2025-11-21
Faccia a faccia in tribunale tra Elkann e la madre per la telenovela sull’eredità
Lapo, Ginevra e John Elkann (Ansa)
Al centro del processo in corso in Svizzera, la questione dell’effettiva residenza in terra elvetica della nonna Marella Caracciolo, cruciale per la validità dei testamenti.È ripresa con un faccia a faccia di famiglia in un’aula del tribunale di Thun, località svizzera del cantone di Berna, una delle sempre più numerose cause civili sulle questioni legate all’eredità di Gianni Agnelli. A differenza di altri, avviati da Margherita Agnelli, figlia dell’Avvocato, il procedimento che è tornato in aula ieri, noto come «Thun 2» è stato attivato dai fratelli John, Lapo e Ginevra Elkann, figli di Margherita. Ieri, di buon mattino, John si è presentato al Tribunale della città svizzera, dove poco prima era entrata anche la madre Margherita, che come noto, contesta la regolarità della successione del padre, e la sorella Ginevra. La «Thun 2», rimasta riservata per lungo tempo, è stata intentata dai tre fratelli Elkann contro la madre per ottenere la conferma della regolarità della residenza in Svizzera della nonna, Marella Caracciolo. Il fascicolo non riguarda quindi la validità di accordi e testamenti, redatti secondo il diritto svizzero proprio in forza della presunta residenza elvetica della vedova dell’Avvocato. Il giudice, secondo quanto emerso durante la giornata di ieri, dovrà anche pronunciarsi sulla cosiddetta «litispendenza» in merito a un procedimento analogo in corso davanti al tribunale di Torino. Fonti legate all’entourage degli Elkann affermano che, per accertare l’effettività di una residenza il diritto svizzero, a differenza di quello italiano, non si basa sul conteggio dei giorni di permanenza, ma sul fatto che la località scelta (in questo Launen, nei pressi di Gstaad) sia stata o meno il «centro di interesse» della persona, cosa che nel caso di Marella Agnelli, secondo la posizione dei legali dei tre nipoti dell’Avvocato, sarebbe dimostrata.Sulla validità degli accordi e dei patti successori, stipulati nel 2004, in Svizzera sono aperti due procedimenti, di cui uno, il «Thun 1» è sospeso in attesa della pronuncia del tribunale di Ginevra, che dovrà stabilire la validità degli accordi del 2004, in base ai quali Margherita rinunciava all’eredità dei genitori, in cambio di un patrimonio valutato intorno a poco più di un miliardo di euro, tra ville e appartamenti in Italia, fondi esteri e opere d’arte. Nella causa civile in corso a Torino Margherita Agnelli sostiene, tra le altre cose, la nullità del testamento svizzero della madre, denuncia la fittizia «costruzione» della presunta residenza elvetica di Marella e chiede di conseguenza di tornare a essere erede legittima del patrimonio Agnelli. Una richiesta che, nel caso venisse accolta, avrebbe esiti imprevedibili per gli equilibri societari della cassaforte di famiglia dai quali, finora, Margherita è rimasta esclusa. La società semplice Dicembre, creata nel 1984 dall’Avvocato, controlla un patrimonio da circa 35 miliardi. La Dicembre controlla infatti il 40% della Giovanni Agnelli Bv, società di diritto olandese che, a sua volta, detta legge in Exor, grazie al 52,6% delle azioni e all’87% dei diritti di voto. A sua volta Exor controlla tutte le società del tutto o in parte riconducibili alla famiglia Elkann/Agnelli, a cominciare dalla quota di Stellantis, per arrivare a Gedi, la società editoriale che manda in edicola i quotidiani La Repubblica e La Stampa. In mezzo, quote rilevanti di Ferrari, Iveco, Philips, Christian Louboutin, e il 65% della Juventus. Sulle decisioni del piccolo tribunale di Thun potrebbe forse pesare la chiusura (avvenuta lo scorso settembre) delle indagini della Procura di Torino sui reati fiscali collegati all’eredità di Gianni Agnelli, concluse con il parere favorevole dei pm alla richiesta di sospensione del procedimento con messa alla prova presentata da John Elkan nell’ambito del procedimento penale che vedeva indagati Gianluca Ferrero, Urs Robert Von Grunigen, i tre fratelli Elkann John, Lapo e Ginevra e il notaio Remo Maria Morone, relativo alla vicenda della successione ereditaria dell’Avvocato, conseguente alla morte, nel febbraio 2019, della vedova Marella Caracciolo. Secondo gli inquirenti, risultavano accertati redditi non dichiarati ai fini Irpef per un importo complessivo pari a circa 248,5 milioni di euro, nonché una massa ereditaria non sottoposta a tassazione per un valore pari a circa 1 miliardo di euro. La quantificazione degli importi sottratti al Fisco è avvenuta, aveva spiegato la Procura in una nota, «allo stato degli atti, sulla scorta dei plurimi, consistenti e convergenti elementi indiziari acquisiti dalla Guardia di finanza nel corso delle indagini, svolte attraverso approfondite perquisizioni presso società, studi professionali e abitazioni private riconducibili agli indagati, analisi della documentazione e delle copie forensi dei dispositivi acquisiti nonché audizioni di diverse persone informate sui fatti, che hanno permesso di ricostruire come fittizia la residenza svizzera di Marella Caracciolo in relazione ai fatti in contestazione». Sempre a settembre i tre fratelli Elkann hanno versato 183 milioni di euro all’Agenzia delle entrate italiana. Di fatto accettando che le tasse di successione legate all’eredità della nonna spettassero al fisco italiano, come ricostruito dai pm torinesi.
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