2020-12-11
Fughe, scorte e patrimoni. La famiglia allargata di Conte porta solo guai
Dagli agenti del premier usati come bodyguard alle segnalazioni dell'Uif fino al dl Rilancio. Cresce l'imbarazzo a Palazzo Chigi.Le parentele acquisite del premier, Giuseppe Conte, cominciano a diventare davvero molto imbarazzanti per il governo: e la notizia della cancellazione della condanna per peculato per il papà della fidanzata che non aveva versato 2 milioni di euro di tassa di soggiorno del Plaza, l'hotel romano superlusso controllato pure da Olivia Paladino, è solo l'ultima nota dolente. Non per la riforma della sentenza di patteggiamento a un anno e due mesi di reclusione, che era diventata definitiva e che gli avvocati di mister Cesare Paladino sono stati bravi a ribaltare, ma perché è la diretta conseguenza di una riforma voluta dal governo giallorosso capeggiato da Giuseppi. Con un colpo di spugna, infatti, il 19 maggio 2020, grazie al comma terzo e al comma quarto dell'articolo 180 del decreto Rilancio, per la legislazione italiana la condotta di omesso versamento dell'imposta di soggiorno non è più un reato penale. Un'operazione che fa il paio con la rottamazione ter varata dal primo governo Conte (che ha dimezzato i 36 milioni di debiti con l'Agenzia delle entrate) e che a soli sette mesi dalla sua approvazione ha fruttato la risoluzione dei problemi penali di mister Paladino. «Chissà che ne pensano Grillo, M5s, Anac, Antitrust. Chissà che ne pensa il direttore dell'Agenzia delle entrate, che spiega come i 90 miliardi di euro di evasione fiscale annua siano la vera piaga che impedisce all'Italia di avere servizi efficienti e tasse più basse». Il deputato di Italia viva e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi, si è sfogato su Facebook. E si è chiesto: «C'è ancora qualcuno che ha il coraggio di dire che le domande delle Iene, contro le quali sono stati mandati a intervenire addirittura gli agenti della scorta del premier, non meritavano risposte?». C'è da precisare che i 2 milioni di euro, poi, Paladino, con i suoi tempi, li ha restituiti al Comune. Ma la domanda di Anzaldi sulla scorta del premier che è andata in soccorso di Olivia, rintanata nel market sotto casa resta ancora senza risposte. Il salvataggio di Olivia è costato un'iscrizione nel registro degli indagati con relativo invio degli atti al tribunale dei ministri (nato da un esposto di Roberta Angelilli di Fdi dopo lo scoop della Verità). Gli uomini della scorta, stando alla ricostruzione del ministero dell'Interno, avrebbero aiutato Olivia a uscire dal market e lei, senza salire sull'auto blu, sarebbe rientrata a piedi a casa. Lasciando in custodia al titolare dell'alimentari, però, la sua borsa da palestra. Su Dagospia, a quel punto, Dago si è chiesto se «la pallida Paladino si andava per caso ad allenare in una palestra il 26 ottobre, il giorno dopo il dpcm firmato dal suo compagno che ha decretato la chiusura di tutte le strutture sportive al chiuso d'Italia». Qualche giorno dopo, la sera di Halloween per la precisione, si accendono i riflettori su un nuovo giallo: Giuseppi e Olivia a cena in un'enoteca, nonostante la chiusura dei locali stabilita da uno dei dpcm. Il titolare del locale spiegò: «Una delle ultime volte che sono venuti al locale mi pare che fosse settembre». Il registro delle prenotazioni non ha aiutato a fare chiarezza. E l'ufficio stampa di Palazzo Chigi ha confermato la versione. È rimasto in silenzio, invece, quando l'Uif, l'Unità di informazione finanziaria di Bankitalia, ha segnalato una pioggia sospetta di denaro sonante sul conto corrente della società di mister Paladino. Era il 24 gennaio 2019 e sul conto arrivò un doppio deposito per un totale di 42.000 euro in pezzi extralarge: tutte banconote da 500. Ma anche lady Paladino era entrata nel mirino degli 007 dell'Uif, insieme alla sorella Cristiana e al fratellastro John Rolf Shawn Shadow, per un rimborso di un vecchio prestito di 1 miliardo di lire erogato, nel lontano 1994, dalla Banca popolare della Marsica.
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Charlie Kirk (Getty Images)