2025-04-12
Terzo mandato, chance per Fedriga
Massimiliano Fedriga (Ansa)
La Consulta infrange i sogni di Zaia e Fontana: il limite di due incarichi vale per tutte le Regioni a statuto ordinario. Intanto i dem corteggiano la virostar Viola per il Veneto.Alla vigilia del voto amministrativo a Monfalcone e Pordenone, c’è fibrillazione per l’ipotesi di un terzo mandato consecutivo del governatore del Friuli -Venezia Giulia. Il dispositivo della Consulta applica il divieto per tutte le Regioni ordinarie, non per quelle autonome, e il presidente Massimiliano Fedriga mostra ottimismo senza ancora cantare vittoria. Sa che deve convincere gli alleati, la prudenza è d’obbligo. «Ad oggi mi piacerebbe candidarmi», ha dichiarato. «Questo non vuol dire che la coalizione decida di candidarmi […] «Adesso sarà il Consiglio regionale ad occuparsene», ha messo le mani avanti. Certo, per Fedriga non ci sono le preclusioni ribadite ieri dal presidente della Corte costituzionale, Giovanni Amoroso, infatti «la pronuncia riguarda quelle a statuto ordinario. Non ci siamo occupati delle Regioni a statuto speciale», ha detto il giudice. Dopo la bocciatura del terzo mandato in Campania, mentre i governatori di Veneto e Lombardia devono rassegnarsi a non ripresentarsi, come accade per la Provincia autonoma di Trento che ha innalzato a tre il numero di legislazioni possibili e Maurizio Fugatti può ripresentarsi, così in Friuli Fedriga si dichiara pronto per il terzo mandato. Il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha affermato di augurarsi che al collega della Lega «sia data la possibilità di candidarsi ancora, se lo vorrà», però non digerisce la «regola che vale soltanto per le cariche elettive: una grande ipocrisia politica», da detto ai quotidiani del gruppo Nord Est Multimedia (Nem). «La Corte chiarisce un ulteriore aspetto importante: esistono quattro presidenti di Regione e due di Provincia, che possono determinare il numero dei mandati che vogliono, mentre i rimanenti quindici devono fermarsi al secondo». Zaia ha detto che le leggi si rispettano, però «per me è inaccettabile che per giustificare il blocco dei mandati in maniera così, fra l’altro, rocambolesca, si dichiari che lo si fa per disgregare o impedire che si creino centri di potere. Questa è un’offesa per noi amministratori e anche per i cittadini». Quanto agli incarichi futuri ha detto: «Nel cinguettio dei palazzi, mi viene assegnato ogni giorno un incarico diverso», ma garantisce che «fino all’ultimo giorno del mio mandato, io penserò soltanto al Veneto. Sono figlio di un’elezione diretta, vera, seria».Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, se l’è cavata con una battuta, liquidando così la domanda se avrebbe fatto un terzo mandato qualora gli fosse stato possibile: «Ad impossibilia nemo tenetur (nessuno è tenuto a fare cose impossibili). Non essendo possibile, è inutile dire cosa fare. È chiaro che avrei corso volentieri i cento metri in 9 e 9, ma non ce la facevo allora e ancora meno oggi». Quanto alla Lombardia ancora governata dalla Lega ha risposto: «Mi sembra abbastanza ovvio, vuole che le dica di no?».Nel centrosinistra intanto si pensa già alla campagna elettorale. Durante questo fine settimana Pd e alleati scenderanno in piazza con 150 gazebo schierati «Per il Veneto di domani». Tra i primi nomi che circolano c’è quello della biologa e divulgatrice scientifica Antonella Viola. «Mi è stato proposto e sto valutando», ha detto. Tre anni fa la professoressa, grande sostenitrice della bontà del green pass e favorevole all’obbligo vaccinale durante la pandemia, scriveva su Fb: «In una trasmissione televisiva in cui sostenevo che il virus non era indebolito e il Covid non era finito, Daniela Santanchè commentò che presto i cittadini mi avrebbero visto candidata con il Pd, come a dire che dicevo quelle cose e mi mettevo a disposizione dei cittadini durante la pandemia con un solo scopo: entrare in Parlamento (immagino per soldi, perché onestamente non vedrei altre ragioni per preferire il Parlamento alla ricerca). Ecco oggi delle scuse sarebbero gradite. Il tempo è galantuomo, sempre».Oggi non è più categorica nel rifiuto, cede alle lusinghe dem così come ha fatto l’altra virostar Andrea Crisanti diventato senatore del Pd.