2024-06-07
Genova, comunicazione del porto in mano all’agenzia che segue il Pd
Paolo Emilio Signorini (Ansa)
Nel 2023 un bando milionario ha affidato l’immagine di Adsp alla società che cura da anni l’immagine dei dem durante le primarie e per varie elezioni.Il porto di Genova resta un baluardo della sinistra nonostante l’arrivo dei «barbari» del centro-destra nelle stanze del potere ligure. Sotto la Lanterna è ancora forte la Compagnia unica dei camalli e detta legge anche la cosiddetta «volpe del porto», ovvero il «compagno» Mauro Vianello, l’imprenditore portuale, nonché presidente dell’Ente bacini che ha assunto nelle sue aziende metà nomenklatura Pd e che è accusato di aver corrotto il presidente dell’Autorità portuale Paolo Emilio Signorini. Ma una delle prove della forza dem è rintracciabile nell’appalto milionario per la comunicazione assegnato all’insaputa del sindaco Marco Bucci e del governatore Giovanni Toti dall’ente di Signorini a un’agenzia considerata vicina alla sinistra e, in particolare, al Pd. L’azienda si chiama The Washing machine Italia, è una società romana che si occupa di ideazione di campagne pubblicitarie. Due anni fa ha partecipato al bando per promuovere le attività dell’Autorità portuale. La base d’asta era di 800.000 euro con opzione di rinnovo fino a un totale di 2,4 milioni di euro per la realizzazione di una campagna di comunicazione integrata «rivolta a un pubblico internazionale, nazionale oltreché locale». «Ready to lead», letteralmente pronto a partire, è il payoff che è stato scelto per promuovere il porto genovese dall’agenzia preferita dal Pd (The Washing machine Italia vanta negli ultimi anni almeno 12 campagne di promozione di primo piano per i dem). Nel video, che è costato 90.000 euro, mentre i camalli calzano l’elmetto si sentono frasi che rimandano al mondo del calcio: «La partita comincia»; «è ora di entrare in campo»; «creare più opportunità per l’Italia e vincere la partita». Mentre la voce fuori campo recita quest’ultima frase i camalli con pettorina verde, bianca e rossa si mettono sull’attenti. Dall’Autorità e dalla società capitolina evidenziano che il filmato sarebbe stato trasmesso in tv durante la semifinale di Champions league Inter-Milan e la finale Inter-Manchester city. Ma su Internet è praticamente introvabile. In The Washing machine Italia non devono andarne particolarmente fieri, visto che, nonostante si tratti di un appalto di una certa consistenza, non ne fanno un cenno evidente sul sito ufficiale dell’azienda. Alla gara, bandita oltre tre anni fa, hanno partecipato anche altri due soggetti: la Cairo Rcs Media e la Doc di Trento, che per il comune di Genova ha curato la campagna mediatica dei Rolli days. La spuntò la società romana, con il massimo punteggio, anche grazie a un ribasso di circa il 32 per cento, se è vero che il primo anno (aprile-luglio 2023) la campagna è costata 544.000 euro, di cui 400.000 di spazi pubblicitari su giornali e tv o su entrambi (come nell’accordo raggiunto con Rcs, il concorrente battuto). La vittoria è arrivata nonostante The Washing machine Italia sembrasse l’unica delle tre aziende partecipanti a non poter contare su esperienze precedenti nel settore della comunicazione dei trasporti (fatta eccezione per una campagna sulla sicurezza stradale con Aldo Montano e Maria Grazia Cucinotta come testimonial). Alessandra Furfaro, amministratrice unica con quote al 95 per cento dei 10.000 euro di capitale sociale dichiarato (Domenico Di Lorenzo, fondatore e direttore creativo, è il socio di minoranza con il 5), contattata dalla Verità, spiega che la vittoria è arrivata anche grazie al ribasso offerto: «Siamo scesi a circa 540.000 euro per il primo step, poi c’è stato un rinnovo alla stessa cifra, che è in corso, ma che come immaginerete si è arenato per gli ovvi motivi che si conoscono». E «gli ovvi motivi» sono l’inchiesta che ha portato in carcere Signorini. Ieri il sito dell’Autorità non funzionava e quindi non abbiamo potuto visionare gli atti della gara. Neppure la Furfaro li aveva a portata di mano e ci ha scritto: «I documenti di gara sono disponibili sulla piattaforma e-procurement gestita dalla società Maggioli e non direttamente