2020-03-04
Gabrielli col vizio di attaccare la Lega. Ma dem e grillini condannano Salvini
Matteo Salvini e Franco Gabrielli (Stefano Montesi, Corbis via Getty Images)
Il segretario del Carroccio «dispiaciuto» per le nuove frasi del leader della polizia scoperte dalla Verità. I giallorossi ignorano la scortesia del prefetto e insorgono in sua difesa. Luciana Lamorgese: «Piena fiducia».Nessuno tocchi il capo della polizia. Il sunto delle reazioni allo scoop della Verità di ieri è uno strabiliante cambio di prospettiva. Governo e maggioranza che scovano l'ennesimo pretesto per attaccare Matteo Salvini. L'imperdibile occasione è il testo dell'audio pubblicato ieri. È il 3 ottobre 2019. Franco Gabrielli è nelle stanze del dipartimento di pubblica sicurezza. Davanti a tutte le sigle sindacali del corpo, ricorda come fosse «facile avere preferenze sessuali usufruendo delle parti sfinteriche degli altri». Un concetto reiterato qualche giorno fa, lo scorso 24 febbraio. Gabrielli, ancora in un incontro sindacale, ricorre alla metafora anatomica: «Tu non puoi dire “le squadre nautiche non si toccano" e poi non mi cambi la norma. Perché, in quel momento, tu ti comporti in un certo modo: utilizzando lo sfintere di un altro». Il video, scovato dal sito del Giornale, contiene altri passaggi eloquenti: «In un Paese normale ci avrebbero già preso a calci nel sedere». Fino all'accenno a un detto romanesco, lasciato per l'occasione incompiuto: «Grazie, Graziella e...». Salvini ci resta male: «Sono stupito e rammaricato per le parole e i commenti sgradevoli e ben poco istituzionali». Così Gabrielli chiude la polemica: «Mi scuso se tutto ciò possa avere suscitato una comprensibile amarezza».Insomma, sembrava finita come fra gentiluomini. Ma l'articolo della Verità riapre l'argomento. Salvini commenta: «Lontano da ogni spirito polemico, penso che il massimo dirigente della pubblica sicurezza in questo Paese dovrebbe parlare in maniera diversa nel rispetto dei ruoli e della verità storica. Mi dispiace enormemente anche a nome dei 90.000 poliziotti, che meritano una guida adeguata». I sindacati, ovviamente, difendono Gabrielli. «Non consentiamo a nessuno di mettere il cappello sulla polizia. Non abbiamo bisogno di leader politici che si ergano a portavoce», avverte ad esempio Domenico Pianese, segretario generale del Coisp. E fin qui, nessuna sorpresa. È piuttosto il contrattacco governativo a lasciare perplessi. In difesa del vessato servitore della patria, i giallorossi schierano stavolta un tridente coi fiocchi. Il primo takle è della solitamente taciturna Luciana Lamorgese, che ha sostituito Salvini alla guida del Viminale: «Il capo della polizia gode della mia piena fiducia e di quella dei suoi uomini. Il suo impegno e il suo lavoro mostrano la piena adeguatezza al ruolo ricoperto». E uno. Giunge dalle retrovie pure il suo viceministro, il dem Matteo Mauri: «L'attacco è strumentale e ingiustificato. Gabrielli ha garantito in questi anni una guida solida, autorevole e riconosciuta. Queste caratteristiche dovrebbero essere considerate un patrimonio importante da parte di tutti. Salvini può tornare tranquillamente a giocare con felpe e cappellini». E due. Il terzo assalto è invece del Movimento. A intervenire è Nicola Morra, il pentastellato più ultralegalitario dell'emiciclo. Il presidente della commissione Antimafia azzanna: «In un momento tanto delicato per l'Italia, gli attacchi al prefetto Gabrielli risultano vergognosi e pericolosi». Aggiunge che al capitano leghista mancherebbe senso delle istituzioni. «Mentre migliaia di italiani stanno lavorando giorno e notte per fronteggiare l'emergenza coronavirus», assalta l'indomito Morra, «il capo della Lega polemizza strumentalmente». Insomma, strumentalmente mica tanto. Per ben due volte, nel giro di pochi giorni, ha appreso che Gabrielli va sostenendo che si diletta a giocare con l'altrui culo, pardon sfintere. E, alla fine, ha detto la sua. Il senatore Stefano Candiani, sottosegretario all'Interno in epoca salviniana, riassume dunque il cortocircuito: «“Sfintere", “calci nel sedere", “assumo tuo sorella", “grazie, graziella e grazie...": sono solo alcune delle espressioni usate e ripetute dal capo della polizia nei confronti di Salvini, in riunioni diverse e davanti ai sindacati delle forze dell'ordine». E invece per Pd, 5 stelle e Lamorgese il problema «non è Gabrielli ma il leader dell'opposizione». Candiani conclude: «L'Italia non è un Paese normale». Insomma, sarebbe il ribaltamento dell'ordinarietà. Il mondo alla rovescia. Un conto è voler difendere il capo della polizia. Altro è scagliarlo contro l'opposizione. Il capogruppo leghista alla Camera, Massimiliano Romeo, così aggiunge: «La credibilità delle istituzioni si difende anche ammettendo gli errori, ma la maggioranza è ormai specializzata nel difendere l'indifendibile». O meglio, l'intoccabile.