2019-07-11
Fontana agli Affari Ue: «Ci faremo sentire»
Il leghista lascia il ministero della Famiglia e passa al dicastero che fu di Paolo Savona: «Parlare di cordone sanitario intorno all'Italia è un insulto». Al suo posto arriva la battagliera Alessandra Locatelli, subito attaccata dai media di sinistra.Due ministri e un solo nuovo giuramento. Ha infatti assunto direttamente il nuovo incarico, essendo già ministro, Lorenzo Fontana, neo responsabile per gli Affari europei, mentre ha giurato al Quirinale ieri alle 18 Alessandra Locatelli, che ha ereditato proprio da Fontana le deleghe relative alla Famiglia. L'annuncio è giunto da Giuseppe Conte, che per un verso ha recepito le indicazioni politiche del leader leghista («Sono ben lieto di accettare la proposta di Matteo Salvini»), e per altro verso è sembrato voler stoppare altri interventi di rimpasto: «Si tratta di uno spostamento con l'acquisizione di un nuovo ministro nella compagine governativa di cui completiamo l'assetto e potremo così proseguire l'attività di governo», ha infatti precisato Conte. Si tratta di capire se ciò basterà a far tirare un sospiro di sollievo ai ministri più a rischio, da Danilo Toninelli e Giulia Grillo.Fontana ha legami antichi con l'Ue, pur da convinto eurocritico: è stato per anni il capodelegazione della Lega al Parlamento europeo, quando lo stesso Salvini era europarlamentare. Con la sua nomina, finisce l'interim di Conte, che era scattato dopo le dimissioni di Paolo Savona, divenuto presidente della Consob. «Penso che la prima cosa sia capire come si stia strutturando la Commissione», ha commentato a caldo Fontana. «Ci sarà da fare un dialogo profondo con tutti i paesi per capire quale sarà la maggioranza. A me piacerebbe già che non si parlasse più di cordone sanitario perché la ritengo una cosa insultante per l'Italia. La cosa giusta da fare da parte di chi governerà l'Ue è ascoltare». Trentanovenne, veronese, leghista da sempre, Fontana è stato aggredito per un intero anno da settori politici e mediatici per le sue convinzioni su vita e famiglia, per quanto in svariate dichiarazioni pubbliche abbia regolarmente precisato di tenere distinta la sua azione da ministro rispetto alle sue opinioni personali. In compenso, il ministro ha raccolto il consenso e il sostegno del Congresso delle famiglie, l'evento che si è tenuto a Verona nel marzo scorso. E proprio ieri, tra i primi a congratularsi pubblicamente con Fontana è stato il vicepresidente di quel forum (nonché presidente di Generazione famiglia) Jacopo Coghe: «Grazie a Lorenzo Fontana per il lavoro come ministro della Famiglia e delle disabilità: per essersi concentrato sulle politiche economiche a favore della famiglia, e per aver riacceso un dibattito sulla demografia. Confido che porti la difesa della famiglia anche in Europa». Interpellato dai cronisti su un aspetto che non lo riguarderà direttamente come ministro, ma è comunque di grande rilievo politico, e cioè l'eventuale voto parlamentare alla (già barcollante nei numeri) Commissione Ue guidata dalla tedesca Ursula von der Leyen, Fontana - saggiamente - è parso sollecitare segnali di apertura da chi vorrebbe il sostegno anche degli eurodeputati sovranisti: «Bisogna capire cosa propone. E in ogni caso serve un dialogo concreto, non fantasioso, perché se qualcuno finalmente inizia ad ascoltare le nostre tematiche, questo può permettere di lavorare in un determinato modo». Insomma, prima segnali concreti di apertura (dalla tedesca e dalla sua maggioranza) e poi si vedrà. Ha un profilo fortemente militante anche la neoministra della Famiglia, Alessandra Locatelli, vicesindaco di Como e deputata del Carroccio, che incarna due caratteristiche che gli avversari della Lega vorrebbero per forza disgiungere: per un verso, una forte sensibilità ai temi sociali (la Locatelli ha un passato da educatrice delle persone colpite da disabilità psichica), e per altro verso, una propensione alla linea dura contro l'immigrazione irregolare. Temi tutt'altro che in contraddizione tra loro, com'è evidente a qualunque persona ragionevole e non ideologizzata. E forse sta proprio qui il senso della scelta di Salvini: si può essere molto nettamente schierati contro l'illegalità, contro l'immigrazione clandestina, per il pugno di ferro (qualcuno ha definito la Locatelli «vicesindaca-sceriffo»), e al tempo stesso avere - nel perimetro della legalità - grande attenzione alla famiglia, alle disabilità, al sostegno da garantire alle persone più fragili. La Locatelli è molto attiva su Facebook, in particolare sui temi dell'immigrazione, e sulle sue pagine social c'è un costante resoconto delle sue attività sul territorio. Ieri, i media online ostili a Salvini hanno creduto di fare un torto alla Locatelli ripescando un paio di post del 30 giugno scorso, in cui l'esponente leghista da un lato polemizzava con Roberto Saviano e con i deputati di sinistra saliti a bordo della Sea Watch, e dall'altro contrapponeva la colletta a favore della «capitana» Carola Rackete («la raccolta di fondi per sostenere una criminale che dice di essere sempre stata ricca e per questo di voler aiutare i migranti che scappano dalle guerre») alla perdurante situazione di fame e povertà in alcune aree del pianeta («i dati della fame nel mondo, dove ci sono realtà diffuse in cui bambini, donne e uomini sopravvivono tra fame strazi e stenti»). E la Locatelli concludeva: «Forse qualcuno ha sbagliato ad indirizzare la raccolta di fondi? O questa gente è davvero così miserabile?». Naturalmente, politici e media di sinistra hanno ripescato queste frasi credendo di fare un torto alla Locatelli o di metterla a disagio. Errore confermato da tutti i sondaggi, eppure non ancora compreso a sinistra: la Lega è stata votata esattamente per queste ragioni.