2021-12-23
Il premier esalta lo Spazio. Peccato che il settore sforni esuberi
Mario Draghi celebra i futuri satelliti e indice una gara per scegliere il nome sotto la supervisione di Astrosamantha. Ma il settore commissariato dall’Esa e affidato alla «cura» di Parigi fa i conti con gli stabilimenti chiusi.A metà conferenza stampa, il premier Mario Draghi la butta lì un po’ fuori contesto. Il nostro Paese lancerà «la maggiore costellazione di satelliti per l’osservazione della Terra in orbita bassa, un passo avanti fondamentale per il contrasto ai cambiamenti climatici, così come per garantire servizi innovativi alle imprese». Non solo. Per rendere più smart e più giovane l’operazione, da inizio gennaio sarà un concorso tra studenti a selezionare il nome da dare ai satelliti. «Sulla base dei suggerimenti ricevuti, gli astronauti italiani, guidati da Samantha Cristoforetti, decideranno poi la denominazione ufficiale». Che bello quando si coinvolgono i giovani in progetti europei e gli si offre la possibilità di dare un nome a una costellazione. Tanto più in un progetto i cui «benefici a medio-lungo termine dovrebbero essere molto significativi, perché satelliti più moderni e ad alta definizione potranno fornire immagini nitide su come cambia l’aspetto del nostro Paese, utili anche per le amministrazioni locali», aveva già avuto modo di spiegare il ministro con delega Vittorio Colao. In quest’ottica, gli investimenti previsti dovrebbero fungere anche da volano per società o start up che intendono lavorare nel settore dei servizi geospaziali. Ecco il messaggio ufficiale. Ci spiace però dover prendere la notizia e ancora una volta ripulirla della retorica per arrivare alla sostanza dei fatti. Mentre Draghi celebra lo Spazio, i distretti del settore sono in ginocchio. A marzo, quando si sbloccheranno definitivamente i licenziamenti collettivi, ci sarà una ondata di uscite sia in Campania che in Puglia. Si tratta di piccole e medie aziende come la Dema srl. Ma in difficoltà al Sud c’è anche Leonardo che ha annunciato 3.500 persone in cassa integrazione zero ore. Per carità, è vero che l’attività coinvolta è quella delle aerostrutture che nulla hanno a che fare con lo Spazio. Ed è altrettanto vero che, dai nuovi accordi con l’Europa, Leonardo trarrà beneficio. Ma il tema è un altro e riguarda la strategia e la visione. Da questo giornale abbiamo più volte denunciato il grave errore di affidare i fondi del Pnrr italiano direttamente all’Esa. Non tanto perché dobbiamo pagare una fee milionaria all’Agenzia spaziale europea, ma perché il commissariamento dell’Asi, la nostra agenzia, comporta di fatto la cessione della visione e della strategia futura. Comporta l’aver inserito i nostri colossi nei progetti Ue pagati con i soldi del Pnrr, ma al tempo stesso abbandonare al loro destino tutte le start up e le Pmi italiane che invece avrebbero dovuto essere le prime beneficiarie del Recovery. La costellazione di satelliti di cui ieri ci siamo vantatati sarà principalmente basata sul sistema dei radar. E solo in subordine (perché ancora non disponibile) sui sistemi ottici. Chi sviluppa i radar? Naturalmente Thales Alenia Space. Mentre Leonardo, con un partner tedesco, potrà sviluppare il secondo sistema. Affidare i fondi direttamente all’Esa creerà anche problemi di consolidamento di bilancio tra partecipate transfrontaliere. Al tempo stesso sarà un problema gestire i ricorsi dei sub fornitori. A che tribunale dovranno rivolgersi. Per capire che cosa avremmo dovuto fare basta prendere a esempio ciò che negli ultimi mesi hanno fatto i francesi, i quali sanno come tutelare le loro aziende e il tessuto tecnologico. Il 6 dicembre a Vernon il ministro Bruno Le Maire ha fatto un lungo discorso sulla strategia di reindustrializzazione spaziale della Francia. Il luogo è simbolico. È infatti la sede di Ariane che, fino a prima dell’estate, rischiava esuberi. Le Maire celebra le attività del 2022 fino al 2030, ma si sofferma anche su dettagli che fanno la differenza. Ad esempio cita il motore a propulsione liquida e conferma che l’accordo con l’Italia serve per evitare che ci siano rivali al progetto Prometheus. Corretto dal loro punto di vista. Dal nostro? Tanto più che la sicurezza dell’eloquio di Le Maire deriva anche da un precedente accordo lanciato il 16 novembre. Esa e lo Cnes, Centre national d’etudes spatiales, hanno chiuso un partenariato per diventare i principali player nei progetti di trasporto spaziale. Giusto per essere un po’ più chiari. Parigi investe con Esa (non in Esa come noi) e gestisce le attività con Esa (non affidandole a Esa) e Parigi può così inglobare anche le altre realtà europee. Tutto il contrario della scelta portata a termine dal ministro Colao. Il fatto che Asi non fosse considerata sufficientemente affidabile per mettere a terra i fondi del Pnrr non è una giustificazione. Al contrario di noi, i francesi hanno espressamente destinato una fetta dei fondi direttamente alle start up e alle Pmi. Perché il governo francese sa che per dare sviluppo alle generazioni future non basta coinvolgerle come delle comparse a scegliere i nomi dei satelliti. Bisogna creare un tessuto protetto dalle pressioni esterne, ma al tempo stesso vivace e pieno di concorrenza al suo interno. Con gli esuberi non si va lontano.