2025-02-23
Francia, algerino urla Allah Akbar e accoltella i passanti: una vittima
Era ai domiciliari per istigazione al terrorismo. Berlino: preso l’assalitore siriano.Il terrore, con la sua faccia più cruda e disumana, sta imperversando nelle città europee, alimentato da una velenosa miscela di radicalizzazione e violenza. Dopo gli attacchi in Austria e a Monaco della scorsa settimana, ora le notizie si rincorrono tra Berlino e la Francia. Ieri a Mulhouse, durante una manifestazione di sostegno al Congo, un algerino di 37 anni, noto alle forze dell’ordine e all’intelligence per la sua presenza nella blacklist di prevenzione della radicalizzazione (quella che contiene i nomi di chi è sotto osservazione per terrorismo e che è stata istituita dopo gli attentati a Charlie Hebdo nel 2015), e che non solo aveva l’obbligo di lasciare la Francia per dieci anni, ma era anche stato condannato per istigazione al terrorismo, armato di coltello ha ucciso un passante e ferito diversi agenti della polizia municipale, due dei quali in modo grave. Era stato rilasciato dopo 180 giorni in un centro di detenzione amministrativa ed era agli arresti domiciliari sotto sorveglianza giudiziaria. L'Algeria non gli ha rilasciato alcun lasciapassare consolare. E lui, dopo la notifica dell’ordinanza nella stazione di polizia di Mulhouse (che si era rifiutato di firmare), si è spostato verso il mercato coperto, dove era in corso la manifestazione pro Congo, e ha colpito. Nonostante fosse già stato oggetto di preoccupazione per la sicurezza nazionale, nella Francia di Emmanuel Macron si è trovato libero di agire urlando «Allah akbar». Due coltellate letali per il passante, un cittadino portoghese di 69 anni che sarebbe intervenuto per fermare l’aggressore, e rispettivamente uno alla carotide e uno al torace per gli agenti che ora lottano tra la vita e la morte, sono diventate il triste simbolo di una Francia impotente contro un nemico che conosce bene la sua strategia: colpire all’improvviso. La Procura nazionale antiterrorismo ha aperto un’inchiesta per «omicidio a scopi terroristici» e «tentati omicidi a scopo terroristico contro pubblici ufficiali». «L’orrore si è impadronito della nostra città», ha commentato Michèle Lutz, sindaco della città di Mulhouse. Macron ha espresso la «solidarietà della nazione» alle vittime e la «determinazione del governo» a combattere il terrorismo. «Il fanatismo ha colpito ancora e noi siamo in lutto», ha affermato il premier francese François Bayrou. Mentre dall’altra parte del confine, a Berlino, la situazione non è meno agghiacciante. Un diciannovenne siriano, richiedente asilo, l’altra sera ha aggredito un turista spagnolo con un coltello nelle vicinanze del Memoriale dell’Olocausto. La vittima, un ragazzo spagnolo di 30 anni, è in gravi condizioni ma non in pericolo di vita e l’aggressore, con le mani ancora sporche di sangue, non ha nemmeno tentato di scappare. Il movente? Un attacco antisemita, secondo gli inquirenti. Alla polizia il siriano avrebbe confessato che il suo intento era di «uccidere gli ebrei». Un segnale, forte e chiaro, di quanto il radicalismo religioso stia avanzando a ritmo accelerato. Il governo tedesco era già in allerta. E il ministro degli Interni, Nancy Faeser, che ha chiesto la punizione esemplare del colpevole e l’espulsione immediata. Solo poche ore prima la Bild aveva diffuso una notizia: lo Stato Islamico avrebbe invitato affiliati e lupi solitari a condurre azioni terroristiche con auto lanciate sulla folla. La polizia di Brandeburgo aveva subito evacuato un intero edificio a Potsdam, alla ricerca di esplosivo. Mentre all’aeroporto Ber-Willy Brandt di Berlino era stato fermato un ceceno accusato di aver pianificato di un attentato all’ambasciata israeliana. «Ancora sangue e morte in Europa al grido di Allah akbar. Ci hanno dichiarato guerra in casa nostra», ha affermato il leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini, aggiungendo: «Chi non si schiera contro queste barbarie è complice».
Nicolas Maduro e Hugo Chavez nel 2012. Maduro è stato ministro degli Esteri dal 2006 al 2013 (Ansa)
Un disegno che ricostruisce i 16 mulini in serie del sito industriale di Barbegal, nel Sud della Francia (Getty Images)
Situato a circa 8 km a nord di Arelate (odierna Arles), il sito archeologico di Barbegal ha riportato alla luce una fabbrica per la macinazione del grano che, secondo gli studiosi, era in grado di servire una popolazione di circa 25.000 persone. Ma la vera meraviglia è la tecnica applicata allo stabilimento, dove le macine erano mosse da 16 mulini ad acqua in serie. Il sito di Barbegal, costruito si ritiene attorno al 2° secolo dC, si trova ai piedi di una collina rocciosa piuttosto ripida, con un gradiente del 30% circa. Le grandi ruote erano disposte all’esterno degli edifici di fabbrica centrali, 8 per lato. Erano alimentate da due acquedotti che convergevano in un canale la cui portata era regolata da chiuse che permettevano di controllare il flusso idraulico.
Gli studi sui resti degli edifici, i cui muri perimetrali sono oggi ben visibili, hanno stabilito che l’impianto ha funzionato per almeno un secolo. La datazione è stata resa possibile dall’analisi dei resti delle ruote e dei canali di legno che portavano l’acqua alle pale. Anche questi ultimi erano stati perfettamente studiati, con la possibilità di regolarne l’inclinazione per ottimizzare la forza idraulica sulle ruote. La fabbrica era lunga 61 metri e larga 20, con una scala di passaggio tra un mulino e l’altro che la attraversava nel mezzo. Secondo le ipotesi a cui gli archeologi sono giunti studiando i resti dei mulini, il complesso di Barbegal avrebbe funzionato ciclicamente, con un’interruzione tra la fine dell’estate e l’autunno. Il fatto che questo periodo coincidesse con le partenze delle navi mercantili, ha fatto ritenere possibile che la produzione dei 16 mulini fosse dedicata alle derrate alimentari per i naviganti, che in quel periodo rifornivano le navi con scorte di pane a lunga conservazione per affrontare i lunghi mesi della navigazione commerciale.
Continua a leggereRiduci
Viktor Orbán durante la visita a Roma dove ha incontrato Giorgia Meloni (Ansa)
Francesca Albanese (Ansa)