2023-04-11
E scoppia il caso sulle frasi censurate dall’Eliseo nell’intervista a «Politico»
Il ministro francese dell’Economia, Bruno Le Maire (Ansa)
I giornalisti: «Testo tagliato in diverse parti, però Macron ha parlato ancora più francamente di Taiwan». Possibili dichiarazioni incendiarie anche sul dollaro.Emmanuel Macron ha parlato con un ristretto gruppo di giornalisti tornando da Pechino a Guangzhou, nel Sud della Cina, a bordo del Cotam Unité, l’aereo presidenziale francese. Le dichiarazioni sono uscite in due articoli, uno di Les Echos e uno di Politico. Nel primo vengono più sfumate le critiche a Washington rispetto al secondo. Ma la vera differenza sta nel fatto che alcune dichiarazioni raccolte da Politico sono state tagliate su richiesta dello staff dell’Eliseo. Insomma, qualcosa in più era stato scritto ma non lo leggeremo. Dopo aver trascorso circa sei ore con il presidente cinese Xi Jinping, Macron ha sottolineato a Politico la sua teoria preferita di «autonomia strategica» per l’Europa, presumibilmente guidata dalla Francia, per diventare una «terza superpotenza». Ha detto che «il grande rischio» che l’Europa deve affrontare è quello di venire coinvolta «in crisi che non sono le nostre, che le impediscono di costruire la sua autonomia strategica». L’Europa deve quindi ridurre la sua dipendenza dagli Stati Uniti ed evitare di essere trascinata in uno scontro tra Cina e Usa su Taiwan. «Il paradosso sarebbe che, sopraffatti dal panico, crediamo di essere solo seguaci dell’America», ha aggiunto. «La domanda a cui gli europei devono rispondere... è nel nostro interesse accelerare (una crisi) su Taiwan? No». Macron ha anche affermato che l’Europa ha aumentato la sua dipendenza dagli Stati Uniti per le armi e l’energia e ora deve concentrarsi sul potenziamento delle industrie della difesa europee. E ha suggerito che l’Ue dovrebbe ridurre la sua dipendenza dalla «extraterritorialità del dollaro Usa». Perché «se le tensioni tra le due superpotenze si surriscaldano... non avremo il tempo né le risorse per finanziare la nostra autonomia strategica e diventeremo vassalli», ha detto. «Essendo uno dei cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e l’unica potenza nucleare dell’Ue, la Francia si trova militarmente in una posizione unica. Tuttavia, il Paese ha contribuito molto meno alla difesa dell’Ucraina contro l’invasione della Russia rispetto a molti altri», viene chiosato dagli autori dell’articolo di Politico. Che si conclude con un passaggio in corsivo assai rilevante. Riportiamo, tradotte, le ultime dieci righe dell’articolo firmato da Jamil Anderlini e Clea Caulcutt: «L’ufficio del presidente francese, noto come Palazzo dell’Eliseo, ha insistito per controllare e “correggere le bozze” di tutte le citazioni del presidente da pubblicare in questo articolo come condizione per concedere l’intervista. Ciò viola gli standard editoriali e la politica di Politico, ma abbiamo accettato i termini per parlare direttamente con il presidente francese. Politico ha insistito sul fatto che non può ingannare i suoi lettori e non pubblicherà nulla che il presidente non abbia detto. Le citazioni in questo articolo sono state tutte effettivamente dette dal presidente, ma alcune parti dell’intervista in cui il presidente ha parlato ancora più francamente di Taiwan e dell’autonomia strategica dell’Europa sono state tagliate dall’Eliseo». Tagliate. I due giornalisti non usano il termine «censura» ma di questo si tratta. Il punto è: cosa aveva detto Macron che i suoi consulenti non hanno voluto che venisse pubblicato? Una posizione ancora più netta sul destino di Taipei? Sull’invio delle armi in Ucraina? O un affondo ancora più marcato su una maggiore autonomia dal dollaro? Il tema, del resto, non è nuovo nell’agenda dell’Eliseo. Il riflesso condizionato gollista verso l’iperpotenza americana era emerso anche all’inizio del 2022 in relazione al completamento dell’Unione bancaria, su cui le trattative si trascinano ormai da anni, che Parigi vuole portare avanti togliendo spazio e business ai colossi del credito americano. Lo aveva detto chiaramente il 18 gennaio dell’anno scorso il ministro francese dell’Economia, Bruno Le Maire, prendendola larga: «Per la transizione verde e digitale non possiamo fare affidamento solo su soldi pubblici ma dobbiamo fare affidamento anche a fondi privati, ed è deplorevole che si debba andare a cercarli nelle grandi banche