2021-07-21
Farnesina ai turisti: «Viaggi a rischio. Serve polizza per le spese mediche»
L’Unità di crisi del ministero scrive ai 400 giovani italiani in partenza per Corfù: «Se positivi verrete isolati e tutti i costi per i medicinali e il soggiorno forzato saranno a carico vostro. Munitevi di un’assicurazione»Si è mossa la Farnesina per scoraggiare i ragazzi a viaggiare verso destinazioni con alto rischio sanitario. Ieri l’Unità di crisi del ministero degli Esteri ha inviato una lettera ai responsabili del viaggio organizzato per circa 400 giovani italiani, con partenza in traghetto il 23 luglio da Ancona per Corfù. Nella comunicazione viene ricordato che «si sono registrati in tutto il mondo casi di connazionali risultati positivi al test Covid-19, con conseguente isolamento, presso strutture locali, sia dei soggetti positivi che dei contatti di questi ultimi, in base a quanto previsto dalle normative locali». Spostarsi in gruppo espone ancora di più al rischio contagi «derivante dalla convivenza e dalla condivisione che sono il presupposto di questo tipo di viaggi», fanno presente i funzionari, evidenziando concrete difficoltà che i ragazzi potrebbero incontrare se scoppiasse qualche focolaio. «In molte isole greche, inclusa Corfù, la presenza di viaggiatori stranieri risultati positivi al Covid-19 è significativa e sta comportando rallentamenti e difficoltà alle autorità sanitarie locali nel reperire alloggi adeguati presso i Covid hotel», precisa la lettera, quindi i costi per il periodo di isolamento sarebbero a carico del viaggiatore, così come quelli per i test cui sottoporsi al termine della quarantena. Se si risulta positivi, non è possibile rientrare nell’immediato in Italia, non è possibile viaggiare con mezzi commerciali, la green card è revocata. È possibile contattare l’ambasciata o il consolato del Paese dove ci si trova per verificare le possibilità per il rimpatrio in collaborazione con l’Unità di crisi della Farnesina, ma se la quarantena è obbligatoria non c’è altro da fare che mettersi in isolamento. Proprio per questo il ministero sottolinea che «è indispensabile che tutti i viaggiatori siano dotati di adeguata polizza assicurativa che copra i rischi connessi a Covid-19». Quindi almeno un rimborso delle spese mediche, farmaceutiche e ospedaliere, oltre che di soggiorno forzato in una struttura alberghiera. Un vero promemoria per i genitori dei ragazzi che faranno tappa anche ad Atene, perché non siano impreparati ad affrontare «possibili costi aggiuntivi anche psicologici ed emotivi connessi a questo tipo di spostamento». Senza contare l’incognita organizzazione sanitaria nei luoghi turistici, che non tranquillizza le famiglie sapendo che risultare positivi non è un dramma, ma bisogna poter contare su medici e farmaci in caso di sintomi da tenere sotto controllo. Preoccupano i casi di giovani bloccati che si stanno ripetendo. La scorsa settimana, quindici ragazzi di Pescara furono bloccati proprio a Corfù, perché sei di loro risultarono contagiati, mentre altrettanti neo maturandi veneziani finivano in quarantena in un’altra isola, Ios, senza supporto logistico. Prima ancora c’era stata la pesante esperienza dei circa 300 giovani, vincitori di una vacanza studio organizzata dall’Inps in collaborazione con Accademia Britannica, bloccati a Dubai in quarantena ai primi luglio perché 210 di loro risultarono positivi, e che solo grazie a un’assicurazione stipulata prima della partenza poterono restare quindici giorni in isolamento senza sostenere spese. Poi i 150 italiani, settanta dei quali minorenni, che non hanno potuto lasciare Malta perché 21 di loro erano positivi sintomatici e sono finiti tutti in quarantena, questa volta in un albergo a loro spese e incontrando problemi perfino a ricevere acqua e cibo. Il primo gruppo, di 58, è rientrato lunedì a Fiumicino, con un charter organizzato dalle autorità maltesi. Contenti di essere tornati negativi ma delusi per l’esperienza visto che non hanno potuto frequentare i corsi di lingua e nemmeno godersi il soggiorno di studio all’estero. In questo periodo i viaggi diventano a rischio, per questo già la scorsa settimana il ministero degli Esteri aveva diffuso una nota ricordando a chi rientra, e deve sottoporsi a un tampone, che deve «prendere in considerazione la possibilità che il test dia un risultato positivo». Se risulti positivo non parti, perdi il volo o il traghetto e devi allungare la tua permanenza lontano da casa. Questa volta, però, non in vacanza ma chiuso in una camera di hotel a tue spese, quando non ti sei assicurato prima. Come è successo pure a due giovani riminesi, che prima di rientrare da Ibiza hanno fatto il tampone e si sono scoperti positivi. Disfatte le valigie, hanno dovuto restare sull’isola. Ci sono anche i disagi registrati da quanti partono senza essere informati, per esempio dell’obbligo di compilare il Plf, il Passenger locator form secondo le modalità richieste dai singoli Paesi. Per molti basta che l’operazione venga fatta nelle 48 ore precedenti la partenza, inserendo nel modulo le informazioni che permettano alle autorità sanitarie di contattarti durante la permanenza in un determinato luogo; per altri, come la Grecia, il questionario deve essere compilato entro le 23.59 della sera precedente al viaggio. Se non rispetti le regole, non parti, come è successo a diversi passeggeri lasciati a terra a Malpensa, ma anche a Venezia. I controlli vengono ormai fatti ovunque, non c’è proprio da pensare di farla franca, e se non sono estenuanti come quelli che sono stati imposti agli Azzurri atterrati a Tokyo: più di tre ore prima che i nostri atleti potessero lasciare l’aeroporto giapponese. Certo non c’è Stato disposto a chiudere un occhio davanti a una documentazione di viaggio incompleta.
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