2025-02-02
La gente non tifa più per i magistrati. Se sbagliano, paghino anche loro
Il Consiglio superiore della Magistratura (Imagoeconomica)
Gli italiani li considerano schierati, anche perché, da Salvini ad Almasri, in ballo c’è l’autonomia della politica, non il passato da imprenditore di Berlusconi. La riforma Nordio non basta: ci vuole la responsabilità civile. C’è un’Italia che non ci sta, un’Italia che cresce ed esprime rabbia e indignazione contro pm e giudici, accusati di agire in base a un pregiudizio ideologico. Per rendersene conto è sufficiente aprire il profilo dell’Associazione nazionale magistrati su X, il social network di Elon Musk. L’Anm dà notizia delle frasi con cui Giorgia Meloni ha annunciato la sua iscrizione nel registro degli indagati per il caso Almasri. «Nelle scorse ore la presidente del Consiglio ha attaccato duramente la magistratura. Parole e toni che ci preoccupano», scrive il sindacato delle toghe. I commenti in risposta al messaggio sono tantissimi, ma non dicono ciò che probabilmente si aspettavano i vertici dell’associazione. Scartiamo gli insulti e qualche accusa da Codice penale: la quasi totalità delle opinioni è contro pm e giudici. C’è chi si dice preoccupato non dalle parole del premier, ma da quelle dei rappresentanti dei magistrati e invita Giorgia Meloni ad andare fino in fondo. I messaggi sono un fiume in piena che, a distanza di giorni dal video con cui il capo del governo annunciava di essere stata iscritta nel registro degli indagati insieme con i ministri della Giustizia e dell’Interno e al sottosegretario con delega ai servizi segreti, non sembra destinato ad arrestarsi.Sono lontani i tempi in cui la magistratura godeva di un consenso quasi unanime ed era spronata a indagare i politici. Nessuno oggi batte le mani al pool che mette nel mirino il presidente del Consiglio e i suoi principali collaboratori. Ma appare lontana anche la stagione in cui a essere inseguito dai pm era Silvio Berlusconi. Il fondatore di Forza Italia era sorretto da buona parte degli italiani, ma quasi la metà sosteneva i magistrati e sognava l’eliminazione per via giudiziaria del leader del centrodestra. Adesso le cose sono molto diverse, anche perché, a differenza di quanto accadde con il Cavaliere, non c’è l’alibi di inchieste condotte sugli affari privati del premier. Al vaglio dei magistrati non c’è la sua attività passata, da imprenditore: nessuna accusa di tangenti, di tasse frodate, di fondi neri e tutte quelle altre imputazioni con cui per trent’anni i pm hanno inseguito Berlusconi. Nel caso di Meloni e dei suoi, a essere nel mirino delle toghe sono le scelte politiche del governo. L’espulsione di un cittadino libico ritenuto un pericolo per la sicurezza nazionale. Le scelte dell’esecutivo in materia di rimpatri di clandestini. Il presidente del Consiglio rischia di finire sul banco degli imputati solo ed esclusivamente per aver fatto il proprio mestiere. Questo cambio di passo rispetto alla campagna giudiziaria contro il leader di Forza Italia, del resto, si era già visto con il procedimento contro Matteo Salvini, per il blocco di una nave carica di migranti. Quell’attesa in porto prima dello sbarco era stata definita un sequestro di persona. Perfino i magistrati sapevano che quelle accuse erano strampalate e non potevano stare in piedi, ma come disse Luca Palamara quando era ancora capo di una delle correnti della magistratura a un collega che manifestava perplessità, si doveva procedere. Si doveva accusare Salvini di un reato inesistente. Tenerlo sotto scacco per impedirgli di continuare a fare il ministro dell’Interno. Anche se l’accusa era sconclusionata e non avrebbe passato il vaglio dei giudici di prima istanza, come poi è accaduto. Le prove generali con il leader della Lega hanno ora il seguito con Meloni e i suoi ministri. Indagati senza indagine, per una mail, una delle tante, che si ricevono in Procura, ma che in questo caso è stata presa in mano - letteralmente - dal procuratore che guida la Capitale e spedita in tempi record al tribunale dei ministri. Difficile pensarla in maniera diversa dalle centinaia di iscritti a X che sulla piattaforma social commentano le frasi dell’Anm. Impossibile non cogliere che a differenza del passato la maggioranza degli italiani ritiene giudici e pm politicamente orientati e non a favore dell’attuale maggioranza. Rispetto ai decenni scorsi, non soltanto la fiducia nei confronti della magistratura è al minimo, ma il sostegno a una linea che ponga un argine all’immigrazione clandestina, a reati contro le persone più deboli e a una colonizzazione che rischia di estromettere le fasce più deboli della popolazione italiana, è al massimo.Di tutto ciò credo che l’attuale maggioranza di governo debba tenere conto. Non soltanto procedendo senza tentennamenti verso l’approvazione della riforma della giustizia messa a punto dal ministro Nordio, ma anche con l’approvazione di norme che rendano davvero effettiva la responsabilità civile dei magistrati. Gli italiani si sono già detti favorevoli in passato con un referendum e una nuova consultazione popolare è stata bocciata dalla Corte costituzionale con una serie di cavilli. Ma tenendo conto delle obiezioni dei giudici della legge, far pagare i magistrati che sbagliano si può e visti i numeri dei risarcimenti per gli errori giudiziari che lo Stato deve sborsare per gli arresti ingiustificati sarebbe un segno di civiltà, oltre che una mossa per riequilibrare lo strapotere delle toghe.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.