2024-11-07
Esultano Meloni, Salvini e Tajani. Pure il M5s gongola. Schlein a lutto
Mentre il centrodestra festeggia unito, le minoranze si spaccano. Con i contiani che parlano di lezione per i «finti progressisti».Per Giorgia Meloni non era necessario, non era utile e non era dovuto schierarsi durante la campagna elettorale americana. Non lo ha fatto non solo perché premier, ma anche perché da sempre convinta dell’importanza del interferire nelle competizioni elettorali degli altri Paesi.Dopo settimane di rigoroso silenzio, quindi, ieri ha commentato il risultato delle elezioni americane così: «A nome mio e del governo italiano, le più sincere congratulazioni al presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump. Italia e Stati Uniti sono nazioni sorelle, legate da un’alleanza incrollabile, valori comuni e una storica amicizia. È un legame strategico, che sono certa ora rafforzeremo ancora di più. Buon lavoro presidente». Con i suoi auguri arrivano quelli di tutti i più alti vertici dello Stato, compreso il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «Nella ricerca di soluzioni efficaci alle gravi crisi del presente, Roma conferma la sua ferma volontà di lavorare d’intesa con Washington, bilateralmente e in tutti i consessi multilaterali, oltre che nella cornice delle relazioni tra gli Stati Uniti e l’Unione europea». È il leader leghista e vicepremier, Matteo Salvini, a rivendicare la vittoria del magnate statunitense: «Sono ben contento di essere stato uno dei pochi in Italia a non nascondere la preferenza: è un ragionamento di logica e di interesse nazionale anche italiano. Lotta all’immigrazione clandestina e taglio delle tasse, radici cristiane e ritorno alla pace, libertà di pensiero e no ai processi politici. Anche negli Usa vincono buonsenso, passione e futuro». Sui dazi spiega che «La Cina protegge i suoi mercati, gli Stati Uniti proteggono i loro mercati, siamo noi che ci dobbiamo svegliare». E rilancia: «Se riuscirà a portare ordine, serenità e tranquillità tra Russia e Ucraina e fra Israele, Palestina e Iran, meriterà il Nobel per la pace».Anche il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, augura buon lavoro al nuovo presidente americano: «Lavoreremo al meglio con la nuova amministrazione, anche per il bene dell’Europa, del Mediterraneo e dell’Africa. Congratulazioni al popolo americano per questa grande manifestazione di democrazia».La vittoria di Trump non era certa, ma era probabile. Eppure nella sinistra nostrana in queste ore si sta consumando uno psicodramma. Per Elly Schlein, segretaria del Partito democratico, si tratta di una brutta notizia per l’Italia e per l’Europa: «Chi oggi lo festeggia per ragioni di bandiera smetterà presto, quando gli effetti di una nuova politica protezionistica colpiranno le imprese e i lavoratori in maniera anche qui nel nostro Paese». Fa, invece, autocritica la deputata dem Debora Serracchiani: «C’è un malessere profondo e crescente di classi sociali, in Usa, in Europa, in Italia, che percepiscono il rischio di impoverire, che non credono alle istituzioni e si sentono mettere ai margini delle decisioni, che vedono nei flussi migratori un pericolo epocale, nel globalismo una sciagura. A noi sta imparare la lezione o ignorarla». Tra i sostenitori di Kamala Harris c’era il leader di Italia Viva, Matteo Renzi: «Ci sono tante riflessioni che il mondo politico può e deve fare su questo chiaro responso delle urne. Spero che per l’Europa questo sia il momento della sveglia. Buon lavoro al presidente eletto Trump e grazie al presidente Biden per il lavoro di questi anni». Carlo Calenda leader di Azione personifica la sconfitta: «L’elezione di Trump conferma tante cose che purtroppo già sapevamo sulla politica di questo decennio: paura e rabbia come principale meccanismo di voto; noncuranza verso l’etica pubblica e trionfo dei conflitti di interesse; irrilevanza sostanziale dei risultati di governo. Si vota sulla base della propria corrispondenza identitaria». Poi cita Winston Churchill: «Ora l’Occidente vive la sua ora più buia».Discorso diverso per Giuseppe Conte, presidente dei 5 stelle che parla di vittoria netta di Trump. Per il gruppo europeo del Movimento, «la vittoria netta di Trump aprirà una riflessione nelle forze politiche europee. È, innanzitutto, una lezione per tutti i finti progressisti liberisti e globalisti che hanno ammainato la bandiera della pace per sposare ogni spinta guerrafondaia». E Conte sui social: «Vittoria netta, estesa anche al voto popolare. Le sfide che lo attendono riguardano tutti: fermare le guerre in corso, aprirsi a una visione multipolare». Segnali di continue divisioni con buona parte del Pd.L’Alleanza Verdi e Sinistra si preoccupa per la tenuta dei diritti sociali. Nicola Fratoianni, definisce quella di ieri «una brutta giornata». Con la vittoria di Trump vengono avanti degli Stati Uniti d’America «con meno diritti e meno libertà, un’America contro le donne le minoranze e i giovani. Vince il negazionismo di fronte alla crisi climatica». Per Angelo Bonelli, «non c’è nulla di cui congratularsi: Trump lavorerà per costruire un’internazionale sovranista volta a demolire l’Europa e i diritti sociali, civili e ambientali».