2025-02-20
Le frottole di Rula sulle «vendette» del tycoon
Rula Jebreal (Getty Images)
La giornalista palestinese dice che gli Stati Uniti sono terrorizzati da Donald Trump, liberatore di criminali e crudele con le minoranze. Ma la realtà, anche in questo caso, batte i pregiudizi: sono state pochissime e contenute le proteste dal giorno del suo insediamento.L’altra sera ho partecipato alla trasmissione di Bianca Berlinguer, su Rete 4. Tra gli ospiti c’era Rula Jebreal, giornalista palestinese con passaporto israeliano, da anni trapiantata in America. E proprio dagli Stati Uniti si è collegata per raccontarci un Paese sconvolto dalle decisioni di Donald Trump, un Paese che in poche settimane è sprofondato in un «clima teso e di paura». Alla conduttrice che le chiedeva di raccontare cosa fosse cambiato dopo l’insediamento alla Casa Bianca del nuovo presidente, la giornalista che affiancò Michele Santoro ad Anno zero ha spiegato che la situazione è molto diversa rispetto a quando c’era Joe Biden, perché Trump ha liberato i 1.500 criminali che, nel gennaio di quattro anni fa, assaltarono Capitol Hill. «Così ha legittimato la loro ideologia», ha detto Jebreal, aggiungendo che, oltre ad aver scarcerato persone violente che oggi reclamano vendetta, Trump ha tolto la scorta ad Anthony Fauci, Liz Cheney e John Bolton. Insomma, a sentire la collega espatriata a Miami, negli Usa si registra un clima cupo e di tensione, dove le minoranze sono preoccupate in maniera molto seria.Spenta la tv, l’angoscia di Rula mi ha, però, lasciato un senso di inquietudine che mi ha spinto dopo averci dormito sopra ad approfondire, per capire che cosa stia succedendo nel Paese che amo e che ho visitato spesso. Certo, mi era nota la decisione di graziare i manifestanti che presero parte all’assalto di Capitol Hill e anche la disposizione di togliere la scorta allo zar dei vaccini, ma non mi era sembrato che i provvedimenti di Trump avessero creato la situazione di tensione descritta dalla collega. Anzi, le prime settimane del tycoon mi pareva fossero state accolte con curiosità e, in qualche caso, anche con un certo entusiasmo. Non tanto per la grazia ai condannati del 6 gennaio 2021, ma per le azioni contro i clandestini, l’introduzione dei dazi e le iniziative per un cessate il fuoco tra Ucraina e Russia. Mi sarò distratto, mi sono detto. Avrò perso di vista lo sconcerto che attraversa la società americana, preso com’ero a tenere d’occhio l’andamento di Wall Street, vero termometro dell’economia a stelle e strisce.Ma poi mi è caduto l’occhio su un breve appunto di Federico Rampini (diamo al collega quel che è del collega), il quale segnalava una notizia pubblicata dal New York Times, il giornale liberal della Grande mela, fiero oppositore delle politiche e della rielezione di Trump. Beh, sulla storica testata vicina al partito democratico di Obama e Clinton si riferiva della manifestazione organizzata in occasione del President’s day, ossia del giorno del presidente. Nel passato, quando l’attuale inquilino della Casa Bianca vinse a sorpresa contro Hillary Clinton, a Washington si radunò una folla di contestatori che innalzava cartelli contro Trump. Fu una protesta quasi di massa, al grido di «Not my President’s day». E questa volta? Il New York Times ha pubblicato un articoletto nell’ultima pagina del giornale. Sì, nessuna manifestazione oceanica, tale da meritare la prima pagina o almeno un’apertura delle sezioni più importanti. Solo un raduno di poche persone, al punto da spingere la testata che più si è battuta contro il nuovo presidente a nascondere - o quasi - il flop. Ma come? Non c’è un clima teso? Le persone non sono preoccupate per la liberazione di 1.500 criminali e per il clima di vendetta che si respira? Non c’è angoscia dopo la decisione di togliere la scorta a Anthony Fauci, nonostante le molte minacce che l’uomo dei vaccini ha ricevuto? Evidentemente no. La paura delle minoranze descritta dalla Jebreal, se c’è, è nascosta molto bene e, al momento, non ha spinto in piazza nessuno. Rampini, commentando l’assenza delle donne e della comunità Lgbt alla manifestazione contro Trump, dice che questo dovrebbe far riflettere. Ma non solo chi non si è presentato all’appuntamento, penso io: anche coloro che continuano a lanciare allarmi. Così come nel 2016 molti giornalisti non capirono perché Trump fu eletto e così, come pochi mesi fa, si sono fatti contagiare dalle risate di Kamala Harris credendola in vantaggio, oggi continuano a non comprendere ciò che hanno sotto gli occhi e a scambiare i loro desideri, le loro aspettative, i loro pregiudizi, per la realtà. E allora si inventano un clima di tensione, una paura che al momento nessuno vede.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.