2018-12-08
«Farò quanto posso per salvare Asia Bibi e portarla in Italia»
La presidente leghista della commissione del Senato per i diritti umani, Stefania Pucciarelli: «È una cristiana perseguitata dall'islam. Tanti come lei. Mi sto impegnando per riuscire a portare in Italia questa coraggiosa donna cristiana, con la sua famiglia, visto che anche la Gran Bretagna si è rifiutata di accoglierla per paura di reazioni violente da parte della comunità musulmana».Volevano ucciderla come Benito Mussolini, raparle la testa a zero come le donne che si concedevano ai gerarchi fascisti o ai nazisti. I partigiani non perdonavano ma neppure i cosiddetti «leoni da tastiera» di oggi nei confronti della senatrice Stefania Pucciarelli, leghista, che ho incontrato al Senato. All'inizio appare un po' prevenuta la bionda senatrice di La Spezia, 51 anni, elegante, con un golfino rosa dai grandi bottoni luccicanti. Nella terza asola, al posto del bottone, un distintivo d'argento o forse solo di metallo luccicante, con la sagoma di Alberto da Giussano. Di quali orribili reati si sarebbe macchiata la nuova presidente della Commissione diritti umani del Senato? La senatrice avrebbe commesso l'imperdonabile errore di cliccare un «mi piace» a un post critico sulla distribuzione degli alloggi agli immigrati. Dopo qualche polemica ha chiarito subito che i post non erano suoi e che si era limitata solo a esprimere solidarietà personale a un amico della Croce rossa. Ma la smentita non è stata sufficiente a fermare la violenza sulla rete, caratterizzata da feroci offese e minacce. L'hanno definita «la leghista antirom» per avere approvato lo sgombero dei campi nomadi. La dirigente leghista, esasperata, ha cominciato a denunciare (come aveva fatto l'ex presidente della Camera, Laura Boldrini): nel mirino è finita una sua conterranea, Federica Pecunia (segretaria del Pd di La Spezia) e altri. L'esponente del Pd ha «ritoccato» la sua uscita su Facebook, ma non ha chiesto scusa alla senatrice e quindi il procedimento è ancora in corso. Più virulente le accuse di Ivan Scalfarotto, onorevole del Pd (sostenitore dei matrimoni e adozioni gay). In questo caso la querela della Pucciarelli è partita, senza alcuna reticenza, perché l'ex sottosegretario (nei governi Renzi e Gentiloni) aveva accusato la parlamentare di «essere sotto processo per incitamento all'odio razziale». «Ovviamente», dice la presidente della Commissione diritti umani, «è tutto falso. Ho ricevuto attestazioni di solidarietà, oltre che dallo schieramento di centrodestra, da colleghi di 5 stelle, ma anche da diversi parlamentari del Pd, come ad esempio Valeria Fedeli. Anche Emma Bonino non mi è sembrata così ostile. Un “militante" della rete ha fatto partire una raccolta di firme contro di me, ma non mi risulta che abbia avuto molto successo. Tutta questa grancassa non si capisce, se non con la solita strumentalizzazione politica, visto che tutto è stato chiarito e smentito. A fomentare l'odio sono proprio quelli che si inventano le notizie e cavalcano la demagogia. Il caso di Scalfarotto è esemplare».Lei è stata eletta presidente della Commissione del Senato sui diritti umani. È la prima volta che un'esponente del centrodestra arriva a quella posizione . Non sono però mancate le polemiche perché il centrosinistra puntava su Emma Bonino…«Sono molto contenta del risultato. È una sfida affascinante. Mi sono sempre occupata di diritti umani, non solo come volontaria alla Croce Rossa (per tre anni) ma con molte altre iniziative che ho messo in piedi a La Spezia, dove non ho mai riscontrato contestazioni durissime. Certo i militanti dei centri sociali - l'ho detto più volte - non vanno a tirare sassi durante i comizi del Pd perché molti esponenti di quel partito e degli altri movimenti di sinistra, in passato, li hanno sempre tutelati». La relazione della Commissione sui diritti umani della passata legislatura (presieduta da Luigi Manconi) circola da tempo in Parlamento (90 pagine). Vi è anche la proposta di creare un ente o una struttura permanente indipendente per la tutela dei diritti umani. Lei che cosa ne pensa? «Non sono molto convinta di questa idea anche sulla scorta di esperienze di altre authority».Si riferisce a quella per l'infanzia e l'adolescenza? «Anche. C'è il fondato rischio che molti enti diventino dei nuovi carrozzoni perdendo efficacia nei ruoli per cui sono stati creati. Forse allora è meglio far funzionare in modo più adeguato e innovativo le strutture pubbliche già esistenti e le commissioni parlamentari, come quella del Senato». Parliamo delle questioni fuori dal nostro Paese: a quale tema darebbe la priorità? «Oltre ai problemi connessi all'immigrazione e all'integrazione, mi piacerebbe riuscire a salvare, in modo definitivo, la vita di Asia Bibi, assolta dalla pena di morte, ma che continua in Pakistan a correre rischi per la sua vita e per quella dei suoi familiari. Mi sto impegnando per riuscire a portare in Italia questa coraggiosa donna cristiana, con la sua famiglia, visto che anche la Gran Bretagna si è rifiutata di accoglierla per paura di reazioni violente da parte della comunità musulmana».Non pensa che su questo caso vengano compiute anche speculazioni, da parte di associazioni che raccolgono fondi in nome di Asia? «È vero , le speculazioni ci sono e bisogna combatterle. Ricordiamoci però che i casi di Asia Bibi sono migliaia, in Pakistan e altrove, come ci ricorda la persecuzione dei cristiani in Africa e in Asia. Mi ha colpito nei giorni scorsi, in un convegno alla Camera dei deputati, il discorso di Paul Bhatti (fratello del ministro delle minoranze pakistano, Shahbaz, ucciso perché si era dichiarato solidale con Asia Bibi). “Vi sono migliaia di casi simili a quello di Asia", ha detto Paul Bhatti, “perché esiste il reato di blasfemia, che rappresenta l'ideologia musulmana che continua a generare questa campagna di persecuzione contro i cristiani". Asia rappresenta quindi solo la punta di un iceberg». Vi sono poi altre iniziative in programma?«Il programma lo stiamo predisponendo proprio in questi giorni. Vorrei però occuparmi anche delle mutilazioni genitali femminili. È un fenomeno che coinvolge anche il nostro Paese. Mi risulta siano ancora diverse migliaia le bambine africane e asiatiche che subiscono questa violenza ogni anno, anche se esiste una legge severa che punisce i responsabili di questo reato».