dall’Autorità». E a proposito del video che sarebbe stato mandato in onda durante le fasi finali della Champions league ha ribadito in modo un po’ burocratico: «Lo spot realizzato dalla nostra società è andato in onda nei modi e nelle forme previste dal contratto con l’Autorità portuale e come da pianificazione concordata e approvata da questa». Poi ha aggiunto: «Nella mia testa c’era l’obiettivo di far capire agli italiani che avere un porto così strategico è funzionale al Sistema Paese». Da Palazzo San Giorgio, sede dell’Authority, respingono i dubbi sul lavoro di The Washing machine: «Gli altri due concorrenti hanno affrontato la gara un po’ superficialmente, c’era proprio un divario sia creativo che di idea di comunicazione… nell’assegnazione sono stati rispettati i termini di gara e i vincitori hanno lavorato secondo le aspettative». Quando facciamo notare che si tratta di un’agenzia che appare targata politicamente la risposta è immediata: «Con noi non si sono mai mostrati tali». Magari sono stati segnalati da un’area politica… «Io questo non lo so» ci ha risposto la responsabile della comunicazione Marina Monti, per 23 anni giornalista al Secolo XIX. «A me no». La dirigente ammette solo che qualche protesta c’è stata: «Ci sono state delle polemiche soprattutto quando in tanti pensavano che la base di gara da 800.000 euro fosse solo per la comunicazione relativa alla posa della prima pietra della nuova diga foranea, è in quel caso le polemiche sarebbero state giustificate. Ma la comunicazione riguarda il futuro del porto». Ma le voci su The Washing machine non sono casuali. Il socio Di Lorenzo ha lavorato per oltre 15 anni nel primo gruppo europeo e terzo mondiale della comunicazione, Publicis, realizzando campagne mondiali per brand quali Renault, Fao e British Airways. Poi ha fondato The Washing machine e ha puntato sulla comunicazione politica. In Italia ha realizzato campagne per Rai, Enit, Bulgari, Comunità di Sant´Egidio, L’Unità (per la campagna abbonamenti mise nel mirino Claudio Scajola, uomo forte del centrodestra in Liguria), il sindacato rosso della Cgil, Regione Campania, Qantas, Comune di Roma, Atac e per molti altri brand. L’esordio nella comunicazione politica di Mimmo Di Lorenzo è avvenuto quando ha lavorato come direttore creativo per l´Udc di Marco Follini, firmando campagne fortunate come «Io c´entro» e «Un´idea diversa». Sono passati circa vent’anni da allora. Ha seguito Follini anche quando questi ha fondato il movimento l’Italia di mezzo, ma si è occupato anche della campagna a sindaco di Roma di Francesco Rutelli. Una dozzina di anni fa al sito Formiche Di Lorenzo, che non ci ha risposto, aveva dichiarato: «Come The Washing Machine abbiamo iniziato a creare campagne di comunicazione politiche ai tempi della fusione della Margherita con i Ds per la nascita del Partito democratico». Lo slogan era «Sono partito democratico e non torno indietro». In vista delle europee del 2009, ha realizzato la campagna dem «Più forti noi, più forte tu», che Di Lorenzo ha definito il «primo esempio di campagna virale», dal momento che dava la possibilità agli utenti di creare un manifesto personale. Nel 2013 ha seguito la campagna per le primarie della coalizione di centro-sinistra Italia Bene Comune. «Riscrivi l´Italia» era il claim. Un tormentone che Di Lorenzo spiegò così: «L’idea forte è un´Italia fatta di firme di persone. Il senso della campagna è chiaro: ognuno di noi, partecipando alle primarie, può riscrivere un pezzo d´Italia, può riscrivere una storia che ha preso una bruttissima piega in questo ventennio berlusconiano e rischia di prenderne una peggiore se segue il demagogo di turno. Siamo molto felici dell´idea e penso che anche la coalizione lo sia». Sul sito Web della ditta compaiono solo i lavori più recenti realizzati per i dem: il tesseramento Pd 2020, la promozione di tre candidati alle suppletive della Camera, le Europee del 2019 (con una foto in primo piano di Nicola Zingaretti), la campagna elettorale per la civica di Roberto Giachetti e anche quella per Roberto Gualtieri. Comprese le primarie per la scelta del sindaco della Capitale.
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