Eutanasia, Pro Vita & Famiglia: «Inaccettabile forzatura della Consulta. Diga rotta e pericolo discriminazioni»

Eutanasia, Pro Vita & Famiglia: «Inaccettabile forzatura della Consulta. Diga rotta e pericolo discriminazioni»
Ansa

La decisione presa dalla Corte Costituzionale sul caso Dj Fabo e sulla non punibilità ai sensi dell'art. 580 c.p. di Marco Cappato «segna una svolta storica negativa per l'Italia: ora il Parlamento dovrà intervenire sull'aiuto al suicidio sapendo già che i casi come quello del Dj saranno considerati leciti e saranno permessi. Di fatto la Consulta ha aperto una drammatica crepa nella diga che tutela il diritto alla vita: all'inizio sarà il caso per caso, poi il legislatore estenderà le condizioni e infine l'Italia farà la fine dell'Olanda. In più in questo modo ha introdotto nuove discriminazioni stabilendo condizioni arbitrarie tra chi potrà 'farsi suicidare» e chi no.

Questo mentre nella Costituzione non si parla mai di diritto alla morte, mentre si parla chiaramente di diritto alla vita. «È un orrore giuridico, una scelta immorale, un principio devastante per le persone e le famiglie»: hanno commentato il presidente e il vice presidente di Pro Vita & Famiglia, Antonio Brandi e Jacopo Coghe, che guidano la onlus che da settembre ha promosso una campagna con manifesti choc e camion vela sul tema del fine vita.

«Perché questa forzatura? Si tratta di un'inaccettabile spinta della Consulta e non è mai successo che la Corte Costituzionale sia intervenuta a gamba tesa in questo modo su un tema tanto delicato e fondamentale, neanche in Germania dove in un caso c'è stato un dibattito intenso ma finito comunque con una decisione molto diversa» hanno proseguito Toni Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vice presidente di Pro Vita e Famiglia e già organizzatori del Congresso Mondiale delle Famiglie di Verona.
«Abbiamo riaperto la porta 'alle vite non degne di essere vissute' come nella Germania nazista. E' questa strada incompatibile con la dignità ed è equivalente ad un trattamento inumano» hanno concluso Brandi e Coghe.

Merz: l’Europa sono io (più Parigi)
Friedrich Merz (Ansa)
Il cancelliere conferma che alla guida del continente devono esserci solo i tedeschi e i transalpini. E per avere un’Unione più utile a Berlino, punta a sopprimere il veto.

L’Unione europea non funziona più? Facciamone un’altra, più piccola e maneggevole, in tandem con la Francia. Questo il senso profondo di quanto dichiarato ieri dal cancelliere tedesco, Friedrich Merz, nel corso di un convegno organizzato dalla Süddeutsche Zeitung.

Con i soldi che gli abbiamo regalato Zelensky fa fare gli affari a Macron
Volodymyr Zelensky ed Emmanuel Macron (Ansa)
Il presidente vola in Francia e compra 100 Rafale, 8 contraeree, radar, bombe e treni: con i caccia svedesi, il conto supera i 30 miliardi (nostri). E Ursula vuol dargliene altri 70, per coprire il «deficit enorme» di Kiev.

Ai grandi magazzini Lafayette, Volodymyr Zelensky ha comprato 100 caccia, otto contraeree, quattro sistemi radar, sei di lancio di bombe e 55 treni. Così, senza aver ancora spedito manco un legionario straniero al fronte, Emmanuel Macron ha raccolto, per conto della sua industria bellica, i dividendi delle passerelle dei volenterosi.

L’Italia si mette all’erta per la guerra ibrida
Sergio Mattarella e Giorgia Meloni durante il Consiglio supremo di Difesa (Ansa)
Al Consiglio supremo di Difesa, con Mattarella, c’era la Meloni con mezzo governo. La nota del Colle: «Vigilare sugli attacchi cyber, adeguarsi alla sfida dei droni russi. A Gaza cessi l’occupazione, però Hamas va disarmata. Ignobile l’antisemitismo».

Un appuntamento fisso che in questo caso, visto il contesto, assume un’importanza diversa. Si tratta del Consiglio supremo di Difesa, che si tiene periodicamente al Quirinale e che ieri ha visto all’ordine del giorno, oltre all’evoluzione dei conflitti in corso, anche le minacce ibride, con riferimento alle possibili ripercussioni sulla sicurezza dell’Italia e dell’Europa. Cina e Russia, in particolare, sono state portate all’attenzione del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, che appena due giorni, fa al Bundestag, ha fatto riferimenti al rischio nucleare.

La mossa a sorpresa di Trump per stanare i dem sugli «Epstein file»
Donald Trump (Ansa)
Il tycoon dice sì alla pubblicazione dei documenti perché non crede che ci sia materiale compromettente contro di lui.

Sono giorni intensi quelli che sta attraversando Donald Trump. Il presidente americano si trova infatti contemporaneamente impegnato su più fronti: dal caso di Jeffrey Epstein ai dossier internazionali, come Venezuela e Medio Oriente. Domenica sera, Trump ha esortato i deputati repubblicani a votare a favore della pubblicazione dei file relativi al finanziere morto suicida nel 2019.

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