2021-06-06
Giovannini e Atlantia allo stesso tavolo per parlare dei soldi del Recovery plan
Convegno di Astrid sul Pnrr: oltre al ministro, invitati pure i manager dei Benetton. Come Paolo Costa, ex del governo Prodi.La sinistra autostradale è viva e lotta in mezzo a noi. Se qualcuno pensa che la famiglia Benetton e il gruppo di Ponzano Veneto, ceduta Autostrade allo Stato, si ritirino magari per occuparsi di più dei maglioni rischia di doversi ricredere. Non solo perché incassati i 7,9 milioni via Atlantia si trova un gruzzoletto da investire per fare shopping. Tra l'altro nel momento migliore per fare operazioni di acquisizione in giro per l'Europa. Ma anche perché le simpatie e la stima che la sinistra e gran parte del Pd riservano a Ponzano Veneto sembrano anch'esse rimaste immutate. Bisogna infatti segnarsi in agenda il 21 giugno. Dalle 10 alle 13 ci sarà sotto il cappello di Astrid una conferenza virtuale su invito per discutere di «Pnrr e infrastrutture sostenibili». A organizzare c'è Franco Bassanini, presidente del direttivo che ospita anche Luisa Torchia, già avvocato di Autostrade e già consigliere di Atlantia. La tavola rotonda, oltre alla stessa Torchia vede gli interventi di Paolo Costa, storico ministro di Romano Prodi e uomo dei Benetton da lungo tempo. Tra il 1997 e il 1998 ricopre l'incarico di ministro dei Lavori pubblici, dopo Antonio Di Pietro. Costa è, inutile dirlo, molto vicino a Romano Prodi. Dopo l'incarico nella capitale, per cinque anni fa il sindaco di Venezia. Nei 24 mesi trascorsi al ministero dei Lavori pubblici però contribuisce a preparare al fianco del Professore la privatizzazione della rete autostradale e getta le basi dell'intero sistema delle concessioni. Che verrà modificato più volte negli anni, senza però venire mai stravolto. L'economista nato nel 1943 è tra i più preparati nel settore dei trasporti e delle infrastrutture, e il suo bagaglio di conoscenze non sfugge ai Benetton, che nel 2010 lo chiamano a presiedere il consiglio di amministrazione di Spea engineering, una controllata di Autostrade per l'Italia. Finita nell'inchiesta del ponte Morandi. All'ex ministro toccherà l'intervento introduttivo, appena dopo a quello dell'attuale titolare del Mit, Enrico Giovannini. Che stando al palinsesto ha accettato l'invito di Bassanini con carta intestata Astrid. Lo stesso inviato spedito al neo ad di Fs, Luigi Ferraris, e a Pietro Salini , al vertice di Webuild. Assieme a Giovanni i soli outsider. Perché se scorriamo la lista spunta il nome di Roberto Tomasi, ad di Aspi, e quello di Claudio De Vincenti, presidente di Aeroporti di Roma, ma fresco fresco di ministero. È stato fino al 2018 ministro per la Coesione territoriale. Ma vanta una lunga carriera tra le fila del Pd. Partito per cui è stato al Mise per ben due volte prima di ricoprire l'incarico di sottosegretario a Palazzo Chigi. Le coincidenze non devono però ingannare. I Benetton l'hanno scelto al vertice di Adr per le sue capacità manageriali. Nulla di eccezionale. Si sa. Tra Roma e Ponzano Veneto le porte girevoli esistono da tempo. Basti pensare a Simonetta Giordani. Nel 2006 lavora per Autostrade e, secondo il sito della società, sostiene diversi think tank compreso quello di Enrico Letta. Quando l'esponente della Margherita siede a Palazzo Chigi, chiama la Giordani a fare il sottosegretario ai Beni culturali. L'anno dopo passa la mannaia di Matteo Renzi e la manager per un po' ricopre l'incarico di consigliere di Fs, finché torna in Atlantia, dove viene incaricata della gestione degli affari istituzionali. La Giordani non è tra gli ospiti del meeting di Astrid. E al tempo stesso al governo c'è Mario Draghi e l'aria è diversa. Sono finiti i momenti d'oro dei 5 stelle (anche se l'eredità l'hanno lasciata a noi contribuenti) quando in pubblico si insultavano i Benetton e di nascosto si incontravano i loro manager. Esempio perfetto lo si ritrova a pagina 87 dell'ordinanza dei pm di Genova dove si può leggere l'intercettazione telefonica tra l'ex ad di Atlantia, Giovanni Castellucci e l'allora capo di Air Dolomiti (controllata Lufthansa), Joerg Eberhart. «Il ministro ha chiesto di incontrarmi [...] all'inizio mi aveva chiesto di aiutarlo su Alitalia e se ero disponibile». Proseguendo nella lettura si comprende che i pm ritengono che Castellucci fosse effettivamente attivo per trovare incarichi o soluzioni per la sua ex società. L'intercettazione è di ottobre 2019 e i pm escludono che stia millantano. Il nome di Stefano Patuanelli non è mai citato, ma il riferimento è così chiaro che l'ex ministro grillino ammette candidamente. Insomma, i 5 stelle si stanno sciogliendo come neve al sole, ma il fascino della sinistra per i Benetton è ancora qui. Giovannini avrà accettato l'invito per cortesia, ma suona alquanto buffo che attorno a lui si riunisca un pugno di manager di Ponzano Veneto per insegnare al Paese come spendere i soldi del Recovery plan. E come fare infrastrutture sostenibili. In fondo, per fare le cose fatte bene baste seguire l'esempio opposte degli insegnamenti pervenuti dalla sinistra autostradale. Attenzione, però, a breve si cominceranno a contare i voti quirinalizi e gli amici di Prodi o di Letta non demorderanno. Anche se non ci sono più i caselli, di infrastrutture e aeroporti su cui investire soldi pubblici non c'è mai penuria.
