2024-06-15
Fuori Salis, dentro Toti
Mentre la «cacciatrice di nazisti» in trasferta festeggia l’elezione che le consente di lasciare la custodia cautelare in Ungheria, l’ex direttore resta al «confino domestico». Per quanto tempo ancora i pm di Genova dovranno continuare a indagare su di lui? Adesso ho capito perché Giovanni Toti è stato arrestato il 7 maggio e non mesi prima, come avevano richiesto i pm. Se le manette fossero scattate in anticipo, il governatore della Liguria avrebbe avuto il tempo di candidarsi alle elezioni europee e, una volta eletto, di sottrarsi all’ordine di custodia cautelare, come ha fatto Ilaria Salis. Eh, sì: la scappatoia per uscire dai domiciliari era farsi spedire a Bruxelles, proprio come la maestrina dalla penna rossa, quella arrestata in Ungheria con l’accusa di appartenere a un gruppo di sfascia capocce e trasformata in eroina dalla coppia Bonelli-Fratoianni, la stessa che ha portato Aboubakar Soumahoro, paladino dei migranti con le scarpe sporche, in Parlamento. Così, a causa dei ritardi con cui il gip ha acconsentito a «rinchiudere» Toti, oggi ci ritroviamo il governatore ancora ai domiciliari. E a sentire il giudice che ha respinto la richiesta di scarcerazione, a meno di un pronunciamento di segno diverso del Tribunale della Libertà, a cui credo faranno ricorso i suoi legali, l’ex direttore del Tg4 e di Studio aperto dovrebbe restare agli arresti preventivi almeno fino alle prossime elezioni del 2025, sempre naturalmente che nel 2026 non ci siano altre chiamate al voto. In tal caso, secondo la tesi espressa dalla magistrata che ha deciso di mantenere la custodia in casa, non passando anno senza che non ci sia una campagna elettorale e qualcuno da indicare sulla scheda, c’è il rischio che il governatore rimanga chiuso in casa per i prossimi anni, in attesa del processo, se mai ci sarà. Ovviamente sono paradossi che si fa fatica a comprendere. La Salis liberata e portata in trionfo nonostante l’accusa gravissima di andare in giro a martellare chi non la pensa come lei. Toti invece ai domiciliari per il sospetto che i 74.000 euro denunciati in quattro anni come finanziamento pubblico per le sue attività politiche (e effettivamente impiegati a tale scopo durante varie campagne elettorali) in realtà fossero tangenti camuffate da regolari bonifici. A dire il vero, i pagamenti sono stati effettuati in chiaro e non in nero, con tanto di trasferimento bancario da conto a conto e relativa dicitura. Ma per i pm sempre frutto di corruzione sono, perché il governatore ha richiesto quei soldi mentre erano in corso decisioni che riguardavano l’imprenditore che erogava.Dunque, da quel che si capisce, Toti è destinato a restare dentro fino alla fine, cioè fino a che non intervenga uno dei seguenti fattori: o le dimissioni dello stesso governatore oppure la fine del processo. Infatti, secondo ciò che scrive il giudice per le indagini preliminari rigettando la richiesta di scarcerazione, c’è sempre il pericolo che l’ex direttore reiteri le condotte criminose di cui è accusato. Quindi, siccome se esce di casa c’è il pericolo che vada in giro a raccattare altri soldi per altre campagne elettorali - è la tesi del gip - bisogna tenerlo agli arresti fino a quando farà il governatore e fino a che ci saranno elezioni alle viste, cioè per la vita. A essere sinceri non si era mai visto un presidente di Regione condannato a restare ai domiciliari perché ci sono le elezioni e poche volte ci è capitato che la custodia cautelare non fosse prevista come misura eccezionale, a termine. Da mantenere fino a che non siano stati fatti tutti gli accertamenti in vista di un rinvio a giudizio. Nel caso in questione, i magistrati hanno avuto tempo di indagare per anni e hanno tenuto sotto controllo telefoni, abitazioni e yacht per almeno dodici mesi: dunque, che altro devono accertare? Pare che gli investigatori stiano procedendo a rendicontare tutte le spese del comitato elettorale di Toti, per cercare se qualche spicciolo è stato usato per comprare le caramelle invece che per le attività politiche. Embè, quanto tempo ci vuole? L’idea poi che nel caso fosse rimesso in libertà il governatore potrebbe «reiterare condotte criminose» fa ridere: credete davvero che un tizio sotto indagine per corruzione sia così fesso, una volta uscito, da tornare a chiedere soldi per una campagna politica ben sapendo che ha occhi e orecchi puntati addosso? Allora cosa dovrebbero dire i magistrati ungheresi a proposito della Salis? Che una volta liberata tornerà a frequentare il gruppetto di massacratori come è accusata d’aver fatto? Via, non scherziamo. Già appare uno scherzo che una tipa come Salis sia stata eletta onorevole del Parlamento europeo. Premiata con un superstipendio da 15.000 euro al mese per essere finita al gabbio, mentre alle vere vittime di errori giudiziari, magari rimasti in galera 30 anni come Beniamino Zuncheddu, vanno le briciole.
Elly Schlein (Imagoeconomica)
Edoardo Raspelli (Getty Images)