2023-08-28
Per il saggio dell’ex Folgore i media di sinistra evocano gli 007
Enrico Borghi (Imagoeconomica)
«I servizi monitorano le Forze armate». E interviene il membro del Copasir Enrico Borghi (Iv).Ci sarebbero addirittura gli 007 in azione, per il grande consenso che sta ottenendo anche tra le Forze armate il libro Il mondo al contrario del generale Roberto Vannacci. I servizi segreti starebbero verificando «il rischio di deviazioni», come lasciava trapelare ieri La Stampa. La fibrillazione è tale, da dover controllare «la fedeltà dei reparti alla catena gerarchica e all’autorità politica», scriveva Francesco Grignetti sul giornale sabaudo. Informava che «sono da giorni all’opera alcuni uffici molto riservati che per mestiere devono garantire la sicurezza interna». Non c’è, dunque, solo l’interesse del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica di cui fa parte Enrico Borghi, capogruppo del Terzo Polo al Senato e che ha già espresso una posizione a riguardo. «Il tema istituzionale è subito risolto: in democrazia, i militari servono le istituzioni e la Costituzione difendendone i valori», ha detto. Per poi puntualizzare che «il tema politico a questo punto è: generale Vannacci, questo suo agitarsi attorno a un canovaccio ideologico che sembra scritto da Kirill, cui prodest?». Dietro a un libro con pensieri e affermazioni che tanti italiani stanno condividendo, ci sarebbe molto altro, secondo quanto afferma La Stampa. «Un mondo di sigle anti Usa e di estrema destra», scrive apertamente. E di ex paracadutisti, nei quali resterebbe vivo il retaggio della cultura fascista. Basterebbe guardare il sito Congedati Folgore «per capire dove palpita il cuore di chi ha vestito la divisa con il basco amaranto», si legge sempre nell’articolo. Guarda caso, quella indossata dal generale Vannacci a inizio carriera.«Non credo che nessuno abbia propositi tali da allertare gli 007, che rispetto a noi hanno la stessa formazione, vedono le stesse cose, hanno la stessa consapevolezza e hanno solo uno stipendio più sostanzioso», commenta alla Verità un ufficiale impegnato in ambito sindacale. Certo dell’effetto che avranno le sue affermazioni, preferisce mantenere l’anonimato.Prova a spiegare quello che sta succedendo: «Forse oggi i militari e le forze di polizia iniziano ad intuire che il sistema politico e istituzionale è condizionato da interessi esterni alla Patria, non certamente rivolti alla tutela del popolo e della Nazione. Quindi, da una parte osservano lo “sfacelo” dell’Italia, dall’altra hanno ricevuto una rigida formazione nelle scuole militari sui valori costituzionali e repubblicani e pertanto il “corto circuito” è evidente». Conclude: «Credo, ed è una mia convinzione, che i militari dopo quarant’anni di missioni all’estero siano consapevoli del ruolo della Nato nello scacchiere globale, e si rendono conto che l’affaire Ucraina è l’inizio della fine del benessere del Continente europeo».Tornando alle tesi sostenute dalla Stampa, i servizi segreti sarebbero stati allertati dagli «Stati maggiori», affatto convinti che quelle espresse siano solo opinioni personali del generale, prontamente sollevato dal comando dell’Istituto geografico militare di Firenze. Non sarebbe più solo l’enorme questione ignorata, sottovalutata, oggi riproposta dell’uranio impoverito, a cui furono esposti i militari italiani in Iraq, a preoccupare i vertici. Sarebbe la «galassia di sigle piccole e piccolissime, unite dall’antiamericanismo e dal tradizionalismo», la vera fonte di timore. Perfino la testata Difesa online viene accusata di aver pubblicato una lettera in cui si sosteneva che «Vannacci sarebbe la vera parte lesa». Pronta è arrivata la replica del direttore, Andrea Cucco, che ha accusato La Stampa di «malafede». In realtà, dice, abbiamo titolato: «La vera parte lesa è l’esercito, ma non a causa del libro del generale Vannacci…».
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