
Scatta l’allarme per l’attivismo dell’ex ministro. E nel dietro le quinte riecco Filippo Sugar.Che mondo sarebbe senza Dario Franceschini? L’ex ministro della Cultura, ormai senza trono dopo la vittoria di Giorgia Meloni alle ultime elezioni politiche, è tornato sul carro del vincitore grazie a Elly Schlein, nuovo segretario del Partito democratico. Ma le beghe del Nazareno sono piccole cose rispetto alle grandi manovre che Franceschini porta ormai avanti da mesi per occupare cariche pubbliche con i suoi uomini più fidati. A inizio ottobre dello scorso anno, nel pieno della formazione del nuovo esecutivo Meloni, Franceschini era riuscito con una zampata a piazzare il fedelissimo Salvo Nastasi alla presidenza della Siae, alle prese in questi giorni con il caso Meta. L’ex ministro si fa sentire sulle nomine. Dopo aver piazzato in Consap il cfo Francesco Nucara, punta alle prossime nomine nel cda di Acea (in asse con il sindaco Roberto Gualtieri) e anche in Rai. Ma è Siae uno dei capitoli più delicati. In questi mesi si è tornati a discutere della possibilità di vendere il patrimonio immobiliare. La vicenda è annosa. È sempre stato un tema caldo sia per la società sia per lo stesso Franceschini. Nel 2017 scoppiò persino una polemica tra il ministro e il cantante Fedez, con il secondo che lo accusò di conflitto di interessi perché la compagna Michela De Biase lavorava per Sorgente Group, società che gestiva il patrimonio immobiliare di Siae. Tra Sorgente (poi commissariata da Banca d’Italia nel 2019) e Siae è tutto finito a carte bollate, con una causa dove la società del diritto d’autore ha dovuto sborsare 20 milioni di euro alla controparte. Nel frattempo, a gestire gli immobili è subentrata Banca Finint che ha in mano i fondi immobiliari «Norma», «Aida» e «Nabucco», di cui Siae è l’unico quotista. Si calcola che i tre fondi abbiano in portafoglio asset per 243 milioni di euro e oltre 75.000 metri quadri di superficie commerciale. In sostanza, si tratterebbe di un’operazione importante che forse potrebbe aiutare anche i conti della stessa Siae che ha chiuso il 2021 con un rosso da 26 milioni di euro. Del resto, già da qualche anno la società si è attrezzata cedendo quote dei singoli fondi per immettere liquidità in cassa e ottenere rendimenti che potessero aiutare i bilanci. Ora il ritorno di Franceschini ha fatto di nuovo scattare l’allarme sul patrimonio immobiliare. Lo scorso 31 dicembre Gaetano Blandini, ex direttore generale, ha rassegnato le dimissioni dal suo incarico. Per eleggere un nuovo direttore generale, la Siae ha organizzato un concorso a cui hanno partecipato personalità, tra cui registi Rai e Netflix. L’incarico è andato a Matteo Fedeli, interno di Siae, inizialmente non preso in considerazione per l’incarico per mancanza di esperienza. A quanto apprende La Verità, infatti, secondo la società di cacciatori di teste non ci sarebbe stato alcun interno qualificato in grado di sostituire Blandini. È cambiata così anche la nuova guardia della Siae con la figura del presidente Giulio Repetti Mogol, che è stato ribattezzato presidente onorario e sostituito appunto da Nastasi, eletto perché garante della continuità politica all’interno della società. Eppure, il binomio Blandini-Mogol aveva rappresentato un binomio vincente. Nel dietro le quinte a tirare le fila ci sarebbe ancora Filippo Sugar, figlio di Caterina Caselli, nonché ex presidente. Sarebbe lui la vera ombra sul consiglio di amministrazione che potrebbe passare alla storia per la cessione dei «gioielli di famiglia». La compravendita di immobili è un tema che ha già vissuto lo scorso anno la «Vendita di Cremisi» che era una delle compravendite circolari, non quella vera, capace di ridurre la copertura del deficit di 30 milioni.
Giuseppe Vinci (Ansa)
Giuseppe Vinci, rapito nel 1994, figlio del titolare di una catena di supermarket restò prigioniero 310 giorni: «I carcerieri erano miei conterranei e la sera uno mi parlava per un quarto d’ora. In catene avevo un incubo: mi liberavano per il weekend “però lunedì torni qua”».
2025-10-24
Il libro postumo di Virginia Giuffre riapre il caso Epstein e le accuse al principe Andrea
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Getty Images
Nel libro postumo Nobody’s Girl, Virginia Giuffre descrive la rete di abusi orchestrata da Jeffrey Epstein e Ghislaine Maxwell e ripercorre gli incontri sessuali con il principe Andrea, confermando accuse già oggetto di cause e accordi extragiudiziali.






