2023-11-16
Dopo Berlino, pure Parigi mette soldi sull’energia. Il nostro governo ci pensa
Emmanuel Macron (Getty Images)
Emmanuel Macron, come Olaf Scholz, sostiene le sue aziende nel silenzio Ue. È ora che l’Italia tiri dritto: il dl può entrare all’ultimo nel cdm.Dopo la Germania anche la Francia piccona il mercato comune chiedendo a Edf bollette calmierate. Basta stare a guardare: oggi il governo può approvare il decreto sull’energia per tutelare cittadini e aziende. Intanto, la corte di Berlino boccia 60 miliardi di aiuti Covid e riapre la partita Intel-microchip.Il governo francese si unisce a quello tedesco nell’assestare picconate al mercato unico e prolunga a dismisura il controllo dei prezzi dell’energia nucleare venduta dal monopolista di Stato, Electricité de France (Edf). Il primo ministro Élisabeth Borne ha infatti intenzione di portare il prezzo garantito cui Edf vende l’energia nucleare all’ingrosso a 70 euro/Mwh a partire dal 2026. L’accordo tra il governo e l’utility statale è stato annunciato in una conferenza stampa due giorni fa dal ministro dell’Economia Bruno Le Maire. Il livello di 70 euro/Mwh è superiore all’attuale prezzo di 42 euro/Mwh, cui Edf è già oggi obbligata per legge a vendere circa un terzo della propria energia all’ingrosso e che sarà in vigore sino a tutto il 2025. Il nuovo livello di prezzo amministrato è più alto dell’attuale, ma più basso dei prezzi di mercato correnti. Sul mercato all’ingrosso francese, oggi acquistare il prodotto forward 2026 costa 100,50 euro al megawattora (in Italia 128 euro/Mwh e in Germania 107 euro/Mwh). Se quindi un grossista in Francia siglasse in questi giorni un accordo con Edf per avere l’energia a 70 euro/Mwh avrebbe un vantaggio di 30 euro/Mwh rispetto al mercato, e potrebbe rivendere ai propri clienti a un prezzo più basso del mercato. Il livello di 70 euro/Mwh non è casuale. Nei mesi passati l’autorità francese di regolazione del settore energetico ha stabilito che il costo di produzione dell’energia nucleare di Edf nel quinquennio 2026-2030 ammonterà a 60,7 euro/Mwh. Vendendo a 70 euro/Mwh, Edf avrebbe poco meno di 10 euro/Mwh di margine garantito. Allo stesso tempo, gli operatori che acquisteranno da Edf trasferiranno a valle, ai clienti finali, il prezzo più basso. Proprio qui si situa la distorsione del mercato, che avvantaggia i consumatori francesi rispetto a quelli di altri Paesi europei. Le imprese francesi avranno costi energetici più bassi e saranno di fatto sussidiate, al pari delle imprese tedesche, cui il governo di Berlino concede decine di miliardi di sconti fiscali e sussidi diretti. Un vero e proprio dumping che colpirà le aziende dei Paesi che non attueranno le stesse politiche. Casualmente, quelle italiane. Diversamente dalla Germania, che mette sul tavolo montagne di denaro, Parigi agisce direttamente sui prezzi dell’energia tramite la controllata di Stato Edf, che, ricordiamo, è stata totalmente ri-nazionalizzata l’anno scorso.L’ingiusto vantaggio di cui le imprese francesi e tedesche godranno distorce il mercato unico, che pure è uno dei feticci dell’Unione europea. Ma sappiamo che a Bruxelles esistono figli e figliastri.Quello che secondo Mario Draghi sarà il malinconico destino dell’Unione europea se non si arriva a una maggiore integrazione, cioè il mercato unico, in realtà è esso stesso, già oggi, messo in crisi dalle continue mosse dei due maggiori Paesi dell’Unione. Dall’avvio della crisi energetica, che ha inizio nel settembre 2021, i governi di Germania e Francia sono intervenuti più volte a sostegno delle proprie economie. La Germania ha concesso aiuti per oltre 200 miliardi ed altri ne ha in serbo, la Francia per oltre 100 miliardi. Ora il prezzo amministrato francese, che sembrava dover terminare nel 2025, viene prolungato fino al 2030, mentre la Commissione europea tace e acconsente. Solo con l’Italia Bruxelles è inflessibile. Mentre permette a Francia e Germania di brigare per sé, la Commissione pretende dall’Italia l’apertura delle gare per le concessioni idroelettriche, che quasi nessun Paese dell’Unione si è sognato di fare, e la fine del mercato tutelato.Nel caso delle concessioni idroelettriche, il governo Draghi aveva preso impegni per mettere a gara le stesse, aprendo a partecipanti internazionali. Il che però significherebbe mettere nelle mani di soggetti stranieri un bene strategico come gli impianti idroelettrici. In un momento in cui la sicurezza degli approvvigionamenti energetici dovrebbe essere la priorità, questa non sembra affatto una mossa saggia. Bene, quindi, se il governo riuscirà finalmente a finalizzare il decreto Sovranità energetica di cui scriviamo da settimane. Il decreto non è all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri di oggi, ma potrebbe rientrarvi in extremis. Il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica spinge per un testo in cui la fine del mercato tutelato viene rinviata di altri sei o forse 12 mesi, con un «intervento di modifica tecnica». Nel decreto vi sarebbero poi norme per il rinnovo delle concessioni idroelettriche in essere a fronte di dettagliati piani di investimento, nonché semplificazioni per impianti di cattura di CO2 e rigassificatori. Vi è una dialettica in corso con gli uffici del ministero alle Politiche europee, che vorrebbero invece maggiore aderenza ai dettami dell’Ue. Su questo importante decreto c’è da chiedersi se e in che misura il governo intenderà prendere esempio da Parigi e Berlino, che semplicemente ignorano Bruxelles. Potrebbe essere l’inizio di un nuovo corso politico.
Giorgia Meloni e Donald Trump (Ansa)
Il valico di Rafah (Getty Images)