2023-10-22
Dopo il sofà-gate nuova lite da Biden. L’Europa ostaggio di vertici inadeguati
Charles Michel e Ursula von der Leyen (Ansa)
Nel 2021 per Ursula Von der Leyen e Charles Michel figuraccia storica da Erdogan. Adesso le udienze separate alla Casa Bianca. In che mani siamo?Imbambolati di fronte alle emergenze planetarie, dall’Ucraina al Medio Oriente, i turbo governanti europei si sfidano a singolar tenzone. Ecco l’ultima puntata della più appassionante saga continentale: Ursula contro Charles, Von der Leyen versus Michel. Insomma: presidente della Commissione europea a duello con il presidente del Consiglio europeo. Di fronte al conflitto israelo-palestinese, Bruxelles non solo mostra la sua inconcludenza diplomatica. Riesce a pure a dividersi, nell’inconfessabile smania dei leader di guadagnarsi un posticino al sole. Vedi l’ultimo viaggio di Ursula e Charles alla Casa Bianca: di fronte a Joe Biden prima si prestano sorridenti a una foto ricordo salvo poi incontrarsi col presidente Usa separatamente. Siparietto che segue l’arringa della baronessa Von der Leyen: «Israele ha il diritto di difendersi. Siamo dalla sua parte». Un supposto bellicismo che fa infuriare, visti i mancati riferimenti alla pace, sia Michel che l’Alto rappresentante Ue, Josep Borrell. Tanto da convincerli a diramare una nota ufficiale: «La politica estera viene definita e decisa dagli Stati membri, dal Consiglio. Il resto non rappresenta la posizione dell’Ue». Insomma: la scalpitante Ursula s’occupi d’altro. Comandano loro. Nel frattempo il presidente della Repubblica italiano, Sergio Mattarella auspica: «La destabilizzazione che rischia di coinvolgere l’intero Medio Oriente reclama un’Europa capace di esercitare la propria positiva influenza». Già, positivissima: delegittimazioni, liti, distinguo. Perfino uno dei duellanti, lo spagnolo Borrell, si lancia in una sbalorditiva auto celebrazione: «L’Ue, con la guerra in Ucraina, è diventata una potenza geopolitica». E mentre scandisce l’enormità, si scaglia contro il Commissario per il Vicinato, l’ungherese Olivér Várhelyi. Quel tema, d’altronde, è dirimente: dopo le bombe di Hamas urge interrogarsi sui consistenti aiuti economici alla Palestina. Come sono usati i soldi inviati dall’Unione europea? Ufficialmente, per alleviare le sofferenze della popolazione. Ma gran parte di quei danari, mandati a Gaza per scopi umanitari, finisce inevitabilmente per foraggiare Hamas, che controlla l’area. L’Unione, dunque, è il principale finanziatore indiretto dei terroristi. Per questo, Várhelyi annuncia: «Tutti i pagamenti sono immediatamente sospesi, tutti i progetti messi sotto revisione, tutte le nuove proposte di budget rinviate fino a nuovo avviso». Borrell però smentisce subito il collega, rivendicando il palcoscenico: «Danneggia gli interessi dell’Ue e incoraggia ulteriormente i terroristi». D’accordissimo l’incontenibile Michel. Ricorda, come un disco rotto, che non si può muover foglia senza che lui non voglia. La revisione «non può essere presa senza il sostegno degli Stati membri o del Consiglio, poiché riguarda l’orientamento strategico dell’Unione in materia di politica estera». Un modo per sconfessare ancora la pilatesca Ursula, che smania per guadagnarsi la rielezione: «È importante rivedere attentamente la nostra assistenza economica alla Palestina». Amorale della favola: come stupirsi se i sussidi continentali finiscono nelle mani sbagliate? Del resto, i rapporti tra Ursula e Charles sono ormai tremendi. Si comincia con il sofagate. Aprile 2021: visita istituzionale ad Ankara, per incontrare Recep Tayyip Erdogan. Lui ha l’onore di accomodarsi su una sedia accanto al presidente turco. Lei, piazzata a distanza su un divanetto beige, frigna: «Mi sono sentita sola e ferita come donna e come europea». Il Signor Nessuno, da quel momento, s’atteggia a impietoso schiacciasassi. Lo dimostra nuovamente quando il ministro degli Esteri ugandese, Odongo Jeje, evita la mano della presidente e si precipita a strizzare la sua. Che, nonostante l’imbarazzo collettivo, non fa un plissé. Anche la guerra in Ucraina si trasforma in un’imperdibile occasione per infilarsi le dita negli occhi. Lo scorso marzo Ursula firma una nota congiunta con Biden: per sancire la collaborazione tra Europa e Stati Uniti, ridurre la dipendenza da Pechino, limitare l’export di prodotti hi-tech. Charles, ancora una volta, sbotta. Lamenta il solito sconfinamento, accusandola di non aver coinvolto i paesi nelle contrattazioni. Adesso, con la guerra tra Israele e Hamas, si lambisce il patetico. Prima il viaggio a Gerusalemme di von der Leyen con la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola. Senza Michel. Che poi vola a Washington da solo, per un colloquio con Biden, ringraziandolo «per l’impegno nella crisi in Medio Oriente e il viaggio in Israele», «lavoreremo giorno e notte per riavviare il processo di pace». Come fa d’altronde la presidente della commissione, che spinge per un incontro a due. Pure l’oscuro Charles non perde occasione per cercare la ribalta. Perfino dopo le bombe all’ospedale di Gaza, sente l’urgenza di catechizzare: «Un attacco contro un’infrastruttura civile non è in linea con il diritto internazionale». Avvalorando, insomma, le prime accuse di Hamas. E Ursula: «Ho bisogno di più informazioni. Non sono in grado di commentare». Stranamente accorta. Una volta tanto. Ma sulla bandiera europea, a sentir sproloqui e liti incessanti, andrebbe scritto quel bel proverbio italiano: «Un bel tacer non fu mai scritto».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.