2025-07-26
Gaza, Macron fa il bullo con Israele: «Riconosciamo lo Stato di Palestina»
Trattative in stallo per la pace nella Striscia, dubbi sulla volontà di Hamas di raggiungere un accordo. La mossa del presidente francese fa arrabbiare Benjamin Netanyahu: «Una decisione che premia il terrore».Resta parzialmente sospesa la questione delle trattative per risolvere la crisi di Gaza. Ieri, fonti governative egiziane hanno riferito che i negoziati per la tregua nella Striscia dovrebbero riprendere la prossima settimana: una rivelazione, questa, che è stata confermata da Hamas ma smentita da un diplomatico arabo. «L’inviato speciale per il Medio Oriente, Steve Witkoff, aveva ragione. Hamas è l’ostacolo a un accordo per il rilascio degli ostaggi. Insieme ai nostri alleati statunitensi, stiamo ora valutando opzioni alternative per riportare a casa i nostri ostaggi», ha affermato, dall’altra parte, Benjamin Netanyahu, mentre Donald Trump ha dichiarato che la stessa Hamas «non voleva raggiungere un accordo» e che «bisognerà sbarazzarsi» di essa, definendo «braccati» i suoi leader. Ricordiamo che, giovedì, Israele aveva ritirato il proprio team negoziale e che Witkoff aveva accusato l’organizzazione terroristica palestinese di «mancanza di volontà di raggiungere un cessate il fuoco». In questo quadro, ieri lo Stato ebraico ha fatto sapere di voler presto permettere alla Giordania e agli Emirati arabi uniti di riprendere a paracadutare i propri aiuti umanitari sulla Striscia. Sempre ieri, Londra, Berlino e Parigi hanno chiesto congiuntamente a Israele di «revocare immediatamente le restrizioni al flusso di aiuti», definendo una «catastrofe umanitaria» la situazione a Gaza. Più o meno nelle stesse ore, l’agenzia di stampa palestinese Wafa riportava che le forze israeliane avevano arrestato il Gran Muftì di Gerusalemme, Mohammad Hussein, che è stato successivamente rilasciato.Continua intanto a tenere banco il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte della Francia, che Emmanuel Macron ha annunciato di voler formalizzare a settembre in sede Onu. La mossa ha innescato la dura reazione di Israele. «Condanniamo fermamente la decisione del presidente Macron di riconoscere uno Stato palestinese nei pressi di Tel Aviv in seguito al massacro del 7 ottobre. Una simile mossa premia il terrore e rischia di creare un altro proxy iraniano, proprio come è successo a Gaza», ha dichiarato l’ufficio di Netanyahu. Oltre che dall’Anp, l’annuncio francese è stato benaccolto da Arabia Saudita, Qatar e Kuwait. Di tutt’altro avviso si sono invece mostrati vari Paesi occidentali, a partire dagli Usa.«Gli Stati Uniti respingono fermamente il piano di Emmanuel Macron di riconoscere uno Stato palestinese all’Assemblea generale delle Nazioni Unite», ha affermato il segretario di Stato americano, Marco Rubio. «Questa decisione sconsiderata non fa che alimentare la propaganda di Hamas e ostacola la pace. È uno schiaffo in faccia alle vittime del 7 ottobre», ha proseguito. «Quello che dice non ha importanza. Non cambierà nulla», ha rincarato la dose Trump, riferendosi al capo dell’Eliseo. «La sicurezza di Israele è di fondamentale importanza per il governo tedesco. Il governo tedesco non ha quindi intenzione di riconoscere uno Stato palestinese a breve termine», ha dichiarato un portavoce dell’esecutivo di Berlino. Il freno a mano è stato altresì tirato da Londra. Keir Starmer ha infatti sostenuto che il riconoscimento dello Stato palestinese dovrebbe «essere parte di un piano più ampio che alla fine porti a una soluzione a due Stati e a una sicurezza duratura per palestinesi e israeliani». «L’Italia è per la soluzione due popoli e due Stati ma il riconoscimento del nuovo Stato palestinese deve avvenire in contemporanea con il riconoscimento da parte loro dello Stato di Israele. A noi interessa la pace, non la vittoria di uno sull’altro e siamo il Paese al mondo che ha accolto il maggior numero di rifugiati da Gaza», ha inoltre dichiarato il titolare della Farnesina, Antonio Tajani.Il sospetto è che la mossa di Macron nasca fondamentalmente da un calcolo politico. Il presidente francese cerca innanzitutto di aumentare la propria influenza sui Paesi del Golfo. Dall’altra parte, punta a indebolire le relazioni transatlantiche, creando un nuovo fronte di scontro con Washington, con il preciso obiettivo di candidare Parigi a punto di riferimento geopolitico per i Paesi europei. All’atto pratico, sembra però abbastanza improbabile che la decisione del presidente francese possa produrre qualche risultato significativo. Rischia infatti soltanto di spaccare ulteriormente il fronte occidentale sulla questione di Gaza, allontanando così ancora di più una soluzione diplomatica della crisi.Nel frattempo, ieri, si sono tenuti a Istanbul dei colloqui tra Teheran, Londra, Parigi e Berlino sul nucleare iraniano. «Abbiamo avuto un colloquio serio, franco e dettagliato», ha dichiarato il viceministro degli Esteri iraniano, Kazem Gharibabadi, specificando che è stata anche affrontata la questione del possibile ripristino delle sanzioni, sospese nel 2015. «Si è convenuto che le consultazioni su questo tema sarebbero proseguite», ha continuato. Ricordiamo che Washington - in accordo con Berlino, Londra e Parigi - ha dato tempo al regime khomeinista fino a fine agosto per concludere un nuovo accordo sull’energia atomica. Di recente, Trump non ha inoltre escluso nuovi bombardamenti ai siti nucleari iraniani, qualora Teheran non rinunciasse all’arricchimento dell’uranio. Nel frattempo, ieri l’Idf ha ucciso un comandante di Hezbollah durante un bombardamento nel Libano meridionale. Dall’altra parte, Gerusalemme e Damasco, con la mediazione Usa, starebbero approntando un accordo, per spartirsi le zone di influenza nel Sudovest della Siria.
Ecco #DimmiLaVerità dell'8 settembre 2025. Il generale Giuseppe Santomartino ci parla dell'attentato avvenuto a Gerusalemme: «Che cosa sta succedendo in Medio Oriente? Il ruolo di Hamas e la questione Cisgiordania».