2024-02-10
«Europa ostile, svuota le campagne»
Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi (Imagoeconomica)
Il presidente di Assoenologi Riccardo Cotarella: «La rabbia dei contadini è motivata. Bruxelles ha tradito le aspettative, si accanisce su questo settore. E fa leggi sul vino ignorando che cosa sia».Pane al pane, vino al vino: Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi e dell’Union internationale des Oenologues, la Federazione che raggruppa e rappresenta a livello mondiale le associazioni nazionali professionali dei tecnici del settore vitivinicolo, affida alla Verità le sue considerazioni sulla protesta degli agricoltori. Presidente Cotarella, partiamo dai numeri: cosa rappresenta il vino per l’economia italiana?«Iniziamo a dire cosa rappresenta il vino per il nostro Paese dal punto di vista dell’immagine: è sicuramente il prodotto dell’agroalimentare italiano più conosciuto nel mondo. Esportiamo centinaia di milioni di bottiglie, prodotti di alto livello. Dal punto di vista pratico: il valore della nostra filiera è di oltre 31 miliardi di euro. Abbiamo 53.000 aziende per poco meno di un milione di occupati. Il vino è in cima alla classifica della bilancia commerciale del made in Italy tradizionale. Attualmente il settore rappresenta 7,5 miliardi di euro in esportazioni nette, al primo posto come saldo commerciale, avanti ad altri simboli del made in Italy nel mondo, come la moda, la meccanica strumentale. Negli ultimi anni, il valore dell’export è cresciuto del 56%».Qual è il mercato di punta dei nostri prodotti?«Gli Stati Uniti. Poi c’è l’Unione europea, il Giappone. Stiamo entrando in Cina. Il vino tra l’altro rappresenta l’Italia intera: la Ferrari sta a Maranello, il Parmigiano a Parma, il vino è presente dal Piemonte a Pantelleria: rappresenta l’intero nostro Paese».Le politiche green dell’Europa hanno una ricaduta negativa anche sul settore?«Certo. Le proteste degli agricoltori sono sacrosante. Io vivo il settore dell’agricoltura, nella mia azienda e nelle centinaia che seguo, e devo dire che il lavoro e il sacrificio degli agricoltori non è assolutamente ripagato. Le politiche europee rischiano di far svuotare le campagne».Come giudica l’azione del nostro governo da questo punto di vista?«Trovo assolutamente improprio e sbagliato addebitare colpe a questo governo. La nostra agricoltura soffre almeno dagli anni Cinquanta; non si è mai data la giusta valorizzazione al settore più rappresentativo del nostro Paese. L’Unione europea ha tradito tutte le nostre aspettative, a partire dal quelle che avevamo sul mercato unico europeo. I pesticidi? Siamo tutti d’accordo che sono dannosi, ma va dato modo e tempo agli agricoltori, attraverso anche adeguate sovvenzioni, per sostituirli. Intanto però l’Europa consente l’importazione dall’esterno di prodotti pieni di pesticidi e a prezzi bassi perché il costo della manodopera è inferiore. Non capiamo perché l’Unione europea si accanisca contro questo settore. Un’ostilità talmente forte che non me la spiego, anche se qualche idea me la sono fatta. Dovremmo andarci tutti con i trattori a Bruxelles: non possiamo sottostare a leggi sul vino fatte da persone che non sanno cosa sia».Torniamo al lavoro del governo italiano…«Per fortuna il nostro ministro Francesco Lollobrigida sta facendo battaglie importantissime contro queste assurdità della farina di grillo, della carne sintetica, dei vermi, degli insetti. Tra un po’ ci faranno mangiare i serpenti. Nessuno come questo ministro ha fatto tanto per il vino, attraverso il rafforzamento del controllo sulle sofisticazioni, i contributi, l’attenzione mediatica che ha dato al settore, il suo parlare schietto senza mezzi termini. Vorremmo che anche l’Europa aprisse gli occhi seguendo il suo esempio, dando spazio ai tecnici veri, quando si legifera sul vino». Dalle sue parole si percepisce una certa amarezza...«Siamo esasperati, ma restiamo in trincea. Noi enologi non ne possiamo più. Siamo coscienti dell’immane lavoro dei produttori, dei loro investimenti. siamo stanchi di essere ostacolati nel mondo che noi amiamo, che riteniamo il più rappresentativo del nostro Paese dal punto di vista economico e culturale».
Gabriele D'Annunzio (Getty Images)
Lo spettacolo Gabriele d’Annunzio, una vita inimitabile, con Edoardo Sylos Labini e le musiche di Sergio Colicchio, ha debuttato su RaiPlay il 10 settembre e approda su RaiTre il 12, ripercorrendo le tappe della vita del Vate, tra arte, politica e passioni.
Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida (Ansa)
Lo stabilimento Stellantis di Melfi (Imagoeconomica)