2023-02-21
Il solito allarme su fasci e governo. La rissa a Firenze non è squadrismo
La scazzottata davanti al liceo Michelangiolo viene agitata dai progressisti per urlare al ritorno del regime. L’ondata di indignazione ha anche stravolto l’esatta dinamica dei fatti. Che non è come l’hanno raccontata.La straordinaria epopea della lotta dei progressisti italiani contro il fascismo immaginario si è arricchita nelle ultime ore di un nuovo, suggestivo capitolo. A leggere le dichiarazioni di politici, intellettuali e commentatori di sinistra - oltre agli articoli usciti sui quotidiani - sembrerebbe che di fronte al liceo Michelangiolo di Firenze sia avvenuto un «pestaggio squadrista» (così lo definisce Enrico Letta). Da Matteo Renzi ad Alessandro Zan passando per il sindaco Dario Nardella sono tutti concordi: Giorgia Meloni e il governo debbono condannare, prendere le distanze, stracciarsi le vesti. Il governatore toscano Eugenio Giani ha parlato di «premeditazione agghiacciante». Nicola Fratoianni ha presentato un’interrogazione ai ministri Valditara e Piantedosi. Secondo Fabio Fazio - che ne ha parlato durante Che tempo che fa - il «pestaggio degli studenti del liceo Michelangiolo di Firenze è una cosa terribile che appartiene a decenni che speravamo fossero completamente dimenticati». Persino Vip come Piero Pelù si sono sentiti in dovere di intervenire, tutti ovviamente per ribadire quanto siano pericolosi i perfidi fasci spalleggiati dall’attuale esecutivo. La bolla d’indignazione si è allargata a tal punto che il racconto dei fatti è sconfinato nella fantascienza: si è detto che una squadraccia di adulti avesse picchiato selvaggiamente dei minorenni indifesi appena usciti da scuola.Il problema, in tutto ciò, è che le cose sono andate in maniera piuttosto diversa da come le racconta il novello Cln. Per farsi un quadro verosimile dell’accaduto bisogna fare un piccolo passo indietro, al 9 febbraio scorso. Quel giorno, di fronte a un altro liceo di Firenze, il Pascoli, alcuni militanti di Azione studentesca - gruppo giovanile che fa riferimento a Fratelli d’Italia - si sono dati appuntamento per distribuire volantini. Sembra fossero in tre, e stando al loro racconto sono stati ben presto raggiunti da un folto gruppo di militanti dei collettivi di sinistra, a volto coperto e muniti di cinghie, pronti a menare le mani. A evitare il peggio hanno provveduto alcuni professori, che si sono messi in mezzo impedendo lo scontro fisico.Nove giorni dopo, sabato 18 febbraio, scena analoga di fronte al liceo Michelangiolo. Azione studentesca si è presentata per distribuire volantini, è stata raggiunta da militanti di sinistra e si è scatenata una rissa. A confermarlo, paradossalmente, è una stravagante testimonianza resa alla Stampa da una militante del collettivo rosso Sum: «Un gruppo di fascisti di Azione studentesca», ha detto la giovane, «si è presentato davanti a scuola col pretesto di volantinare. Alla vista del dissenso degli studenti, hanno spintonato uno dei ragazzi e a questi si sono poi uniti altri squadristi che aspettavano di poter picchiare un gruppo di giovani».Ora, al netto dell’enfasi e delle fantasiose esagerazioni, la giovane militante di sinistra ha più o meno detto il vero: gli studenti di destra vogliono volantinare, gli altri provano a impedirlo, parte una scazzottata.Ovviamente non basta il confuso racconto della fanciulla a dimostrare che sia andata così. Ed è per questo che vale la pena chiamare in causa i video registrati da chi ha osservato la scena. Inizialmente è circolato un solo filmato, tagliato ad arte per mettere in risalto la terribile violenza fascista. Poi, però, hanno cominciato a girare anche video più lunghi in cui si vedono militanti di sinistra incappucciati e bellicosi intenti a prendere a pugni gli avversari. Una rissa, appunto, con pugni e calci volati da una parte e dall’altra.Non è nemmeno vero che i protagonisti dello scontro fossero «adulti» da una parte e ragazzini dall’altra. A differenza di quanto scritto ieri dai giornali, non ci sono stati fermi di polizia né arresti. Alcuni partecipanti alla baraonda sono stati identificati ed è stata loro richiesta l’identificazione di domicilio, in pratica sono indagati a piede libero.Tra i militanti di destra sono stati identificati in sei: tre maggiorenni e tre minorenni. Il più vecchio ha 20 anni, gli altri due «adulti» hanno 19 e 18 anni. Non risulta, inoltre, che ci siano feriti: il presunto agguato squadrista pare abbia prodotto lividi e ammaccature, ma niente di più.Non sarà bello, non sarà edificante né consigliabile, ma il fatto che gruppi di giovani si prendano a ceffoni per la politica non è certo una novità. Da qui a parlare di squadrismo e emergenza nera, perdonate, ma ce ne corre. Quando gli antagonisti di sinistra hanno provato a impedire l’accesso alla Sapienza di Roma a un esponente di Fratelli d’Italia e a Daniele Capezzone, di certo da sinistra non si sono sentite condanne feroci o prese di distanza, anzi. E quando gli invasati ambientalisti si sono messi a tirare schifezze sulle opere d’arte il coro dei giornali era unanime: poverini, si è detto, sbagliano i modi ma vanno capiti.In questo caso, invece, si invoca il tribunale del popolo contro presunti sovversivi neri. Qui, badate bene, non si tratta di difendere d’ufficio l’una o l’altra parte, o di sostenere che i giovani ecologisti siano da mandare al rogo e i coetanei destrorsi da santificare. Si tratta, semmai, di ritornare un attimo con i piedi sulla terra, di ristabilire le proporzioni e pure un minimo di equilibrio, su ogni versante. È sensato affermare che i partecipanti ai rave non siano terroristi pronti a colpire il cuore dello Stato bensì giovani e adulti che fanno male prima di tutto a sé stessi e poi alle proprietà che devastano? Sì, certo. Ed è altrettanto sensato - e corretto - sostenere che esista una minaccia anarco-insurrezionalista, ma che non riguardi tutti coloro che fanno in piazza con la bandiera rossa e nera, bensì solo piccoli gruppi molto pericolosi.Allo stesso modo, sarebbe ora di finirla con l’ipocrisia e di smetterla di evocare il regime una volta la settimana. Il risultato è che ieri, di fronte alle scuole fiorentine, i collettivi hanno organizzato manifestazioni e presidi, e risulta che gli studenti di destra abbiano avuto difficoltà a entrare a scuola. Stando a Repubblica, «alcune centinaia di studenti si sono radunati davanti all’ingresso del liceo Michelangiolo di Firenze […]. Tutti per strada a bloccare il traffico, ripetevano lo slogan “Firenze è solo antifascista”. Gli studenti sono poi entrati a scuola e si sono riuniti in assemblea, autorizzati dalla preside».Pare abbastanza evidente, quindi, che persino le autorità scolastiche abbiano deciso di schierarsi. E, guarda caso, il lato da cui si schierano è sempre il medesimo, chissà perché.
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