2020-09-29
Fuoco amico del Pd sulla Azzolina per colpire Conte
I dem contro la data del 22 ottobre per il concorso sulla scuola. Ma il vero bersaglio è il premier, ritenuto ormai sacrificabile.in politica, la strategia scelta è la destabilizzazione dell'esecutivo, per aprire una crisi di governo che si concluda con la sostituzione del presidente del Consiglio. Il punto debole del governo e del M5s è stato individuato, e del resto non ci voleva chi sa quale sforzo: trattasi di Lucia Azzolina, ministro dell'Istruzione già ampiamente indebolita dalle mille lacune dimostrate nella gestione della riapertura delle scuole. Il ministro dei banchi a rotelle e il premier col ciuffo ribelle sono legati a doppio filo: «Penso che tutto si possa imputare alla ministra Azzolina», ha detto Conte due giorni fa, «meno che un disimpegno o uno scarso impegno». «La ragazza si impegna»: il giudizio del professor Conte sulla allieva Azzolina non è di quelli che fanno entusiasmare un genitore, ma è evidente che Giuseppi non può sacrificare il ministro: sarebbe l'ammissione di aver sbagliato tutto quello che c'era da sbagliare sulla scuola. Il siluro lanciato dal Nazareno verso palazzo Chigi è il «no» alla data del 22 ottobre scelta dalla Azzolina per il via al concorso straordinario per la scuola, che dovrebbe concludersi il 9 novembre. Il concorso assegnerà 32.000 posti per i precari che hanno svolto almeno tre anni di servizio: sono arrivate 64.000 domande. La pubblicazione del bando in Gazzetta ufficiale è prevista per oggi («si farà», ha ribadito anche ieri nel tardo pomeriggio il ministro, spiegando che è confermata per oggi la fissazione della data in via definitiva). Il Pd non ci sta e chiede una «riflessione» sulla data: «Farlo ora», dice all'Ansa la responsabile Scuola del Pd, Camilla Sgambato, «significa stressare le scuole, che verranno private di molti docenti, i quali andranno a sostenere le prove del concorso. Avremmo preferito farlo a ridosso delle vacanze di Natale: fino alla pubblicazione in Gazzetta ufficiale ogni ripensamento è possibile, la decisione spetta al ministero dell'Istruzione. È inoltre necessario», aggiunge la Sgambato, «tutelare chi è in quarantena, magari per un positivo presente nella scuola in cui insegna: va cercata una soluzione, per esempio trovando un'altra data per questi candidati o facendo loro svolgere la prova tutti in una stessa scuola, sarebbe ingiusto non farli partecipare al concorso».Problemi anche per molti docenti precari che per partecipare al concorso dovrebbero lasciare la cattedra che hanno appena preso per quasi una settimana. «È sbagliato e contro ogni buon senso», incalza il senatore dem Francesco Verducci, vicepresidente della commissione Cultura e Istruzione di Palazzo Madama, «convocare concorsi in piena pandemia. Ci sono innumerevoli quarantene dovute a contagi scolastici. Non capisco come si possa ignorare tutto questo».A chiedere una data diversa per il concorso sono anche i sindacati della scuola. Il M5s fa muro a difesa della Azzolina: «Respingiamo al mittente», scrivono gli esponenti pentastellati in commissione Istruzione al Senato «la proposta di rinviare il concorso straordinario per la scuola giunta oggi dalla responsabile scuola del Partito democratico. Ora che siamo in dirittura d'arrivo per l'inizio delle prove, previsto per il 22 ottobre», aggiungono i senatori del M5s, «un ulteriore rinvio sarebbe una presa in giro per gli oltre 60.000 candidati, senza contare il mezzo milione di candidati al concorso ordinario che verrebbe di conseguenza spostato in avanti. Non possiamo permetterlo».Ci si aspetterebbe un attacco anche e soprattutto dai renziani, ma Italia viva affida al capogruppo in commissione Cultura alla Camera, Gabriele Toccafondi, una difesa della data: «Occorre forse chiarirsi», dice Toccafondi, «sulla questione di fondo: servono insegnanti a tempo indeterminato per dare ai ragazzi certezze e stabilità? Serve un concorso e una selezione per avere insegnanti stabilizzati? Più si rimandano i concorsi, più questa certezza si allontana». Ma come, si chiederà il lettore: proprio Italia viva difende la Azzolina? Per niente: in realtà, come la Verità ha ampiamente anticipato, la poltrona di ministro dell'Istruzione è nel mirino di Maria Elena Boschi, quindi i renziani ci vanno coi piedi di piombo. A complicare ancora di più la situazione, incombe la mozione di sfiducia contro la Azzolina presentata dalla Lega: «Un'altra assurdità: il ministro Azzolina», attacca Matteo Salvini ad Aria Pulita, su 7 Gold, «in piena crisi perché stanno aumento i contagi, ha fissato un mega concorso per 64.000 insegnanti che da tutta Italia dovrebbero andare a Roma. Ma ti pare il momento in cui di far muovere 64.000 insegnanti, a ottobre? Ci sono i precari che insegnano da 10 anni? Stabilizza quelli. La proposta formale della Lega», aggiunge Salvini, «è non fare nessun concorso in un periodo delicato come questo, con rischi per la salute e migliaia di cattedre ancora vuote, e stabilizzare le migliaia di precari che insegnano già da anni. Questa settimana chiediamo la calendarizzazione della mozione di sfiducia nei confronti del ministro Azzolina. Se il Pd è coerente, voti per mandarla a casa». Salvini si inserisce così nello scontro Pd-M5s, mandando in corto circuito entrambi i duellanti. Ieri, praticamente in contemporanea, Pd e M5s hanno dato vita a due vertici paralleli: Nicola Zingaretti ha riunito ministri e capigruppo dem in videoconferenza, mentre Vito Crimi ha convocato i ministri grillini in un agriturismo nei pressi di Roma. Il Pd prepara l'affondo finale anche sul Mes.
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