2025-09-26
La Flotilla tira dritto su Gaza e rifiuta ogni mediazione. Israele: «Qui non entrerete»
Crosetto invia un’altra nave per scortare i parlamentari in mare. Gli attivisti non vogliono consegnare le derrate alla Chiesa via Cipro: «Puntiamo a rompere l’assedio».La Flotilla non si ferma, rifiuta ogni mediazione, va avanti e si prepara al quasi inevitabile showdown con le forze armate israeliane. È questo, ed era chiaro sin dal primo minuto, l’obiettivo della missione internazionale, più politica che umanitaria: lo scontro con Israele. Saif Abukeshek, attivista della Flotilla, lo dice chiaramente in conferenza stampa: l’obiettivo della missione è «rompere l’assedio a Gaza e aprire un corridoio umanitario, garantendo al popolo palestinese l’accesso diretto agli aiuti. Consegnare gli aiuti alle autorità israeliane ad Ashkelon o consegnarli a un’organizzazione a Cipro non garantisce in alcun modo che l’assedio verrà rotto o che i palestinesi non continueranno a essere usati come bersagli quando vengono consegnati gli aiuti umanitari». La proposta di mediazione italiana è stata respinta: prevedeva la consegna degli aiuti alle parrocchie del Patriarcato latino a Cipro, le quali li avrebbero poi da trasferiti al porto di Ashdod in Israele e infine fatti arrivare a Gaza. Ma gli aiuti trasportati dalle imbarcazioni, ormai è chiaro sono solo il pretesto per arrivare allo scontro con Israele. «Ribadiamo», sottolinea la delegazione italiana della Flotilla, «che la nostra missione rimane fedele al suo obiettivo originario di rompere l’assedio illegale e consegnare gli aiuti umanitari alla popolazione assediata di Gaza, vittima di genocidio e pulizia etnica. Qualsiasi attacco o ostruzione alla missione costituirebbe una grave violazione del diritto internazionale e un atto di sfida all’ordinanza provvisoria della Corte internazionale di giustizia che impone a Israele di facilitare gli aiuti umanitari verso Gaza. Continuiamo a chiedere al governo una risposta netta, severa e seria, in linea con il diritto internazionale. Dal 7 ottobre 2023 Israele ha ucciso almeno 65.419 persone e ne ha ferite 167.160. Si ritiene che migliaia di altre siano sotto le macerie». Di «disperazione dell’entità sionista, che vuole fermare i nostri sforzi per porre fine al genocidio e portare aiuti umanitari ai milioni di persone affamate a Gaza» parla Nkosi Zwelivelile Mandela, ex parlamentare sudafricano, a bordo della Flotilla, Global Sumud Flotilla. «Chiediamo a governi, organizzazioni della società civile, formazioni statali, organizzazioni religiose e agenzie per i diritti umani», aggiunge Mandela, «di far pressione sull’entità sionista per fermare i suoi attacchi. Non interromperemo i nostri sforzi finché il genocidio non sarà fermato, gli aiuti umanitari non fluiranno liberamente e il popolo palestinese non sarà libero». I responsabili della missione riferiscono anche di avere ottenuto «informazioni credibili di intelligence che indicano che è probabile che Israele intensifichi gli attacchi violenti contro la flottiglia entro le prossime 48 ore, utilizzando potenzialmente armi che potrebbero affondare, ferire e/o uccidere i partecipanti». Da parte sua, Israele si prepara a fermare la Flotilla: «Israele è ancora pronto a impegnarsi in qualsiasi accordo costruttivo per il trasferimento degli aiuti in modo legale e pacifico», scrive su X il ministro degli Esteri dello stato ebraico, Gideon Sa’ar, aggiungendo di aver «accettato la proposta del governo italiano di scaricare gli aiuti nel porto di Cipro e poi trasferirli a Gaza. La flottiglia ha respinto la proposta italiana, dimostrando che il suo vero scopo è la provocazione e il servizio ad Hamas. Israele», aggiunge il ministro degli Esteri, «non permetterà alle navi di entrare in una zona di combattimento attiva e non permetterà la violazione di un legittimo blocco navale». «Stiamo seguendo questa Flotilla», sottolinea il portavoce delIe Idf, Effie Defrin, «abbiamo l’esperienza del passato, ma stavolta è diverso, con decine di imbarcazioni. La Marina è pronta a difendere i confini marittimi di Israele. Noi siamo pronti e la Marina è pronta». Defrin sottolinea che la missione «è finanziata da Hamas, abbiamo numerose prove al riguardo». «Un blocco che privi i civili di cibo, medicine e aiuti», replica la Flotilla, «è proibito. Un blocco che danneggi in modo sproporzionato la popolazione civile è proibito. Israele non ha alcuna autorità legale sulle acque di Gaza: appartengono alla Palestina. Qualsiasi tentativo di fermarla viola il diritto internazionale e il diritto del mare. Navighiamo non solo con solidarietà, ma con la legge dalla nostra parte». Tra circa 48 ore l’area della Flotilla sarà raggiunta dall’Alpino, fregata salpata dalla base di Taranto, con capacità antimissile e antisommergibile, che sostituirà Nave Fasan. In nessun caso Alpino procederà oltre il confine delle acque internazionali. A sostegno della Flotilla arriverà anche la nave Furor, della marina militare spagnola.
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