2019-04-28
Firenze, l’Asl non caccia gli abusivi però ristruttura la casa occupata
Rimetterà a posto, a spese del contribuente, un immobile di cui è proprietaria, da anni abitato da italiani e immigrati che non ne hanno diritto. Ma che ricevono un finanziamento regionale di 1,2 milioni di euro.A proposito di risparmi mancati e di soldi pubblici, cioè nostri, spesi senza troppe remore da chi dovrebbe essere parsimonioso e, soprattutto, guardare al bene comune, sentite questa storia che sta succedendo a Firenze, dove l'Azienda sanitaria ha deciso di ristrutturare un immobile di sua proprietà, benché non riesca a liberarlo dagli occupanti abusivi, un po' italiani e un altro po' immigrati. Partiamo da una domanda: voi spendereste i vostri soldi per ristrutturare un immobile occupato abusivamente da persone che non riuscite legittimamente a far traslocare, sapendo di non poter rientrare in possesso dei locali di cui siete proprietari, per utilizzarli secondo le vostre necessità? La risposta sembra perfino scontata: no, i vostri soldi li destinereste a miglior causa (a meno che non possiate permettervi di essere dei benefattori). Ma se i soldi, invece di essere vostri, fossero di altri, per esempio della comunità, e quindi questa spesa non incidesse direttamente sul vostro portafoglio, forse potreste anche concedervi uno sforzo socialmente generoso. Tanto, che importa?, paga Pantalone. A Firenze c'è un immobile, nato come istituto per l'infanzia abbandonata, che poi per anni ha ospitato ex malati psichiatrici, ma che ormai dall'inizio degli anni Novanta è abitato senza alcun diritto da chi vi si è sistemato, armi e bagagli, eleggendolo a propria dimora e residenza. Abusivi, ma riconosciuti. Gli occupanti dell'immobile hanno perfino costituito un'associazione, che si chiama «Un tetto sulla testa», alla quale la Regione Toscana destina finanziamenti “finalizzati a interventi di ristrutturazione di tipo sperimentale". La Regione ha infatti riconosciuto per questo motivo, alla suddetta associazione, un finanziamento di 800.000 euro, nonché 400.000 come rimborso per i lavori già fatti all'immobile («…per l'attività svolta in autorecupero…»). Totale 1.200.000 euro. Le procedure dell'autorecupero, consentirono all'epoca, era il 2006, di riparare 18 nuclei familiari nell'edificio: nove italiani e nove immigrati. Ma non è questo il punto. Il punto è che l'immobile è di proprietà dell'Azienda sanitaria Toscana centro, e non può essere liberato, ma siccome deve essere ristrutturato, anche per una sentenza del tribunale di Firenze, l'Asl ha deciso di eseguire ugualmente i lavori, riconoscendo che le migliorie andrebbero ovviamente a esclusivo beneficio di chi vi abita. L'Azienda si sente legittimata e confortata nell'operazione, dal momento che la stessa Regione non si fa scrupolo a finanziare chi, senza averne diritto, vive nei locali che si trovano in via Aldini a Firenze. Il tutto ufficializzato da una delibera che va letta con attenzione, tanto è incredibile. La delibera, dopo aver premesso e riconosciuto che l'ex istituto Bice Cammeo è abusivamente occupato da diversi anni, afferma che «l'Azienda Usl Toscana Centro, a fronte di tale finanziamento (della Regione, ndr), vista la sostanziale impossibilità di rientrare nella piena disponibilità dell'immobile, ha l'interesse che l'intervento di ristrutturazione si svolga nella massima sicurezza e che le opere realizzate conducano a un risultato che determini il migliore confort per i componenti il soggetto attuatore che usufruiranno dell'immobile, ma anche la massima durabilità nel tempo con la minor manutenzione possibile». Cioè: l'occupazione è abusiva, ma siccome gli illegittimi inquilini non riusciamo a mandarli via, gli ristrutturiamo la casa a spese nostre. Si tratta appunto dell'ex istituto psichiatrico Bice Cammeo, edificio di proprietà dell'Azienda sanitaria. Già in passato, esattamente 10 anni fa, trovandosi nella condizione di non poterlo utilizzare, nonostante la necessità di trovare spazi per ricoverare 9 pazienti psichiatrici, l'Asl era stata costretta ad acquistare un altro immobile, Villa Iris, spendendo 3 milioni e 100.000 euro, oltretutto senza che venisse fatta una gara di evidenza pubblica. Da qui anche un'inchiesta aperta dalla magistratura, finita però con l'archiviazione. Non era la prima volta. Infatti la gestione del patrimonio immobiliare a disposizione delle Asl toscane aveva già sollecitato i dubbi del Consiglio regionale, che nel 2014 aveva istituito una commissione d'inchiesta finalizzata alla verifica di tutte le operazioni immobiliari della Asl, a cominciare dalla Asl 10 di Firenze. Il presidente, Stefano Mugnai, che ora è parlamentare di Forza Italia, in una relazione scrisse di aver trovato un «quadro sconfortante», dal quale emergeva la «difficoltà evidente di alienare senza trarre la utilità finanziaria che potrebbe essere riversata sulla sanità toscana». Sull'immobile di cui vi stiamo raccontando, la commissione era stata piuttosto chiara, rivolta alla Regione: «Questa vicenda vuole dire che tutti i privati che si vedono occupato un bene, devono rinunciare a qualsiasi tipo di azione. In quindici anni non è stato fatto niente. Se questa è una buona amministrazione di un bene pubblico, complimenti a voi». Le cose non sono cambiate. Non solo non è stato fatto niente, ma oggi si prevedono altre spese. Infatti, con una delibera dell'Asl Toscana centro del marzo 2019, si affida a un professionista di Firenze, l'incarico di direzione lavori per le opere di riqualificazione dell'ex Bice Cammeo, per un ammontare di 39.000 euro (che con Iva ed accessori di legge diventa 49.483,20 euro); somma che si aggiunge a quella stanziata dalla Regione Toscana, come sopra si diceva, per oltre un milione di euro. Fra l'altro, si legge nella delibera dell'Asl, l'affidamento è stato deciso senza gara, perché l'importo - per l'appunto - è al di sotto di 40.000 euro e perché il soggetto individuato è un professionista, scelto «per la conoscenza approfondita dell'edificio e del progetto», ma soprattutto «per il consolidato rapporto di fiducia e di conoscenza che si è stabilito con gli abitanti del fabbricato». Cioè con gli occupanti abusivi: avete letto bene. Dunque si tratta di una spesa decisa dagli amministratori pubblici, che di sicuro non ricadrà sul miglioramento dei servizi. Con buona pace dei cittadini toscani, quelli che pagano le tasse, convinti in questo modo di contribuire anche a migliorare l'assistenza. Loro continueranno a trovare invece le stesse difficoltà, gli stessi ritardi delle prestazioni, le solite lunghe liste d'attesa, la cronica carenza di posti letto e di personale negli ospedali. E, naturalmente, si sentiranno rispondere il consueto ritornello: il sistema sanitario ha pochi soldi. Già, ma per colpa di chi?
Margherita Agnelli (Ansa)
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