
Molti costituzionalisti si affannano tentando di dimostrare che le misure contro clandestini e potenziali jihadisti sono illecite. Il governo invece bada al sodo: la tutela degli italiani, in tempi in cui i banditi fanno irruzione nelle case e mutilano chi vi abita. Prima ancora che il decreto sicurezza venisse presentato in consiglio dei ministri e se ne conoscessero i termini, alcuni noti costituzionalisti si sono dati da fare per smontarlo sostenendone l'incostituzionalità. Sul Corriere della Sera di lunedì ad esempio erano manifestati tutti i dubbi che sarebbero coltivati dal Quirinale, cominciando dall'urgenza di introdurre per decreto legge le novità normative. Come è noto, il governo può ricorrere allo strumento del decreto quando debba fronteggiare un'emergenza. E sul Colle pare che non ritengano provata la necessità di «rafforzare i dispositivi a garanzia della sicurezza pubblica, con particolare minaccia del terrorismo». In fondo, ogni tanto viene pescato qualche jihadista con le mani nel sacco e qualche fondamentalista che minaccia di fare un attentato, ma non è mai accaduto nulla di grave. Quanto poi alla sicurezza delle persone, capita ogni tanto che una banda di delinquenti si introduca nell'abitazione di poveri pensionati e li sevizi, magari mozzando il lobo dell'orecchio alla poveretta che ha la sventura di essere svegliata nel cuore della notte. Tuttavia, la statistica testimonierebbe che i pensionati picchiati e torturati non siano in aumento. I costituzionalisti in servizio presso il quotidiano di via Solferino avrebbero raccolto anche una confidenza riguardante la parte del decreto in cui si tratterebbe la questione delle domande di protezione internazionale. Chi arriva in Italia, come è noto, fa richiesta d'asilo, ma spesso non ne ha i requisiti, per cui pur di restare nel nostro Paese e non essere considerati clandestini i migranti richiedono la cosiddetta protezione secondaria. In pratica si inventano di essere perseguitati in patria, sostenendo di aver un contenzioso con lo zio oppure di essere minacciati da oscure forze del globo. Risultato, con questa furbata piantano le tende a casa nostra. Ora il ministro dell'Interno vuole fargliele levare, rispedendo da dove proviene chiunque non abbia le carte in regola. Per farlo però c'è bisogno di dare un giro di vite, sia per quanto riguarda la concessione dei permessi sia per quanto attiene all'esecuzione dei provvedimenti di espulsione. E anche qui i noti costituzionalisti che ispirano Sergio Mattarella dalle pagine del Corriere e viceversa (nel senso che Mattarella ispira loro) scrivono di dubbi sull'emergenza. Che bisogno ci sarebbe - chiedono - di intervenire con urgenza? Non si può fare con un disegno di legge che così il Parlamento ne può discutere in tutta calma e prima che le nuove norme vedano la luce passano un paio d'anni e magari nel frattempo il governo è caduto? Perché farsi tutta questa fretta, dicono gli esperti giuridici del Colle e del Corriere: abbiamo aspettato tanto, che sarà aspettare ancora?Perplessità vi sarebbero anche in materia di «revoca dello status di protezione internazionale in conseguenza dell'accertamento della commissione di reati gravi». Se un extracomunitario ha ottenuto il diritto d'asilo, ragionano i noti costituzionalisti, e si scopre che è un violentatore, non gli si può revocare l'asilo, perché anche se violenta «la protezione è per sempre», come il diamante. In base a questa fine obiezione giuridica, Guerlin Butungu, che per chi non lo sapesse è un ventenne congolese che pur essendo munito di un permesso per motivi umanitari ha violentato selvaggiamente una turista polacca sulla spiaggia di Rimini, sarebbe destinato, senza il decreto Salvini, a rimanere in Italia. In pratica, se fosse vera la tesi dei noti giuristi, più che un permesso umanitario quello concesso a Butungu e compagni sarebbe un permesso di delinquere. La Costituzione prevede la presunzione di non colpevolezza fino al terzo grado di giudizio, dicono gli illustri giureconsulti. Vero, ma la nostra Carta non fa cenno a un terzo grado di permesso umanitario. Il permesso è concesso sulla base di alcuni requisiti e se i requisiti venissero meno, che cosa