2024-04-06
Da Strasburgo un nuovo attacco alla vita
L’11 aprile l’Europarlamento voterà una mozione per includere l’aborto nella Carta dei diritti fondamentali della Ue. Una deriva iniziata in Francia, ma che si può fermare.Manca meno di una settimana, l’11 aprile per l’esattezza, e il Parlamento europeo voterà una mozione in cui si richiede di inserire l’interruzione volontaria di gravidanza nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, emulando con questa vergognosa iniziativa quanto accaduto in Francia poche settimane fa. L’aborto viene presentato come «valore comune» di tutti gli Stati membri e, quindi, in quanto tale, come valore fondamentale. Se percorriamo anche solo fugacemente la storia della legalizzazione dell’aborto, tutti ricordiamo che era stato presentato come una sorta di «dolorosa necessità», cui ricorrere in particolari casi disperati, come violenza sessuale o condizioni di indigenza estreme o malattie della gestante, e per porre fine alla criminosa e clandestina attività delle «mammane». Oggi, a distanza di pochi decenni, la soppressione volontaria di una vita innocente e senza difesa alcuna, viene esaltata come un’azione talmente nobile e civile da dover essere annoverata fra i «diritti fondamentali» degli Stati dell’Ue! Spero che ci rendiamo conto di che cosa stiamo parlando: l’omicidio di un bambino (Papa Francesco così l’ha definito con inequivocabile chiarezza) è un valore da tutelare come un bene fondamentale, intoccabile, da difendere ad ogni costo! E tutto ciò sta accadendo nel silenzio mediatico più assoluto, con l’evidente volontà di mettere tutto nelle mani dei burocrati europei, saltando a piè pari la sensibilità e la storia dei popoli di cui l’Europa è fatta. Pur sapendo che una dichiarazione del genere non ha giuridicamente valore vincolante per i singoli Stati membri - ricordiamo che i Trattati dell’Ue prevedono che i temi eticamente sensibili sono di competenza esclusiva di ogni Stato - è fuori di dubbio che sul piano culturale e sociale l’impatto è enorme: chiunque volesse esprimere un’opinione contraria all’aborto, diviene automaticamente un violento reazionario che si scaglia - nientemeno - contro la Carta dei diritti fondamentali! Di conseguenza, la stessa obiezione di coscienza - valore sacrosanto di una società civile, libera e democratica - deve essere cancellata, in quanto condotta antisociale da condannare. E chiunque di adoperasse per organizzare misure che rendano possibile il portare a termine una gravidanza - salvando, come da anni stiamo facendo, sia il bimbo che la sua mamma - dovrebbe essere additato a pericoloso nemico dei «diritti umani». Il diritto alla vita del bimbo viene gettato nel cassonetto, e la scelta omicida diventa diritto inalienabile.L’Europa sta percorrendo una china terribile, che conduce verso l’«abisso della desolazione», ove la vita umana diventa bene commerciale, manipolabile e violabile a piacimento. L’ideologia disumana e antiumana della negazione della vita sta avanzando, apparentemente senza incontrare ostacoli. L’apostasia rispetto al comandamento «non uccidere» - norma tanto religiosa, quanto laica (non dimentichiamo che nel 2007 la moratoria Onu sulla pena di morte prese le mosse proprio da questa dichiarazione!) - procede avvelenando cuore e mente di tante persone, a partire dalle nuove generazioni, educate all’indifferenza di fronte ad atti che annientano la vita. È proprio di ieri la notizia che il Comune di Milano ha vietato l’esposizione al centro di una pubblica piazza di una statua raffigurante un mamma con il suo «pancione», commovente e naturale immagine della maternità. Motivazione? Perché si tratta di un valore «divisivo», non da tutti condiviso! Fra pochi giorni, gli ideologi di turno ci aggiungeranno che è inaccettabile quella «strana figura», perché rappresenta qualcosa che va contro un diritto fissato nella Carta europea dei diritti fondamentali! Che fare? Dobbiamo fuggire la rassegnazione, mettere in campo ogni iniziativa che protegga la vita, del bimbo e della mamma, finanziare il «diritto a portare a termine la gravidanza»… e non dimenticare che fra due mesi si vota per il nuovo Parlamento europeo: votiamo candidati, leali e onesti, che pongano al primo posto la difesa della vita umana, dal concepimento alla morte naturale. Siamo stanchi di burocrati che hanno svenduto anima, cuore e mente alle follie ideologiche.
Nella prima mattinata del 28 ottobre 2025 la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato hanno eseguito numerose perquisizioni domiciliari in tutta Italia ed effettuato il sequestro preventivo d’urgenza del portale www.voltaiko.com, con contestuale blocco di 95 conti correnti riconducibili all’omonimo gruppo societario.
Si tratta del risultato di una complessa indagine condotta dal Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Bologna e dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica per l’Emilia-Romagna, sotto la direzione del Pubblico Ministero Marco Imperato della Procura della Repubblica di Bologna.
Un’azione coordinata che ha visto impegnate in prima linea anche le Sezioni Operative Sicurezza Cibernetica delle varie Regioni e gli altri reparti territoriali della Fiamme Gialle nelle province di Bologna, Rimini, Modena, Milano, Varese, Arezzo, Frosinone, Teramo, Pescara, Ragusa.
L’operazione ha permesso di ricostruire il modus operandi di un gruppo criminale transnazionale con struttura piramidale tipica del «network marketing multi level» dedito ad un numero indeterminato di truffe, perpetrate a danno anche di persone fragili, secondo il cosiddetto schema Ponzi (modello di truffa che promette forti guadagni ai primi investitori, a discapito di nuovi investitori, a loro volta vittime del meccanismo di vendita).
La proposta green di investimenti nel settore delle energie rinnovabili non prevedeva l’installazione di impianti fisici presso le proprie abitazioni, bensì il noleggio di pannelli fotovoltaici collocati in Paesi ad alta produttività energetica, in realtà inesistenti, con allettanti rendimenti mensili o trimestrali in energy point. Le somme investite erano tuttavia vincolate per tre anni, consentendo così di allargare enormemente la leva finanziaria.
Si stima che siano circa 6.000 le persone offese sul territorio nazionale che venivano persuase dai numerosi procacciatori ad investire sul portale, generando un volume di investimenti stimato in circa 80 milioni di euro.
La Procura della Repubblica di Bologna ha disposto in via d’urgenza il sequestro preventivo del portale www.voltaiko.com e di tutti i rapporti finanziari riconducibili alle società coinvolte e agli indagati, da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.
Nel corso delle perquisizioni è stato possibile rinvenire e sottoporre a sequestro criptovalute, dispositivi elettronici, beni di lusso, lingotti d’oro e documentazione di rilevante interesse investigativo.
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