Gianni Tessari, presidente del consorzio uva Durella
Lo scorso 25 novembre è stata presentata alla Fao la campagna promossa da Focsiv e Centro sportivo italiano: un percorso di 18 mesi con eventi e iniziative per sostenere 58 progetti attivi in 26 Paesi. Testimonianze dal Perù, dalla Tanzania e da Haiti e l’invito a trasformare gesti sportivi in aiuti concreti alle comunità più vulnerabili.
In un momento storico in cui la fame torna a crescere in diverse aree del pianeta e le crisi internazionali rendono sempre più fragile l’accesso al cibo, una parte del mondo dello sport prova a mettere in gioco le proprie energie per sostenere le comunità più vulnerabili. È l’obiettivo della campagna Sport contro la fame, che punta a trasformare gesti atletici, eventi e iniziative locali in un supporto concreto per chi vive in condizioni di insicurezza alimentare.
La nuova iniziativa è stata presentata martedì 25 novembre alla Fao, a Roma, nella cornice del Sheikh Zayed Centre. Qui Focsiv e Centro sportivo italiano hanno annunciato un percorso di 18 mesi che attraverserà l’Italia con eventi sportivi e ricreativi dedicati alla raccolta fondi per 58 progetti attivi in 26 Paesi.
L’apertura della giornata è stata affidata a mons. Fernando Chica Arellano, osservatore permanente della Santa Sede presso Fao, Ifad e Wfp, che ha richiamato il carattere universale dello sport, «linguaggio capace di superare barriere linguistiche, culturali e geopolitiche e di riunire popoli e tradizioni attorno a valori condivisi». Subito dopo è intervenuto Maurizio Martina, vicedirettore generale della Fao, che ha ricordato come il raggiungimento dell’obiettivo fame zero al 2030 sia sempre più lontano. «Se le istituzioni faticano, è la società a doversi organizzare», ha affermato, indicando iniziative come questa come uno dei modi per colmare un vuoto di cooperazione.
A seguire, la presidente Focsiv Ivana Borsotto ha spiegato lo spirito dell’iniziativa: «Vogliamo giocare questa partita contro la fame, non assistervi. Lo sport nutre la speranza e ciascuno può fare la differenza». Il presidente del Csi, Vittorio Bosio, ha invece insistito sulla responsabilità educativa del mondo sportivo: «Lo sport costruisce ponti. In questa campagna, l’altro è un fratello da sostenere. Non possiamo accettare che un bambino non abbia il diritto fondamentale al cibo».
La campagna punta a raggiungere circa 150.000 persone in Asia, Africa, America Latina e Medio Oriente. Durante la presentazione, tre soci Focsiv hanno portato testimonianze dirette dei progetti sul campo: Chiara Concetta Starita (Auci) ha descritto l’attività delle ollas comunes nella periferia di Lima, dove la Olla común 8 de octubre fornisce pasti quotidiani a bambini e anziani; Ornella Menculini (Ibo Italia) ha raccontato l’esperienza degli orti comunitari realizzati nelle scuole tanzaniane; mentre Maria Emilia Marra (La Salle Foundation) ha illustrato il ruolo dei centri educativi di Haiti, che per molti giovani rappresentano al tempo stesso luogo di apprendimento, rifugio e punto sicuro per ricevere un pasto.
Sul coinvolgimento degli atleti è intervenuto Michele Marchetti, responsabile della segreteria nazionale del Csi, che ha spiegato come gol, canestri e chilometri percorsi nelle gare potranno diventare contributi diretti ai progetti sostenuti. L’identità visiva della campagna accompagnerà questo messaggio attraverso simboli e attrezzi di diverse discipline, come illustrato da Ugo Esposito, Ceo dello studio di comunicazione Kapusons.
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Mark Zuckerberg (Getty Images)
A Fuori dal coro Raffaella Regoli mostra le immagini sconvolgenti di un allontanamento di minori. Un dramma che non vive soltanto la famiglia nel bosco.