impedirebbe al nostro Paese di revocare l'asilo? Se così non fosse e, seguendo il ragionamento dei costituzionalisti, noi potremmo trovarci un terrorista cui sia impossibile revocare il permesso umanitario, perché magari, rischiando la pena di morte, nel proprio Paese è da considerarsi un profugo a tutti gli effetti.La verità è che le obiezioni sono solo ostacoli per tentare di impedire l'introduzione di ciò che è necessario, a cominciare dalla legittima difesa per finire con le espulsioni. In un Paese che ha introdotto per decreto gli 80 euro di Renzi, non si capisce come non si possa introdurre una legge a tutela dei cittadini. Qual era l'urgenza del bonus del 2014? Quella di far vincere le elezioni europee all'allora segretario del Pd, legittimandone l'occupazione di Palazzo Chigi? I costituzionalisti del Colle e del Corriere dov'erano allora? Forse distratti?Ps. Mi ha fatto molto ridere lo scandalo per le frasi di Rocco Casalino. Qualcuno ha addirittura accusato il portavoce di Giuseppe Conte di attentare agli organi dello Stato, mentre altri lo hanno denunciato all'Ordine dei giornalisti per presunte minacce ai cronisti. Ma quando Renzi minacciava Alessandro Sallusti di spezzargli le gambe che cos'era? E quando mandò il suo caposcorta ad «avvertire» il cronista del Corriere della Sera, facendogli capire di essere a conoscenza di segreti della vita privata del giornalista, che cos'era? Una buffonata? Sì, ma fa meno ridere di quella di Rocco Casalino, che sarà incauto, ma, a differenza di Renzi, non fa paura a nessuno.
Massimiliano Fedriga (Ansa)
Come in Emilia, pure il Friuli ha pensato alle rinnovabili anziché alla gestione dei fiumi.
Credo che uno degli errori in democrazia sia trasformare in tifoserie da stadio le diverse visioni che stanno a fondamento delle diverse gestioni della cosa pubblica. La propria squadra ha sempre ragione e l’altra sempre torto e, siccome non si è infallibili, i leader non sbagliano mai perché, ove sbagliano, o nessuno li critica oppure le critiche non fanno testo perché «vengono dall’altra parte»: e che volete che dica l’altra parte? Il risultato è che l’elettore - incapace di obiettare alla propria parte - smette di andare a votare. Se ne avvantaggia la sinistra, i cui elettori votano anche se la loro parte propone loro uno spaventapasseri. Tutto sto giro di parole ci serve perché ci tocca dire che il presidente della regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha sbagliato tutto sulla politica energetica in Regione.
(IStock)
Riparte l’allarme sulle difficoltà di migliorare la propria condizione. Eppure il dato rivela una tendenza positiva: il superamento dell’ossessione della carriera, dei soldi e della superiorità, specie tra le nuove generazioni.
Oltre 3.000 professionisti, club, aziende e istituzioni sportive hanno partecipato all’ottava edizione del Social Football Summit a Torino. Tra talk, workshop e premi internazionali, focus su tecnologia, intelligenza artificiale, infrastrutture e leadership femminile nello sport, con la Start Up Competition vinta da Wovlabs.
2025-11-19
Colpevolizzare tutti i maschi per la violenza sulle donne creerà solo giovani più fragili
Gino Cecchettin (Ansa)
Etichettare gli uomini bianchi come potenziali criminali non fermerà i femminicidi. La condanna generalizzata, ora perfino a scuola, provoca invece angoscia nei ragazzi.
Ci parlano di femminicidi. In realtà ci assordano. Il signor Gino Cecchettin, padre di una figlia brutalmente assassinata, chiede corsi di prevenzione scolastica. Abbiamo una cinquantina di cosiddetti femminicidi l’anno su una popolazione di 60 milioni di abitanti. Ogni anno le donne assassinate sono poco più di cento, a fronte di 400 omicidi di maschi di cui non importa un accidente a nessuno. Abbiamo circa tre morti sul lavoro al giorno, al 98% maschi: anche di questi importa poco a tutti, a cominciare dal sindacalista Maurizio Landini, troppo impegnato in politica estera fantastica per occuparsi di loro. I suicidi sono circa 4.000 l’anno, e di questi 800 circa sono donne e 3.200 uomini. Il numero dei suicidi dei maschi è approssimato per difetto, perché molti maschi non dichiarano nulla e simulano l’incidente.






