2019-10-23
Flat tax partite Iva, è retromarcia. Ma i soldi necessari dove li trovano?
Luigi Di Maio e il dem Antonio Misiani rassicurano: il forfait fino a 65.000 euro resta. Però all'Ue è stato promesso il contrario. Pasticcio in vista.«So che ci sono tante partite Iva, professionisti e commercianti che mi stanno scrivendo sul regime forfettario: non è ancora chiuso l'accordo ma vi dico che al cento per cento resterà il 15% a forfait», scriveva ieri il ministro degli Esteri, e leader dei 5 stelle, Luigi Di Maio, su Facebook. «Stiamo ancora ultimando i dettagli, è chiaro però che per noi è molto importante un concetto: lo Stato non può cambiare le carte in tavola dopo un anno. È una questione che affronteremo nei prossimi giorni e che non sarà nel decreto fiscale ma nella manovra, e avremo altri giorni per discuterne», conclude nel tentativo di dissipare le polemiche scatenate dalla scelte dell'esecutivo di smontare i provvedimenti di flat tax applicati dai gialloblù lo scorso anno.A stretto giro di posta gli fa eco il numero uno dei commercialisti. «Accogliamo con favore le conferme, che giungono in queste ore, da parte del viceministro dell'Economia, Antonio Misiani, dal deputato Luigi Marattin e da altri esponenti della maggioranza circa il fatto che, in sede di ultima stesura della manovra, governo e forze di maggioranza hanno evitato le penalizzazioni per le partite Iva sotto i 65.000 euro di fatturato», ha dichiarato ieri il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti Massimo Miani, secondo cui «rimane, naturalmente, il nodo che già avevamo evidenziato al precedente governo e alla precedente maggioranza», relativo alla «impossibilità di fruire delle agevolazioni anche da parte di chi svolge l'attività in forma associata, impossibilità che si trasforma in un incentivo implicito alla disgregazione, in un contesto che, invece, richiederebbe incentivi alle aggregazioni», ha concluso il numero uno dei professionisti. Al di là dei dettagli, sembra che nessuno abbia, al momento, posto la domanda cruciale. Se il governo dovesse veramente fare marcia indietro e mantenere intatta la flat tax fino a 65.000 euro, dove andrà a reperire le risorse? La volontà di smontare l'iniziativa leghista è infatti inserita nero su bianco nel Documento programmatico di bilancio. Lo stesso spedito a Bruxelles e oggetto di una lettera di replica dell'Ue a cui oggi Roberto Gualtieri , titolare di via XX Settembre, dovrà rispondere. Al di là del valore della missiva, il ricorso al deficit è palese così come la necessità di ricorrere a nuove tasse per tappare i buchi. In quest'ottica e nell'idea di racimolare milioni di gettito qua e là, il Mef ha pensato di smontare la flat tax per le partite Iva. Con quali coperture sarà ripristinato il forfettario?. Verranno inserite nuove tasse e discapito di chi?Ecco perché è molto facile attendersi un pasticcio più che una soluzione lineare. Ieri il quotidiano Italiaoggi ha spiegato chiaramente che cosa devono attendersi i professionisti. Per chi gode del regime dei minimi tra zero e 30.000 euro nulla sarà toccato con le regole attuali. La situazione si muove invece per lo scaglione tra i 30.000 e i 65.000 euro. «La denominazione forfettaria», scrive il quotidiano, «verrà mantenuta solo per chi sposa la fatturazione elettronica, come meccanismo di rendicontazione delle proprie entrate. Per chi al contrario dovesse la fatturazione tradizionale si andrà in una sorta di camera di compensazione dove a fine anno potrà decidere tra un regime analitico (con tanto di detrazioni) o un regime di minimi». In pratica il forfait come esiste oggi sarà valido solo per chi guadagni fino a 30.000 euro. Per gli altri aumenteranno le complicazioni, la necessità di avviare una contabilità. E non sarà un scelta, ma una necessità perché anche scegliendo il regime non analitico dovrà essere tenuta la traccia per dimostrare a ritroso l'opzione scelta dal contribuente. Confermato invece che non ci sarà nessuna estensione della flat tax fino a 100.000 euro di reddito con una aliquota del 20%, ma si creerà un regime intermedio con soglia mediana di 80.000 euro con una aliquota sostitutiva ancora da definire. In pratica si va verso una giungla e una complicazione sicura per i professionisti. Sarebbe stato 100 volte meglio alzare il prelievo e lasciare per tutti la flat tax. Ai piccoli contribuenti pesa e costa molto più la burocrazia e la lunga sfilza di adempimenti, piuttosto che il pagamento delle tasse. Così non è stato. Evidentemente, i giallorossi sono consapevoli di dover creare un nuovo regime potenzialmente variabile. Annunciano la tutela delle partite Iva, ma in base alle coperture sposteranno le leve in modo da portare a casa più o meno gettito. Poco importa che per i liberi professionisti sarà un inferno di confusione.
Nella prima mattinata del 28 ottobre 2025 la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato hanno eseguito numerose perquisizioni domiciliari in tutta Italia ed effettuato il sequestro preventivo d’urgenza del portale www.voltaiko.com, con contestuale blocco di 95 conti correnti riconducibili all’omonimo gruppo societario.
Si tratta del risultato di una complessa indagine condotta dal Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Bologna e dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica per l’Emilia-Romagna, sotto la direzione del Pubblico Ministero Marco Imperato della Procura della Repubblica di Bologna.
Un’azione coordinata che ha visto impegnate in prima linea anche le Sezioni Operative Sicurezza Cibernetica delle varie Regioni e gli altri reparti territoriali della Fiamme Gialle nelle province di Bologna, Rimini, Modena, Milano, Varese, Arezzo, Frosinone, Teramo, Pescara, Ragusa.
L’operazione ha permesso di ricostruire il modus operandi di un gruppo criminale transnazionale con struttura piramidale tipica del «network marketing multi level» dedito ad un numero indeterminato di truffe, perpetrate a danno anche di persone fragili, secondo il cosiddetto schema Ponzi (modello di truffa che promette forti guadagni ai primi investitori, a discapito di nuovi investitori, a loro volta vittime del meccanismo di vendita).
La proposta green di investimenti nel settore delle energie rinnovabili non prevedeva l’installazione di impianti fisici presso le proprie abitazioni, bensì il noleggio di pannelli fotovoltaici collocati in Paesi ad alta produttività energetica, in realtà inesistenti, con allettanti rendimenti mensili o trimestrali in energy point. Le somme investite erano tuttavia vincolate per tre anni, consentendo così di allargare enormemente la leva finanziaria.
Si stima che siano circa 6.000 le persone offese sul territorio nazionale che venivano persuase dai numerosi procacciatori ad investire sul portale, generando un volume di investimenti stimato in circa 80 milioni di euro.
La Procura della Repubblica di Bologna ha disposto in via d’urgenza il sequestro preventivo del portale www.voltaiko.com e di tutti i rapporti finanziari riconducibili alle società coinvolte e agli indagati, da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.
Nel corso delle perquisizioni è stato possibile rinvenire e sottoporre a sequestro criptovalute, dispositivi elettronici, beni di lusso, lingotti d’oro e documentazione di rilevante interesse investigativo.
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