2025-03-07
«Vogliamo la pace attraverso la forza. Sostegno a Kiev resta incrollabile»
Ursula von der Leyen (Ansa)
Ieri il Consiglio Ue: «Valutare altre misure oltre a stop al Patto di stabilità». Veto di Orbán. Confermato: non ci sarà voto in aula.Comunque la si voglia chiamare quella dell’Europa è una corsa agli armamenti. Attorno a questo è ruotato il Consiglio Ue straordinario convocato ieri a Bruxelles. Il premier polacco Donald Tusk, presidente di turno del Consiglio Ue arrivando al vertice lo ha chiarito: «Non c’è dubbio che la guerra in Ucraina, il nuovo approccio dell’amministrazione statunitense all’Europa e soprattutto la corsa agli armamenti della Russia ci pongono nuove sfide. L’Europa deve vincere questa corsa agli armamenti» perché «l’Europa nel suo insieme è in grado di vincere qualsiasi confronto: finanziario, economico e militare con la Russia. Siamo più forti, dovevamo solo iniziare a crederci. E sta accadendo oggi». «Questo è un momento spartiacque per l’Europa e l’Ucraina come parte della nostra famiglia europea» ha detto il presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen in punto stampa congiunto con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa. «L’Europa affronta un pericolo chiaro e presente, e quindi l’Europa deve essere in grado di proteggersi, di difendersi, così come dobbiamo mettere l’Ucraina in una posizione per proteggersi e spingere per una pace duratura e giusta. Vogliamo una pace con la forza, ed è per questo che oggi presento ai leader il piano di riarmo dell’Europa». La dichiarazione finale del Consiglio europeo (approvata a 26: l’Ungheria ha confermato il suo veto) conferma esplicitamente che l’Unione europea è con l’Ucraina, ma sarà il prossimo Consiglio di marzo a stabilire in che modo verrà finanziato il riarmo. Nel documento si ricorda che la Russia sta compiendo «una guerra di aggressione» e che il sostegno europeo a Kiev «è incrollabile». Secondo l’Europa, la pace può essere ritrovata «attraverso la forza», cioè continuando ad armare Kiev. Tra i punti irrinunciabili: nessun negoziato sull’Ucraina senza l’Ucraina; nessun negoziato che riguardi la sicurezza europea senza il coinvolgimento degli europei; tregua o «cessate il fuoco» devono far parte di un processo che porti a un accordo di pace complessivo; l’accordo deve essere accompagnato a garanzie di sicurezza credibili e deve rispettare indipendenza, sovranità e integrità territoriale dell’Ucraina.In un passaggio della bozza del documento finale viene sottolineata «l’importanza di mobilitare finanziamenti privati per l’industria della Difesa»: la Commissione viene invitata «a prendere in considerazione misure al riguardo, anche segnalando agli investitori privati l’importanza dell’industria della Difesa per l’Europa in generale». Si legge che i leader accolgono «con favore» i piani della Banca europea per gli investimenti «volti a rafforzare il suo sostegno all’industria europea della sicurezza e della Difesa, salvaguardandone al tempo stesso le operazioni e la capacità di finanziamento». In sostanza, si tratta di investire di più in quel settore mantenendo però la tripla A. Il Consiglio europeo concorda sulla necessità di rivalutare l’elenco delle attività escluse dall’attività della Bei e di aumentare il volume dei finanziamenti disponibili nel settore della sicurezza e della difesa. E poi il Consiglio accoglie «con favore l’intenzione della Commissione di raccomandare al Consiglio l’attivazione, in modo coordinato, della clausola di salvaguardia nazionale nell’ambito del Patto di stabilità e crescita come misura immediata». Verranno tuttavia valutate anche altre misure. Accolta positivamente anche una proposta dell’Italia: l’interezza dei fondi previsti dovrebbe essere destinata a spese ammissibili al calcolo delle spese di difesa in ambito Nato. In sostanza, ogni euro in più investito nella difesa europea deve contare ed essere contabilizzato in ambito Nato. L’Italia ha anche proposto di discutere della possibilità di una garanzia europea per gli investimenti nel settore della difesa, sul modello di InvestEu, anche con l’obiettivo di massimizzare l’impiego di fondi privati in aggiunta a quelli pubblici. Inoltre sembra che non sia stato affatto discussa la proposta del presidente francese Emmanuel Macron di un ombrello nucleare europeo contro la Russia né che il capo dell’Eliseo intendesse presentare quella proposta in questa occasione. Degli 800 miliardi, 650 miliardi proverranno dai bilanci pubblici nazionali allargando le maglie del patto di stabilità, 150 miliardi dall’emissione di debito comunitario per prestiti ai governi a tassi bassi e scadenze lunghe. L’Alto rappresentante per gli Affari esteri dell’Ue, Kaja Kallas ha detto: «Mi auguro che l’Unione europea dimostri unità e determinazione in questi tempi turbolenti. Dobbiamo procedere con un’accelerazione immediata. Sappiamo che questo è sempre più difficile, ed è per questo che abbiamo considerato una “coalizione dei volenterosi” in modo che un solo Paese non possa bloccare tutti gli altri», ha spiegato l’Alto rappresentante. Intanto la von der Leyen, ha annunciato il ricorso all’articolo 122 per il nuovo strumento di prestito comune da 150 miliardi di euro nell’ambito del piano ReArm Europe. Permette una procedura accelerata per cui è necessaria solo la maggioranza qualificata al Consiglio senza un voto al Parlamento europeo. L’articolo 42.7 è invece una specie di articolo 5 della Nato ma definisce la mutua difesa tra gli Stati membri dell’Ue.