2023-07-20
Erdogan nel Golfo incassa investimenti e si riavvicina a Emirati e Arabia
Recep Tayyip Erdogan e Mohammad bin Salman (Ansa)
Maxi vendita di droni turchi a Riad. Il Sultano accresce il suo peso nell’area, già vicina a Russia e Cina e nelle mire di Parigi.Notoriamente spregiudicato, Recep Tayyip Erdogan sta continuando a portare avanti la sua rivoluzione diplomatica. Negli scorsi giorni, il presidente turco ha effettuato un tour nei Paesi del Golfo, che lo ha portato a visitare Arabia Saudita, Qatar ed Emirati arabi uniti. A prima vista, a fare meno notizia è la tappa a Doha di martedì, dove il sultano è stato accolto dallo sceicco Tamim bin Hamad Al Thani con una cerimonia ufficiale. «Sulla base delle nostre relazioni strategiche e della cooperazione bilaterale in campo politico, diplomatico, economico e commerciale, e in linea con le direttive dei saggi leader dei due Paesi, siamo determinati a continuare i nostri sforzi congiunti per coordinarci in vari campi e assicurare la continuità del rafforzamento delle relazioni bilaterali a beneficio dei due Paesi e popoli fratelli», recita una dichiarazione sottoscritta dai ministri degli Esteri di Turchia e Qatar. Il rafforzamento dei legami tra i due Paesi non stupisce affatto: Doha e Ankara intrattengono da tempo rapporti più che cordiali. Senza contare che entrambi i governi sono stati accusati di spalleggiare la Fratellanza musulmana. Ben più significative si sono quindi rivelate le tappe di Erdogan in Arabia Saudita lunedì e negli Emirati arabi ieri: non dimentichiamo infatti che, fino a circa due anni fa, entrambi questi Paesi erano acerrimi nemici del sultano. In particolare, tra le questioni divisive figuravano l’ostilità di Riad e Abu Dhabi verso i Fratelli musulmani, oltre allo scontro tra Khalifa Haftar e Fayez al Serraj in Libia. Tensioni che erano esplose nella crisi diplomatica del 2017 tra Riad e Doha: una crisi risoltasi nel gennaio del 2021. E veniamo quindi alle recentissime tappe di Erdogan. Incontrando il principe ereditario saudita Mohammad bin Salman, il presidente turco ha siglato svariati memorandum d’intesa in settori come energia, investimenti e difesa. In particolare, Riad ha firmato un accordo per acquistare droni della società turca Baykar: secondo il ministero della Difesa saudita, l’obiettivo è quello «di migliorare la prontezza delle forze armate del regno e rafforzare le sue capacità di difesa e produzione». Secondo Reuters, il ceo di Baykar, Haluk Bayraktar, ha dichiarato che «si tratta del più grande contratto di esportazione nel settore della difesa e dell’aviazione nella storia della Turchia». «Con l’accordo complessivo, ci sarà cooperazione sul trasferimento di tecnologia e produzione congiunta al fine di far avanzare la capacità di sviluppo ad alta tecnologia dei due Paesi», ha inoltre reso noto Baykar in un comunicato, riferendosi all’intesa sui droni tra Ankara e Riad. Erdogan è infine arrivato ieri ad Abu Dhabi, dove ha avuto un colloquio con il presidente degli Emirati, Mohamed bin Zayed Al Nahyan: un colloquio che ha avuto lo scopo di rafforzare specialmente i rapporti economici. D’altronde, le relazioni tra i due Paesi erano già avviate su un sentiero di solidità: basti pensare che, a gennaio 2022, Turchia ed Emirati sottoscrissero un accordo di scambio da quasi 5 miliardi di dollari in valute locali. Insomma, il sultano sta rafforzando i propri legami con il Golfo. Una strategia che punta a vari obiettivi. In primis, Erdogan deve fronteggiare urgenti problemi economici interni. L’inflazione in Turchia è ancora alta, mentre il disavanzo delle partite correnti ha raggiunto livelli piuttosto alti. Tutto questo, mentre la lira turca continua a perdere terreno. Non è quindi un caso che, nel suo tour mediorientale, il sultano abbia cercato innanzitutto di consolidare ulteriormente i legami economici con i Paesi che ha visitato. In secondo luogo, il presidente turco punta a rafforzare la propria influenza su un’area, quella del Golfo, sempre più strategica: un’area in cui, non a caso, stanno consolidando la propria longa manus anche Russia e Cina a discapito di un’amministrazione Biden sempre più isolata. Entrando maggiormente nello specifico, è probabile che Erdogan voglia contrastare l’iperattivismo dell’Eliseo nell’area: non dimentichiamo infatti che Emmanuel Macron sta cercando di estendere l’influenza francese sul Golfo, facendo principalmente leva sul settore della difesa. Non è inoltre escludibile che il sultano stia anche cercando delle sponde nella complicata crisi libica. Ricordiamo che la Turchia ha fornito in passato droni Bayraktar Tb2 all’esecutivo di Tripoli. Era inoltre maggio scorso, quando una delegazione del governo di Riad si era recata proprio a Tripoli, per discutere della riapertura dell’ambasciata saudita, chiusa nel 2014. È infine possibile che il tour di Erdogan abbia anche a che fare con un altro spinoso dossier geopolitico. Subito prima di partire per l’Arabia Saudita, il sultano ha aperto alla possibilità di incontrarsi con Bashar al Assad: il controverso presidente siriano che, a maggio, era stato reintegrato nella Lega araba dopo circa dodici anni. Riad ha giocato assai probabilmente un ruolo fondamentale in quella riammissione, che è stata salutata con favore da Mosca. Sauditi e russi stanno verosimilmente cercando di spingere Ankara verso un disgelo con Damasco. Altre cattive notizie, insomma, per Joe Biden.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.