2023-12-14
Il Giappone vuole rifarsi un esercito, ma non ha più soldati
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Il Paese del Sol Levante, smilitarizzato nel 1945, è in piena fase di riarmo. La crisi demografica e la sfiducia nell’istituzione generano tuttavia un’allarmante carenza di personale.Il Giappone ritrova il suo esercito, ma perde i suoi soldati. Proprio mentre il Paese del Sol Levante rompe lo storico tabù risalente alla seconda guerra mondiale, in seguito alla quale l’arcipelago era stato smilitarizzato, la crisi demografica sembra frapporsi fra Tokyo e i suoi rinnovati sogni di grandezza. Un articolo del New York Times fa luce sulla problematica. «Il Giappone», si legge, «si è impegnato ad aumentare la spesa militare al 2% del prodotto interno lordo nei prossimi cinque anni, il che gli darebbe il terzo bilancio per la difesa più grande del mondo. Sta rapidamente acquisendo missili Tomahawk e ha speso circa 30 milioni di dollari in sistemi di difesa contro i missili balistici. Ma poiché la popolazione invecchia e diminuisce rapidamente – quasi un terzo dei giapponesi ha più di 65 anni e le nascite sono scese al minimo storico lo scorso anno – gli esperti temono che i militari semplicemente non saranno in grado di fornire personale alle flotte e agli squadroni tradizionali».La crisi demografica giapponese è un problema di cui si parla da tempo. Il popolo nipponico si rifiuta di ricorrere all’immigrazione per colmare il gap – e fa bene – preferendo, dove può, affidarsi alla robotizzazione, nella quale lì sono maestri. Ma restano comunque dei mestieri «che i robot non vogliono più fare», come per l’appunto quello del soldato. «Da anni», spiega ancora il Nyt, «l’esercito, la marina e l’aeronautica non riescono a raggiungere gli obiettivi di reclutamento e il numero del personale attivo – circa 247.000 – è inferiore di quasi il 10% rispetto al 1990». L’articolo cita il caso della Noshiro, una fregata della marina appena entrata in servizio e già progettata pensando a un uso ridotto del personale, dato che può funzionare con circa due terzi dell’equipaggio necessario per gestire un modello precedente. In questo momento, tuttavia, la Noshiro è in funzione con ancora meno marinai di quelli previsti, con ogni membro dell’equipaggio costretto a fare due o tre lavori.Dopo il 1945, in seguito alla sconfitta militare e all’occupazione americana, la militarista nazione giapponese fu quasi completamente privata del suo esercito, ridotto al rango di una blanda Forza di autodifesa. Tutti i club, le scuole, le società associate all'esercito imperiale vennero eliminate. Lo stato maggiore venne abolito, come anche il ministero dell'Interno, il ministero della Guerra e il ministero della Marina oltre all'esercito e alla marina imperiale. Le industrie adibite alla fabbricazione di armi, munizioni e navi furono a loro volta smantellate. Ogni programma di riarmo fu bandito. L’articolo 9 della Costituzione post-bellica recita: «Aspirando sinceramente alla pace mondiale basata sulla giustizia e sull'ordine, il popolo giapponese rinuncia per sempre all'uso della guerra come diritto sovrano della nazione o alla minaccia e all'uso della forza come mezzo per risolvere controversie internazionali. Per raggiungere l'obiettivo del paragrafo precedente, le forze armate, navali e aeronautiche, come qualsiasi altra potenziale forza bellica, non saranno mai ammesse. Il diritto di belligeranza dello Stato non sarà riconosciuto». Il Giappone divenne di fatto un protettorato americano e ancora oggi è la nazione che ospita più truppe statunitensi. Per ironia della sorte, ora è proprio Washington a farsi garante del riarmo giapponese. Tokyo serve infatti come presidio atlantico affidabile in un quadrante in cui l’aggressività cinese e i colpi di testa nordcoreani danno non pochi grattacapi agli Usa. L’America si scontra tuttavia con problemi materiali e culturali che essa stessa ha contribuito a generare. Come, per esempio, la diffusa cultura pacifista, innestata a forza nel dopoguerra nei valori della nazione e diventata infine una sorta di seconda natura per molti giapponesi. Negli ultimi anni, tuttavia, le mire cinesi hanno leggermente modificato l’opinione pubblica sul tema del riarmo. Abbastanza da considerare ragionevole il fatto di tornare una potenza militare, non abbastanza da inviare in massa i propri figli ad arruolarsi nell’esercito.Per rimpolpare i ranghi dell’esercito si è anche pensato di arruolare un numero maggiore di donne. Ma, da questo punto di vista, alcuni casi di cronaca recente non aiutano. Appena martedì scorso, un tribunale giapponese ha condannato a due anni di carcere e a quattro anni di sospensione dal servizio Shutaro Shibuya, Akito Sekine e Yusuke Kimezawa, tre soldati colpevoli di avere molestato una loro collega, Rina Gonoi utilizzando tecniche di arti marziali per farla sdraiare su un letto e poi simulare sopra di lei un rapporto sessuale. Dopo la denuncia, la donna ha anche lamentato omertà e indifferenza dai vertici.
Jose Mourinho (Getty Images)