2022-06-28
Fra i raggirati da Bochicchio ci sono anche l’archistar e un ambasciatore
Raffaele Trombetta con Maria Elena Boschi. Nel riquadro Massimo Bochicchio (Ansa)
Non soltanto calciatori: i designer Salvagni, padre e figlio, gli diedero soldi. Idem Trombetta, diplomatico nel Regno Unito. Nel girone dei truffati di Massimo Bochicchio c’è ormai solo spazio per lamento e disperazione. Le denunce a carico del broker - vittima di un incidente mortale lo scorso 19 giugno a Roma - hanno tutte lo stesso canovaccio: l’approccio, le promesse di facili guadagni a fronte di un investimento e poi alla fine il dramma di non rivedere più i propri soldi. Bochicchio aveva uno stile ormai collaudato, che gli permetteva di raccogliere soldi da personaggi famosi ma anche da famiglie comuni. Li ha continuati a prendere in giro per anni. La stessa Procura di Roma è finita ingannata dalle sue promesse di restituire i soldi per ottenere gli arresti domiciliari. Quando fu arrestato a Giacarta nel luglio del 2021 aveva scritto di suo pugno una mail dove si impegnava al «rimborso totale» entro la fine di settembre dell’anno scorso. Stanno ancora tutti aspettando i loro soldi. Oltre all’ex allenatore dell’Inter Antonio Conte o all’ex ct dell’Italia Marcello Lippi, Bochicchio era solito truffare anche i suoi amici o comunque persone che avevano un rapporto più che consolidato con lui. C’è per esempio la storia dell’architetto Achille Salvagni, incaricato di ristrutturare un appartamento di lusso a Cortina D’Ampezzo. Lui si fida di Bochicchio, sua moglie lega con Arianna Iacomelli, consorte del broker. Le parcelle per la ristrutturazione non vengono pagate, ma intanto i due entrano in confidenza. Bochicchio millanta di essere un asso della finanza. Dice di vivere tra Londra, Roma e Miami. Ha conoscenze importanti nel mondo del calcio e dello sport in generale. Sostiene di appoggiarsi a una banca di fama internazionale come Hsbc. Così in pochi mesi Bochicchio non solo riesce a ingannare Salvagni, ma persino il padre novantenne Gaetano, definito «un muro di diffidenza». È questo «forse l’ostacolo più difficile che Bochicchio ha dovuto superare» si legge nella denuncia dello stesso Salvagni senior, «e dove ha dimostrato tutta la sua bravura e la sua mente criminale». Bochicchio mette in campo tutto il suo repertorio, anche gli «affetti personali, sostenendo che anche il padre, coetaneo di Salvagni, aveva investito i propri soldi in quell’operazione». Ma allo stesso tempo millanta anche conoscenze con Maria Cannata del Mef, che gli avrebbe riferito dell’imminente introduzione di un’imposta patrimoniale del 20% sui capitali detenuti in Italia. Alla fine la famiglia Salvagni versa quasi 2 milioni di euro a Bochicchio. Non li rivedranno mai più. Tra un fine settimana a Cortina e uno a Capalbio, il titolare di Tiber e Kidman era anche entrato nel giro importante degli italiani a Londra. Lo sa bene l’ambasciatore Raffaele Trombetta, che appena arrivato (nel 2018) nel Regno Unito viene attirato nella rete di Bochicchio. Li presentano amici comuni. L’ambasciatore si lamenta di alcuni investimenti fatti, così l’altro di affretta a proporre il progetto Tiber. Bochicchio lo convince: in men che non si dica Trombetta sottoscrive un accordo da 1 milione di euro. Il tempo passa, nei primi mesi arrivano alcuni prospetti dalla Tiber e dalla Kidman, c’è anche qualche versamento. Poi il telefono di Bochicchio inizia a essere sempre spento, lui è sempre occupato. Così sorgono le domande, cui seguono promesse e richieste di tempo. I truffati infine, si rivolgono ai legali. Anche il giocatore di calcio Stephan El Shaarawy finisce impigliato nella ragnatela di Bochicchio con il fratello Manuel. Era l’agosto del 2019, l’attaccante della Roma al tempo militava nel campionato cinese, con lo Shanghai Shenhua che gli elargiva un ingaggio principesco. Dopo i pranzi, le rassicurazioni e le promesse, sul conto della Tiber pervengono ben 6 milioni di euro. Del resto molti truffati erano tranquilli perché Bochicchio presentava le sue società come delle controllate di Hsbc, dove aveva anche lavorato in passato. Peccato che poi i nodi siano venuti al pettine nell’estate 2020. Sia perché erano incominciate le prime cause alla Corte commerciale di Londra, sia perché il sistema iniziava a sgretolarsi. Anche il calciatore Patrice Evra (ex Juve e Manchester Utd) è rimasto vittima delle promesse di Bochicchio. Ma qui l’abilità del trader di Capua si è superata. Grazie all’amicizia col procuratore sportivo Luca Bascherini, Bochicchio riesce a diventare consigliere di amministrazione della società Palesa di Evra. Tutti sono convinti sia un professionista serio, un ex Hsbc: riuscirà a spillare dalle casse almeno 6 milioni di euro. Abituato a mentire, quando il 23 agosto 2020 esce sulla Verità il primo articolo sulle sue truffe, si inventa una storia appassionante al telefono. A chiamarlo è un amico che ha letto il nostro articolo sulla truffa da 30 milioni di euro ai danni di Antonio Conte. Bochicchio spiega che stanno mettendo pressione sull’allenatore dell’Inter - che se ne stava andando dal club - e che la notizia è superata «perché è già stato siglato un accordo con la Banca». Accusa il nostro giornale di «essere stato pagato» per pubblicare la notizia. Di fronte alle domande dell’interlocutore sul fatto che Conte non abbia smentito, Bochicchio sostiene che lo stesso Conte avrebbe «querelato La Verità». Tutto falso.
Pedro Sánchez (Getty Images)
Alpini e Legionari francesi si addestrano all'uso di un drone (Esercito Italiano)
Oltre 100 militari si sono addestrati per 72 ore continuative nell'area montana compresa tra Artesina, Prato Nevoso e Frabosa, nel Cuneese.
Obiettivo dell'esercitazione l'accrescimento della capacità di operare congiuntamente e di svolgere attività tattiche specifiche dell'arma Genio in ambiente montano e in contesto di combattimento.
In particolare, i guastatori alpini del 32° e i genieri della Legione hanno operato per tre giorni in quota, sul filo dei 2000 metri, a temperature sotto lo zero termico, mettendo alla prova le proprie capacità di vivere, muoversi e combattere in montagna.
La «Joint Sapper» ha dato la possibilità ai militari italiani e francesi di condividere tecniche, tattiche e procedure, incrementando il livello di interoperabilità nel quadro della cooperazione internazionale, nella quale si inserisce la brigata da montagna italo-francese designata con l'acronimo inglese NSBNBC (Not Standing Bi-National Brigade Command).
La NSBNBC è un'unità multinazionale, non permanente ma subito impiegabile, basata sulla Brigata alpina Taurinense e sulla 27^ Brigata di fanteria da montagna francese, le cui componenti dell'arma Genio sono rispettivamente costituite dal 32° Reggimento di Fossano e dal 2° Régiment étranger du Génie.
È uno strumento flessibile, mobile, modulare ed espandibile, che può svolgere missioni in ambito Nazioni Unite, NATO e Unione Europea, potendo costituire anche la forza di schieramento iniziale di un contingente più ampio.
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