2023-10-14
Raid in cerca degli ostaggi mentre l’ora X è più vicina. Sull’esodo da Gaza si tratta
Esodo di civili da Gaza (Ansa)
L’ultimatum di Israele per lasciare la Striscia sta per scadere. Onu: «Sono 1,1 milioni, 24 ore sono poche». Usa e Germania in pressing. Benjamin Netanyahu: «Questo è solo l’inizio».Un milione e 100.000 persone, tra cui moltissimi bambini, devono evacuare in 24 ore dal Nord della Striscia, compresa Gaza City, verso la zona a Sud del fiume Wadi Gaza, che taglia la stessa Striscia nel suo settore centrale. L’ordine di evacuazione è stato lanciato dall’esercito israeliano ieri mattina, con tanto di percorso «sicuro» indicato su una cartina geografica pubblicata sui social. «Questa mattina (ieri, ndr)», si legge in un post del portavoce dell’Idf (l’esercito di Tel Aviv) per i media arabi, «vi abbiamo lanciato un appello affinché lasciate Gaza City dalla parte meridionale della Gaza Valley, per la vostra sicurezza. Vorrei informarvi che l’Idf si asterrà dal toccare il percorso segnato sulla mappa fino alle 20 (le 19 in Italia, ndr)». Le forze della Difesa israeliana ieri, a quanto riferito dal portavoce dell’Idf, il contrammiraglio Daniel Hagari, sono entrate nella Striscia di Gaza per condurre «raid localizzati», finalizzati a liberare la zona dai terroristi. I soldati non sono entrati in profondità, ma hanno effettuato ricerche degli ostaggi israeliani e neutralizzato «postazioni di missili guidati anticarro che intendevano infiltrarsi in territorio israeliano». L’Idf ha anche ucciso un certo numero di terroristi nella zona, tra cui una cellula di Hamas che ha lanciato missili guidati anticarro contro Israele.In serata ha parlato alla nazione il leader israeliano, Benjamin Netanyahu: «Porteremo avanti questa guerra per sradicare Hamas», ha detto, «ci vorrà del tempo, ma arriveremo alla fine di questa guerra più forti che mai. I nostri nemici hanno appena iniziato a pagare il prezzo del massacro, è solo l’inizio. Distruggeremo Hamas».Tornando all’evacuazione, i terroristi hanno lanciato appelli alla popolazione affinché l’ordine venga ignorato e ha cercato di impedire con la forza la fuga verso Sud. Detto ciò, sfollare più di un milione di persone in 24 ore è un’impresa difficile, come ammette lo stesso esercito israeliano: «Comprendiamo che l’evacuazione della popolazione richiederà tempo. Stiamo adesso verificando le cifre», ha affermato il portavoce militare Hagari, secondo il quale potrebbero essere necessarie «più di 24 ore». È bene ricordare che il percorso di evacuazione è lungo 10 chilometri, le strade sono sventrate, migliaia di persone stanno procedendo anche a piedi. «L’Onu è stata informata dall’esercito israeliano», ha sottolineato il portavoce del segretario generale dell’organizzazione, Stephane Dujarric, «dell’ordine di ricollocare circa 1,1 milioni di residenti dal Nord della Striscia di Gaza al Sud, entro 24 ore. Chiediamo che questo ordine venga annullato. Un’evacuazione di tale portata», ha aggiunto Dujarric, «è impossibile senza causare conseguenze umanitarie devastanti». Mentre il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha lanciato un appello senza mezzi termini a Israele, affinché «eviti una catastrofe umanitaria». Mentre Medici senza frontiere accusa: «L’ospedale di Gaza ha avuto solo due ore per evacuare». «È assolutamente irrealistico», ha argomentato l’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, «che un milione di persone possa spostarsi in 24 ore». «Evacuare oltre un milione di palestinesi dal Nord di Gaza», ha sottolineato il portavoce della sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, «è un’impresa ardua. Si tratta di un sacco di persone da spostare in un periodo molto breve di tempo», ha aggiunto il portavoce, sottolineando in ogni caso di «comprendere cosa stanno cercando di fare e perché lo fanno: cercare di isolare la popolazione civile da Hamas, che è il loro vero obiettivo». Il parroco della comunità cattolica di Gaza City, padre Gabriel Romanelli, ha affidato al Sir, l’agenzia dei vescovi, il suo appello: «Oltre un milione di persone», spiega padre Romanelli, «dovrebbero mettersi in marcia e abbandonare tutto. Anche i nostri cristiani. Tutte le strutture ecclesiali sono a Gaza City. Mi riferisco ai locali parrocchiali, alla chiesa, alle nostre scuole, a quella delle suore del Rosario, al Centro san Tommaso d’Aquino, alla Caritas, alla chiesa degli ortodossi. Come facciamo a sgomberare», si chiede padre Romanelli, «dove porteremo tutta la nostra gente? Dove porteremo i malati, i disabili, gli anziani, i bambini. Al Sud non c’è niente». C’è un altro aspetto da tenere presente: al momento il valico di Rafah, unico passaggio tra Palestina ed Egitto, è chiuso da giorni, dopo un attacco israeliano. Gli Stati Uniti, ha affermato un alto funzionario Usa a Doha, come riporta l’Ansa, stanno negoziando l’apertura del valico, ma solo per gli stranieri. Il ministro degli Esteri tedesco, Annalena Baerbock, in visita in Israele, a quanto riporta Al Jazeera ha dichiarato di essere in trattativa con l’Egitto e l’Onu su spazi sicuri per i residenti di Gaza dopo l’ordine di evacuazione israeliano: «La capacità nel Sud di Gaza è già sovraccarica», ha detto la Baerbock, «stiamo discutendo con l’Onu, con l’Egitto e con diversi attori a riguardo». Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ieri a Doha, ha affermato di aver chiesto a Israele di prendere «ogni possibile precauzione per evitare rischi per i civili. Le autorità Usa», ha aggiunto Blinken, «sono in contatto con le organizzazioni umanitarie internazionali per stabilire una zona sicura per i civili nella striscia di Gaza». «Vogliamo assicurarci», ha riferito invece Kirby, che ha detto che gli Usa non sono stati informati dell’ordine di evacuazione, «che coloro che vogliono andarsene abbiano la possibilità di andarsene».Nessuna buona notizia sui tre ostaggi italiani. Per il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, «sono probabilmente nelle mani di Hamas. La priorità è salvarli».