto a Torino da domani al 2 dicembre si svolgeranno gli Aerospace & defence meetings, tre giorni di incontri tra aziende e potenziali clienti in tema di difesa, spazio e cybersicurezza.
Giancarlo Tancredi (Ansa)
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Francesco Nicodemo (Imagoeconomica)