2025-02-21
I famigliari degli imprenditori russi reclamano l’uscita dalla «lista nera»
Oleg Deripaska (Getty Images)
Raffica di ricorsi contro l’accanimento degli euroburocrati. L’appello del Vaticano.L’intenzione di Donald Trump di mettere fine alla guerra tra Kiev e Mosca alimenta le speranze di una pace imminente. Le modalità con cui ottenere questa tregua, però, rimangono ancora da definire. Sul tema, lo stesso presidente statunitense, in un lungo post su Truth, ha dichiarato che «se non ci sarà un accordo diplomatico a breve con l’Ucraina, non avrò altra scelta se non imporre più tasse, dazi e sanzioni su tutto quello che viene venduto dalla Russia in Usa». Le sanzioni sembrano essere centrali per la risoluzione del conflitto non solo per la strategia statunitense ma anche per il Vaticano. In un contesto internazionale profondamente diviso sulle possibili soluzioni per porre fine al conflitto, infatti, anche il Papa si è fatto promotore di un appello per riportare la diplomazia al centro delle iniziative di pace. Qui dentro l’allentamento delle sanzioni imposte ai familiari degli imprenditori russi che non hanno partecipato direttamente al conflitto sul territorio ucraino. I reclami presentati dai familiari degli imprenditori russi, che da tempo chiedono la revoca delle restrizioni a loro imposte, si sono intensificati negli ultimi mesi. È il caso di Galina Evgenyevna, moglie dell’imprenditore Dmitry Pumpyanskiy, nonché di Pavel Ezubov, imprenditore e cugino del magnate Oleg Deripaska. In queste vicende, le argomentazioni presentate dai ricorrenti hanno avuto la meglio sulle posizioni dell’Unione europea, portando alla revoca delle sanzioni. Tuttavia, altri familiari sanzionati restano in attesa di una risposta. Un esempio dell’approccio ambiguo che il Consiglio dell’Ue ha adottato nel dossier delle sanzioni personali è il caso di Gulbakhor Ismailova, sorella del miliardario e filantropo russo di origine uzbeka Ališer Usmanov. Ostetrica di professione, la donna uzbeka sembra ben lontana dalla lista degli «istigatori della guerra in Ucraina». Nonostante ciò, il Consiglio dell’Ue la reputa «custode» delle proprietà trasferite dal fratello nei trust delle Bermuda (da cui successivamente lo stesso Usmanov si era ritirato). Per rimuovere ogni dubbio sollevato dal Consiglio, Ismailova aveva poi deciso di rinunciare irrevocabile a qualsiasi beneficio economico derivante dai trust. Anche per questo motivo, la sua permanenza nel regime sanzionatorio solleva perplessità. L’Ue continua infatti a mantenere Ismailova nella lista dei sanzionati, probabilmente per il timore che, una volta revocate le misure restrittive, possa riacquisire il suo status di beneficiaria del trust. Tuttavia, questa rigidità appare incoerente se confrontata con altri casi: diversi imprenditori russi, dopo aver ottenuto la revoca delle sanzioni grazie alle vendite delle loro attività in Russia, potrebbero potenzialmente riacquisirle senza incontrare particolari ostacoli.Sulla revoca delle sanzioni il Consiglio si pronuncerà a breve. Nonostante gli sforzi di molti soggetti coinvolti per dimostrare la loro estraneità in relazione al conflitto, sembra oggi che l’unico vero motivo per mantenere il regime sanzionatorio sia il legame familiare, un dato anagrafico, più che una responsabilità giuridica. Una forma di accanimento politico che difficilmente potrà risolversi se il Consiglio dell’Ue dovesse continuare ad adottare il grado di parentela come criterio per l’imposizione di misure restrittive.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.