2023-09-10
Il G20 condanna la guerra ma si «scorda» della Russia. E vuole altre strette green
Nella dichiarazione finale i leader denunciano il conflitto in Ucraina ma non citano l’aggressore. Però sono tutti d’accordo nello spingere sulla transizione energetica.C’è un’immagine che più di tutte testimonia quanto accaduto alla riunione del G20 che si tiene a Nuova Delhi (India) e che si concluderà questa mattina con la sessione denominata One Future: il presidente americano Joe Biden sorridente, stringe la mano al principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (MbS) insieme al padrone di casa il premier indiano Narendra Modi. Biden durante la sua campagna elettorale aveva accusato e anche insultato bin Salman dandogli del «pariah», in quanto ritenuto il mandante dell’omicidio del giornalista dissidente Jamal Khashoggi avvenuto nel 2018 a Istanbul.Ora in ossequio al realismo politico il presidente americano, che all’epoca dei fatti si era fatto dettare la linea dalle frange più estreme dei democratici anche nel timore che bin Salman abbracciasse Mosca e Pechino, sta ricostruendo l’asse con i sauditi e con Gerusalemme, a sua volta maltrattata nel recente passato. Detto della retromarcia di Biden, il G20 che ha visto l’assenza contemporanea di Vladimir Putin e del leader cinese Xi Jinping, nel pomeriggio di ieri ha trovato l’accordo sulla dichiarazione finale e anche se non c’è la condanna per Mosca vista l’invasione dell’Ucraina (era impossibile, visto che Mosca è al tavolo con il suo ministro degli Esteri, Sergei Lavrov), non ha risparmiato le critiche al Cremlino. Nel testo si legge che «tutti gli Stati devono agire in modo coerente con gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite nella sua interezza». Inoltre, «tutti gli Stati devono astenersi dalla minaccia o dall’uso della forza, per cercare di acquisire territori contro l’integrità territoriale e la sovranità o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato». Anche qui la Russia non viene citata, tuttavia è evidente il riferimento a chi ha invaso l’Ucraina: «Chiediamo a tutti gli Stati di sostenere i principi del diritto internazionale, tra cui l’integrità territoriale e la sovranità, il diritto internazionale umanitario e il sistema multilaterale che salvaguarda la pace e la stabilità».Qui il riferimento è alla questione del grano e al fatto che Mosca continua a bloccare le esportazioni di Kiev con il rischio di affamare Paesi fragilissimi come quelli africani. Il portavoce del ministero degli Esteri ucraino, Oleg Nikolenko, in un post su X ha scritto: «Il G20 ha adottato una dichiarazione finale. Siamo grati ai partner che hanno cercato di includere una formulazione forte nel testo. Tuttavia, per quanto riguarda l’aggressione della Russia contro l’Ucraina, il G20 non ha nulla di cui essere orgoglioso». Altro passaggio di rilievo nel documento è quello relativo ai pericoli futuri: «L’uso o la minaccia dell’uso di armi nucleari è inammissibile».Il testo finale è arrivato dopo un difficilissimo negoziato come ha detto il premier indiano Modi: «Ci sono state opinioni e valutazioni diverse sulla situazione», che ha rischiato fino all’ultimo momento di fallire come era già successo l’anno scorso a Bali (Indonesia). Rilevante il fatto che, nonostante Cina e Russia si siano dette contrarie al linguaggio utilizzato, India, Brasile e Sudafrica lo abbiano accettato. Ma qui c’è un altro aspetto che va segnalato ed è quello relativo alla sottoscrizione della dichiarazione congiunta con cui ribadiscono la loro adesione e la centralità del G20.Ma perché? Forse la ragione va cercata nella firma del «Memorandum of understanding» che parla della costruzione del nuovo corridoio di trasporti e comunicazioni che va dall’India all’Europa, passando per Arabia Saudita e Israele. Se qualcuno cerca un vincitore in questo G20 occorre guardare a Modi, troppe volte sottovalutato, che con questa mossa isola Vladimir Putin e Xi Jinping con un progetto infrastrutturale voluto fortemente da Washington (in chiave anti Via della seta cinese), che per mesi ha lavorato sulla distensione con l’Arabia Saudita e il principe ereditario Mohammed bin Salman. Questi è notoriamente sempre interessato ai progetti infrastrutturali che possano essere inseriti nel suo piano Vision 2030 sviluppato per ridurre la propria dipendenza dal petrolio e diversificare l’economia del Paese.Per il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, il G20 è stato anche l’occasione di incontrare sia il premier indiano Modi sia il primo ministro della Repubblica popolare cinese, Li Qiang. Il colloquio, si legge in una nota di Palazzo Chigi, «ha confermato la comune intenzione di consolidare e approfondire il dialogo tra Roma e Pechino sulle principali questioni bilaterali e internazionali. Italia e Cina condividono un Partenariato strategico globale di cui, il prossimo anno, ricorrerà il ventesimo anniversario e che costituirà il faro per l’avanzamento dell’amicizia e della collaborazione tra le due nazioni in ogni settore di comune interesse».Poco prima dell’inizio del G20 António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, durante una conferenza stampa aveva chiesto un’azione collettiva immediata del G20 sul clima e sugli obiettivi di sviluppo sostenibile nel contesto delle sfide globali: «Ho presentato misure concrete che produrrebbero benefici immediati, tra cui uno stimolo di almeno 500 miliardi di dollari all’anno, un meccanismo efficace di recupero del debito per sostenere le sospensioni dei pagamenti, termini di prestito più lunghi e tassi più bassi a condizioni più giuste per i Paesi in via di sviluppo in difficoltà». I leader del G20 hanno colto il messaggio, ma solo in parte le proposte di Guterres perché, se è vero che spingono per la transizione energetica e la questione dei cambiamenti climatici, nel documento finale non c’è alcuna traccia di un impegno temporale sull’eliminazione dei combustibili fossili ma c’è un generico «vogliamo accelerare gli sforzi verso l’eliminazione graduale dell’energia a carbone».A questo proposito si apprende che l’Italia sostiene con convinzione l’istituzione dell’Alleanza globale sui biocarburanti (Global biofuel alliance), con l’obiettivo di favorire la diffusione dei biocarburanti e la transizione energetica a livello globale, proposta dall’India nel corso della ministeriale Energia G20 dello scorso 22 luglio a Goa.