statunitensi». Le Maire è sempre stato convinto che l’Unione debba lavorare anche sul fronte della padronanza della tecnologia, «per evitare di diventare i vassalli della Cina e degli Stati Uniti». Le stesse parole usate in aereo con Politico da Macron. E Parigi da tempo è in corsa per attirare i colossi finanziari che hanno lasciato Londra dopo la Brexit con l’ambizione di diventare il nuovo epicentro finanziario. E in questa sfida ha cercato la sponda dei les amis italiens. Tanto che il dossier dell’Unione bancaria è finito nel Trattato del Quirinale firmato con il nostro Paese dove l’ex premier Mario Draghi ha però sempre ribadito una forte matrice atlantica. Così come sta facendo Giorgia Meloni. A Pechino - con una posizione condivisa dai russi e da molti Paesi del Sud del mondo, riuniti nell’inesistente area Brics - si spinge perché sia il renminbi a prendere il posto del dollaro come mezzo di pagamento internazionale. Uno scenario che l’Ue con il suo euro non dovrebbe sottovalutare. E se a Macron fosse scappato un ulteriore commento su questo tema, per il suo staff sarebbe stata sicuramente una grossa mina da disinnescare.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)
13 agosto 2025: un F-35 italiano (a sinistra) affianca un Su-27 russo nei cieli del Baltico (Aeronautica Militare)
La mattina del 13 agosto due cacciabombardieri F-35 «Lightning II» dell’Aeronautica Militare italiana erano decollati dalla base di Amari, in Estonia, per attività addestrativa. Durante il volo i piloti italiani hanno ricevuto l’ordine di «scramble» per intercettare velivoli non identificati nello spazio aereo internazionale sotto il controllo della Nato. Intervenuti immediatamente, i due aerei italiani hanno raggiunto i jet russi, due Sukhoi (un Su-27 ed un Su-24), per esercitare l’azione di deterrenza. Per la prima volta dal loro schieramento, le forze aeree italiane hanno risposto ad un allarme del centro di coordinamento Nato CAOC (Combined Air Operations Centre) di Uadem in Germania. Un mese più tardi il segretario della Nato Mark Rutte, anche in seguito all’azione di droni russi in territorio polacco del 10 settembre, ha annunciato l’avvio dell’operazione «Eastern Sentry» (Sentinella dell’Est) per la difesa dello spazio aereo di tutto il fianco orientale dei Paesi europei aderenti all’Alleanza Atlantica di cui l’Aeronautica Militare sarà probabilmente parte attiva.
L’Aeronautica Militare Italiana è da tempo impegnata all’interno della Baltic Air Policing a difesa dei cieli di Lettonia, Estonia e Lituania. La forza aerea italiana partecipa con personale e velivoli provenienti dal 32° Stormo di Amendolara e del 6° Stormo di Ghedi, operanti con F-35 e Eurofighter Typhoon, che verranno schierati dal prossimo mese di ottobre provenienti da altri reparti. Il contingente italiano (di Aeronautica ed Esercito) costituisce in ambito interforze la Task Air Force -32nd Wing e dal 1°agosto 2025 ha assunto il comando della Baltic Air Policing sostituendo l’aeronautica militare portoghese. Attualmente i velivoli italiani sono schierati presso la base aerea di Amari, situata a 37 km a sudovest della capitale Tallinn. L’aeroporto, realizzato nel 1945 al termine della seconda guerra mondiale, fu utilizzato dall’aviazione sovietica per tutti gli anni della Guerra fredda fino al 1996 in seguito all’indipendenza dell’Estonia. Dal 2004, con l’ingresso delle repubbliche baltiche nello spazio aereo occidentale, la base è passata sotto il controllo delle forze aeree dell’Alleanza Atlantica, che hanno provveduto con grandi investimenti alla modernizzazione di un aeroporto rimasto all’era sovietica. Dal 2014, anno dell’invasione russa della Crimea, i velivoli della Nato stazionano in modo continuativo nell’ambito delle operazioni di difesa dello spazio aereo delle repubbliche baltiche. Per quanto riguarda l’Italia, quella del 2025 è la terza missione in Estonia, dopo quelle del 2018 e 2021.
Oltre ai cacciabombardieri F-35 l’Aeronautica Militare ha schierato ad Amari anche un sistema antimissile Samp/T e i velivoli spia Gulfstream E-550 CAEW (come quello decollato da Amari nelle immediate circostanze dell’attacco dei droni in Polonia del 10 settembre) e Beechcraft Super King Air 350ER SPYD-R.
Il contingente italiano dell'Aeronautica Militare è attualmente comandato dal colonnello Gaetano Farina, in passato comandante delle Frecce Tricolori.
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