2025-01-21
Fda autorizza le bustine di nicotina Zyn
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Il commissario della Fda, il dottor Robert Califf (Getty Images)
Arriva un altro duro colpo al moralismo sanitario. La Food and drug administration (Fda) ha approvato, infatti, la commercializzazione delle bustine di nicotina Zyn ritenendole un'alternativa valida e meno dannosa rispetto alle sigarette e agli altri prodotti a base di tabacco.Si tratta di una decisione storica che innalza Zyn a essere il primo e unico prodotto nella sua categoria a ottenere l'autorizzazione negli Stati Uniti. Ma è anche un altro episodio che dimostra la reale possibilità di coniugare vulnerabilità e salute pubblica, libertà di scelta e responsabilità, sicurezza e piacere personale.Le bustine Zyn sono sviluppate dalla Swedish Match, un'azienda svedese che ha alle spalle oltre un secolo di storia di produzione di fiammiferi e articoli a base di tabacco. Nello specifico le Zyn sono presenti sul mercato statunitense dal 2014 e si distinguono dagli altri prodotti perché contengono nicotina pura, non hanno alcuna traccia di tabacco, non vengono fumate e, di conseguenza, hanno una minore esposizione al cancro e alle altre note patologie.Proprio sui rischi legati alla salute sono imperversate, però, le accuse del fronte proibizionista. Nel gennaio dello scorso anno, ad esempio, il capo della maggioranza democratica al Senato, Charles Schumer, ha chiesto un'azione contro i prodotti Zyn ritenendoli «pericolosi» soprattutto per i più giovani. Come spesso accade, poi, anche le accademie si sono unite al coro dell'allarmismo. A questo giro è stata la Johns Hopkins University ad evidenziare i possibili problemi cardiovascolari, i danni alle gengive, la nausea e la dipendenza legati al consumo di questi prodotti.Il moralismo sanitario si è infranto, però, negli scorsi giorni, con la decisione della Fda di autorizzare la commercializzazione, per l'esattezza, di venti prodotti Zyn. Alla base sussiste, infatti, un'ampia letteratura scientifica che documenta non solo un basso rischio cancerogeno ma anche l'attrattività degli stessi prodotti Zyn per i tanti adulti tentati di abbandonare le sigarette. Un dato ancora più importante è che solo l'1,8% degli studenti delle scuole medie e superiori statunitensi ha riferito di utilizzare bustine di nicotina.D'altro canto la Fda ha dichiarato di monitorare le pubblicità e il consumo imponendo, innanzitutto, severe restrizioni di marketing nel digitale, nelle televisioni e in radio, soprattutto verso il pubblico più giovane.La regolamentazione dei prodotti Zyn dimostra, più in generale, la possibilità di adottare politiche complesse, sensibili alle esigenze dei consumatori. Infatti, possono esistere infinite possibilità al di là del modello unico propugnato dal moralismo sanitario che, tra l'altro, rischia spesso anche di perpetuare il consumo delle sigarette tradizionali.I precedenti sorridono a questa prospettiva. Secondo alcune fonti, infatti, in Svezia lo snus ha contribuito a ridurre il numero dei fumatori dal 15% della popolazione nel 2005 al 5,2% nel 2023, un minimo storico in Europa. Il Giappone, invece, ha sperimentato un crollo del 50% nelle vendite di sigarette dal 2016, dal momento in cui il tabacco riscaldato è sbarcato sul mercato. Di conseguenza, la recente decisione della Fda può non essere solo un tema di carattere burocratico oppure di nicchia.
Gli abissi del Mar dei Caraibi lo hanno cullato per più di tre secoli, da quell’8 giugno del 1708, quando il galeone spagnolo «San José» sparì tra i flutti in pochi minuti.
Il suo relitto racchiude -secondo la storia e la cronaca- il più prezioso dei tesori in fondo al mare, tanto che negli anni il galeone si è meritato l’appellativo di «Sacro Graal dei relitti». Nel 2015, dopo decenni di ipotesi, leggende e tentativi di localizzazione partiti nel 1981, è stato individuato a circa 16 miglia nautiche (circa 30 km.) dalle coste colombiane di Cartagena ad una profondità di circa 600 metri. Nella sua stiva, oro argento e smeraldi che tre secoli fa il veliero da guerra e da trasporto avrebbe dovuto portare in Patria. Il tesoro, che ha generato una contesa tra Colombia e Spagna, ammonterebbe a svariati miliardi di dollari.
La fine del «San José» si inquadra storicamente durante la guerra di Successione spagnola, che vide fronteggiarsi Francia e Spagna da una parte e Inghilterra, Olanda e Austria dall’altra. Un conflitto per il predominio sul mondo, compreso il Nuovo continente da cui proveniva la ricchezza che aveva fatto della Spagna la più grande delle potenze. Il «San José» faceva parte di quell’Invencible Armada che dominò i mari per secoli, armato con 64 bocche da fuoco per una lunghezza dello scafo di circa 50 metri. Varato nel 1696, nel giugno del 1708 si trovava inquadrato nella «Flotta spagnola del tesoro» a Portobelo, odierna Panama. Dopo il carico di beni preziosi, avrebbe dovuto raggiungere Cuba dove una scorta francese l’attendeva per il viaggio di ritorno in Spagna, passando per Cartagena. Nello stesso periodo la flotta britannica preparò un’incursione nei Caraibi, con 4 navi da guerra al comando dell’ammiraglio Charles Wager. Si appostò alle isole Rosario, un piccolo arcipelago poco distanti dalle coste di Cartagena, coperte dalla penisola di Barù. Gli spagnoli durante le ricognizioni si accorsero della presenza del nemico, tuttavia avevano necessità di salpare dal porto di Cartagena per raggiungere rapidamente L’Avana a causa dell’avvicinarsi della stagione degli uragani. Così il comandante del «San José» José Fernandez de Santillàn decise di levare le ancore la mattina dell’8 giugno. Poco dopo la partenza le navi spagnole furono intercettate dai galeoni della Royal Navy a poca distanza da Barù, dove iniziò l’inseguimento. Il «San José» fu raggiunto dalla «Expedition», la nave ammiraglia dove si trovava il comandante della spedizione Wager. Seguì un cannoneggiamento ravvicinato dove gli inglesi ebbero la meglio sul galeone colmo di merce preziosa. Una cannonata colpì in pieno la santabarbara, la polveriera del galeone spagnolo che si incendiò venendo inghiottito dai flutti in pochi minuti. Solo una dozzina di marinai si salvarono, su un equipaggio di 600 uomini. L’ammiraglio britannico, la cui azione sarà ricordata come l’«Azione di Wager» non fu tuttavia in grado di recuperare il tesoro della nave nemica, che per tre secoli dormirà sul fondo del Mare dei Caraibi .
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