2024-06-11
Est e giovani danno il benservito a Scholz
Il cancelliere non ha ancora commentato il tonfo alle Europee, ma non ha comunque intenzione di indire altre consultazioni come Macron. Decisive le scelte dell’ex Ddr e dei nuovi elettori, che hanno optato in massa per Afd nonostante le polemiche.Il giorno dopo fa ancora più male. Per i Verdi e i socialdemocratici di Olaf Scholz, infatti, la sconfitta è stata pesantissima. La Spd, con un magro 13,9%, ha battuto il suo record negativo alle elezioni europee, tanto che il cancelliere non ha neanche voluto rilasciare commenti sul voto: né a urne appena chiuse, né nella giornata di ieri. La stessa delusione, del resto, era palpabile anche nel quartier generale dei Verdi: rispetto alla tornata del 2019, il partito guidato da Ricarda Lang e Omid Nouripour ha raccolto l’11,9% dei consensi, accusando una perdita di 8,6 punti percentuali. Non proprio il massimo per chi si vanta di essere la formazione ambientalista più forte d’Europa. Ora che la crisi profonda della coalizione «semaforo» è stata consacrata dal voto, l’opposizione morde il freno per andare a elezioni anticipate (il mandato del governo scade nell’autunno del prossimo anno). Si è fatta sentire soprattutto l’Unione (Cdu/Csu), che con il suo 30% ha raggiunto il minimo sindacale, ma si è comunque attestata come prima forza del Paese. Appena uscite le prime proiezioni, il segretario della Cdu, Carsten Linnemann, aveva subito esortato Scholz a chiedere il voto di fiducia al Bundestag. In seguito, benché in maniera più sfumata, si è espresso anche il capo del partito, Friedrich Merz, che ha dichiarato: «Adesso il cancelliere deve trarre le conseguenze dal voto. Quali siano queste conseguenze, dipende solo da lui». Ben più tagliente è stato invece Markus Söder, leader della Csu e governatore della Baviera: «Questo esecutivo», ha detto, «è ormai arrivato al capolinea, bisogna procedere come ha fatto Emmanuel Macron in Francia, indicendo nuove elezioni». Infatti, ha proseguito Söder, «il Paese ha bisogno di un nuovo inizio, la coalizione semaforo non riscuote più la fiducia della popolazione, per questo è necessario che ci siano al più presto nuove elezioni».Dall’altra parte della barricata, tuttavia, nessuno ha intenzione di smontare baracca e burattini. Il segretario della Spd, Kevin Kühnert, ha subito rispedito al mittente l’invito alle dimissioni, ricordando che la coalizione di governo «ha ancora la maggioranza in Parlamento». Anche il portavoce dell’esecutivo, Steffen Hebestreit, ha chiuso la porta a ogni ipotesi di elezioni anticipate: «La data del voto rimane l’autunno del 2025, l’idea di indire nuove elezioni non è mai stata presa in considerazione, neanche per un momento». Dichiarazioni dello stesso tenore sono state rilasciate anche dagli alleati. «Non è necessario alcun voto di fiducia», ha tagliato corto Omid Nouripour, copresidente dei Verdi. Anche il leader dei Liberali (Fdp), Christian Lindner, pur ribadendo la necessità di una profonda riflessione sull’esito delle elezioni, non vede alcun motivo valido per porre la questione della fiducia a Scholz. Stando così le cose, per ora le elezioni anticipate rimangono un’ipotesi molto remota. Chi può sorridere è Alternativa per la Germania, laureatasi seconda forza della nazione. Malgrado una campagna mediatica virulenta «contro l’avanzata della destra», il partito sovranista tedesco ha raccolto il 15,9% dei voti, migliorando di quasi cinque punti percentuali il risultato del 2019. Se l’Unione e la Spd rimangono i partiti preferiti dai pensionati, l’Afd è andata forte soprattutto tra i giovanissimi, con un 17% di preferenze che supera il gradimento per i Verdi, che invece hanno perso numerosi consensi tra i nuovi elettori: chiaro segno che la gioventù europea non aderisce solo ai sermoni di Greta Thunberg e Ultima generazione. L’Afd, inoltre, si conferma un vero partito di massa nella Germania dell’Est, dove è stabilmente prima forza ai danni dei concorrenti cristianodemocratici. In settembre, del resto, si terranno le elezioni regionali in tre importanti Länder orientali: Sassonia, Turingia e Brandeburgo. Dove, a questa tornata europea, l’Afd ha ottenuto rispettivamente il 31,8, il 30,7 e il 27,5%. Numeri di tutto rispetto. Non a caso la copresidente del partito, Alice Weidel, ieri ha dichiarato: «Se guardate i risultati in Sassonia, è chiaro chi sceglierà il prossimo ministro presidente. Abbiamo l’ambizione di governare». Poi, rivendicando «l’enorme successo» dell’Afd alle elezioni europee, la Weidel ha affermato che «gli elettori ne hanno abbastanza di questo governo», invitando Scholz a seguire l’esempio di Macron, che in Francia ha indetto elezioni anticipate. Adesso per l’Afd rimane da sciogliere il nodo dell’eurogruppo. Espulso da Identità e democrazia, ieri mattina il partito ha deciso di escludere il suo candidato di punta Maximilian Krah dalla delegazione all’Europarlamento. Krah, esponente forte dell’Afd e vicino agli ambienti della «nuova destra» tedesca, è finito nell’occhio del ciclone per suoi presunti legami con Cina e Russia, nonché per una recente intervista rilasciata a Repubblica, in cui aveva dichiarato che le Ss non erano formate solo da criminali. Adesso il partito è in attesa di capire se Marine Le Pen e Matteo Salvini saranno disposti a riaccogliere l’Afd nell’eurogruppo.Di Identità e democrazia fa parte anche la Fpö, che grazie a queste elezioni europee è diventato il primo partito d’Austria. Il giorno dopo il voto, si è deciso di non rilasciare dichiarazioni ufficiali, anche perché il leader della Fpö, Herbert Kickl, aveva già parlato forte e chiaro la sera del voto: «Vogliamo il cancellierato», sono state le sue parole. Il prossimo autunno, infatti, si terranno le elezioni nazionali. E la Fpö, stavolta, correrà per vincere. Anche se contro i popolari (Övp) non sarà facile: si prevede un testa a testa dagli esiti imprevedibili.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)