2023-04-06
La Francia vuole la sua via della seta e già inizia a comprare gas in yuan
Emmanuel Macron è in Cina per la pace in Ucraina, ma punta anche ad assicurarsi legami commerciali più stretti. Total ha acquistato metano liquefatto dal Dragone e, prima società occidentale, ha usato la moneta locale.Emmanuel Macron sbarca in Cina e, per metà missione, porterà con sé anche la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. Chi detterà la linea? Difficile rispondere con certezza, più facile ipotizzare che sarà Parigi a cercare di imporre un modello: quello che in molti già chiamano la terza via a Pechino.«La Cina può svolgere un ruolo importante nel conflitto in Ucraina, in particolare per trovare un cammino per la pace», ha detto Macron inaugurando la visita di Stato, durante un discorso alla comunità francese presso l’ambasciata di Francia a Pechino. «La Cina, proprio in forza del suo stretto rapporto con la Russia ribadito in questi giorni, può giocare un ruolo importante», ha aggiunto facendo riferimento alla recente visita di stato del presidente cinese, Xi Jinping, a Mosca. «La Cina ha affermato di riconoscere la Carta delle Nazioni Unite, della quale sono parte fondamentale l’integrità territoriale e la sovranità delle nazioni. E credo che difenderle significhi anche camminare insieme e cercare insieme una via per la pace», ha proseguito.Nella visita di tre giorni, il presidente francese spera di convincere Pechino a impegnarsi di più per fermare l’invasione russa dell’Ucraina. Punta, inoltre, a stringere legami più stretti con il gigante asiatico, che è un partner commerciale chiave, anche per la Francia. L’appuntamento di Pechino è parte integrante della strategia francese di sostituirsi il più possibile a Bruxelles come perno di dialogo industriale sia nei confronti dell’Est sia nei confronti dell’Ovest. Lo scorso dicembre, Macron è volato a Washington per incontrare il vice presidente Kamala Harris e Joe Biden. Parigi considera l’Inflation reduction act (Ira) statunitense una minaccia per l’industria europea. La legge, infatti, include massicci sussidi e crediti d’imposta per i prodotti realizzati utilizzando parti provenienti dal Nord America e assemblati in loco. Bruxelles, a sua volta, ritiene che le misure penalizzino molti prodotti fabbricati in Europa, come batterie e auto elettriche, che non si qualificano per i crediti d’imposta. Da qui il rischio di una forte delocalizzazione delle aziende Ue in territorio americano. Macron ha chiesto a Biden esenzioni dai requisiti di contenuto domestico per le società europee, paragonabili a quelle concesse alle aziende canadesi e messicane. Insomma, una serie di richieste di buon senso e su cui nessun altro Paese Ue potrebbe avere obiezioni di sorta. Il problema, come sempre accade con i francesi, è che dietro la facciata c’è un secondo registro di lettura. La visita negli Usa e ora in Cina è il doppio tentativo di imporsi quale leader dialogante dell’Ue e controparte nei rapporti con la Cina. Parigi, infatti, resta dell’idea di mantenere in atto i numerosi accordi nel settore dell’aviazione (oltre 6.000 fornitori cinesi operano per Airbus che vola in lungo e in largo in Cina) e nel comparto nucleare di Areva di cui raramente si parla. Un livello di tecnologia che non dovrebbe destare preoccupazioni negli Stati Uniti, i quali potrebbero essere pronti a riconoscere alla Francia un benefit per averle sottratto il grande progetto sommergibilistico con l’Australia. Se tale schema fosse approvato dagli Usa, Macron diventerebbe interlocutore privilegiato di Washington anche in Asia. Certo, le incognite sono numerose. Non tanto in arrivo da Bruxelles, ma quanto da un possibile asse tra Italia e Germania e, dal punto di vista finanziario, dal rischio che gli Usa stanno correndo di vedersi declassare il dollaro da valuta globale a valuta internazionale. Il 28 marzo scorso Cnooc, la compagnia di idrocarburi nazionale cinese, ha venduto via Abu Dhabi all’incirca 65.000 tonnellate di gas naturale liquido alla francese Total. La transazione, per la prima volta nella storia di una società occidentale, è avvenuta in yuan e per giunta sulla piattaforma di scambio delle materie prime di Shanghai.In India, lo scorso giugno, la Ultratech cement, leader assoluto del cemento in quel Paese, ha pagato le 157.000 tonnellate di carbone partite dal porto russo di Vanino sul cargo MV Mangas, in yuan. Per l’esattezza, 172.652.900 yuan (25,81 milioni di dollari) bonificati al produttore Suek. E, a differenza di certe cedole obbligazionarie saldate in rubli, prontamente processati e incassati dalle banche.Con l’avvio del nuovo anno, Pechino e Mosca hanno fatto un passo in avanti nella visione antioccidentale. Gli esempi non finiscono qui. Anche l’Egitto, l’Indonesia e il Pakistan si sono mossi in questa direzione. Il fatto, però, che la Francia sia avanguardia in Europa è una notizia di grande rilievo. Vedremo come reagiranno gli americani. Intanto, giusto per mandare un segnale a Pechino, ieri lo speaker della Camera, Kevin MacCarthy, ha incontrato il presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen. L’isola significa tecnologia e microchip, tema quest’ultimo su cui gli Usa non vogliono in alcun modo perdere supremazia. E da cui Macron farebbe meglio a tenersi alla larga.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.