2020-03-27
Francia scoperta: Parigi mette in lockdown anche l'intelligence
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La riforma di servizi segreti transalpini è stata rinviata a data da destinarsi. Ma allo stesso tempo c'è un problema per gli 007 francesi per spostarsi in sicurezza in città. Molti documenti classificati sono consultabili solo in sede. In Russia invece Vladimir Putin da settimane ha organizzato un comitato di emergenza con tutte le più importanti agenzie, dal Fsb (ex Kgb) fino al Svr, il nostro Aise. Mentre il presidente Emmanuel Macron viene accusato da più parti sulle carenze di gestione dell'emergenza coronavirus, in Francia i servizi segreti si ritrovano bloccati, nel pieno di una crisi senza precedenti nella storia. A lanciare l'allarme è Intelligence online, uno dei giornali più vicini al Dgse (Direction générale de la sécurité extérieure), il nostro Aise, il servizio segreto esterno. In un editoriale si spiega che i servizi di intelligence sono andati in lockdown con il resto della nazione, un pericolo non da poco per affrontare una delle fasi più delicate per la sicurezza della repubblica francese dell'ultimo secolo. C'è anche un problema di logistica, molti file sono classificati e si possono solo consultare in sede, difficile in una fase di blocco totale della circolazione come questa.La pandemia, infatti, ha spostato di diversi mesi la riforma di servizi, ancora regolati secondo una legge del 2015 e del 2017 (Reinforcing Internal Security Act). Nei giorni scorsi diversi parlamentari di opposizione hanno impedito il blitz del primo ministro Edouard Philippe che aveva già inviato la norma al consiglio di stato in modo da superare l'emergenza sanitaria. In pratica Philippe avrebbe voluto velocizzare le pratiche anche perché gli 007 transalpini rischiano di ritrovarsi sguarniti proprio in una fase in cui i controlli sui cittadini potrebbero farsi più intensi, per mappare e schedare i contagiati o gli asintomatici da Covid-19. Il processo ora è più complesso, perché richiede l'obbligo di denuncia alla polizia e l'autorizzazione da parte di un giudice. Non è solo il Dgse a chiedere più poteri. Anche il Cnctr, cioè la commissione nazionale per le tecniche di controllo del governo (il nostro Dis), chiede un maggiore coordinamento e trasparenza sui contatti tra intelligence francese e quelle straniere. Proprio su questo punto iniziano a esserci difficoltà anche per gli agenti esteri, in realtà come Cina o Iran. Il Cnctr sta cercando di avere un maggiore controllo della sorveglianza internazionale, non solo sulle richieste di identificazione del proprietario di un numero di telefono: vuole anche certezze sul periodo di tempo in cui è possibile memorizzare i dati. Non solo, aggiunge Intelligence online, i servizi vorrebbero avere accesso alle reti di telefonia mobile, perché da tempo sottolineano le difficoltà che avranno quando verrà lanciata la tecnologia 5G. Nel mondo l'emergenza coronavirus ha toccato tutti i reparti di intelligence del mondo. Mosca, anche se ha minimizzato la situazione, ha creato un comitato di coordinamento del governo per contrastare la pandemia. Il comitato riunisce i capi della maggior parte delle agenzie di intelligence e di sicurezza della Russia. Ci sono il capo dell'Fsb (l'ex Kgb) Alexander Bortnikov , il ministro degli interni Vladimir Kolokoltsev, Viktor Zolotov, capo della Guardia Nazionale, e il capo Svr (servizio segreto estero), Sergey Narishkin. Svr da tempo lavora sull'emergenza: l'agenzia ha raccolto regolarmente in questi mesi campioni di virus dai paesi stranieri e li ha fatti analizzare dai laboratori russi in modo da poter sviluppare farmaci o vaccini.Il 15 marzo Vladimir Putin ha anche istituito un gruppo di lavoro 019-Ncov (per il nuovo coronavirus). Il comitato è composto da funzionari delle dogane, del ministero della Difesa, della protezione civile e del ministero degli Interni. Il gruppo di lavoro comprende anche Vladimir Kulishov, il capo del servizio di guardia di frontiera dell'Fsb, che, in quanto organo responsabile dell'ingresso di stranieri in Russia, è in prima linea negli sforzi del paese per fermare la diffusione del virus.