Per i listini azionari il voto americano è da sempre un ottovolante. Il crollo più rilevante viene previsto in caso di vittoria di Joe Biden e del probabile aumento delle tasse. La riconferma di Donald Trump rilancerebbe i finanziari.
Per i listini azionari il voto americano è da sempre un ottovolante. Il crollo più rilevante viene previsto in caso di vittoria di Joe Biden e del probabile aumento delle tasse. La riconferma di Donald Trump rilancerebbe i finanziari.I mesi che precedono le elezioni Usa spesso vedono i listini azionari sull'ottovolante. D'altronde la storia insegna che sempre, in occasione del voto statunitense, si sono verificati cali del mercato azionario di breve termine, con una riduzione dei valori non oltre il 5%. Per questo non mancano le previsioni su cosa potrebbe accadere in caso di vittoria di Donald Trump o di Joe Biden. Ubs global wealth management, attraverso il suo Electionwatch, ha fatto sapere di puntare sulla vittoria del democratico Biden. In questo caso gli analisti non nascondono il rischio che possa verificarsi un crollo temporaneo del mercato azionario. Del resto, temono gli esperti di Ubs, la vittoria del candidato dem si tradurrebbe in tasse più alte per le persone facoltose e le imprese, ma questi incrementi andrebbero a finanziare gli investimenti e la crescita. Al contrario, in caso dovesse spuntarla l'attuale presidente Trump, il mercato azionario dovrebbe rimanere neutrale, tranquillizzato dalla stabilità e dalla continuità politica. «Con le previsioni per la corsa alla Casa Bianca, che vedono Joe Biden ancora in testa, la riconferma della maggioranza democratica alla Camera dei rappresentanti che appare scontata, e la corsa per il Senato che rimane sul filo del rasoio, ma con proiezioni di voto che danno anche qui i democratici in testa, la cosiddetta Blue wave, resta a oggi lo scenario considerato più probabile», spiega alla Verità Antonio De Negri, fondatore e ad di Cirdan Capital.«L'aspettativa», continua l'esperto, «è di vedere un pacchetto di stimoli per un massimo di 2,4 trilioni di dollari già a gennaio/febbraio 2021, un sostanziale incremento della spesa governativa e per le infrastrutture, compensato tuttavia da un incremento della pressione fiscale in particolare per le aziende, che comporterebbe un aumento delle imposte per le imprese dal 21% al 28%, così come una maggiore tassazione dei redditi più alti, con alcune frange radicali del Partito democratico che vorrebbero una tassazione fino al 90%». «Al contrario», conclude De Negri, «la vittoria di Trump comporterebbe l'implementazione di un pacchetto di stimoli di circa 1,5 trilioni di dollari, principalmente incentrato sulla crescita, senza un aumento della tassazione, che favorirebbe dunque le società ben posizionate e internazionali come Amazon. L'onda azzurra provocherebbe un riassetto significativo degli equilibri economici americani e rappresenta quindi il “rischio" principale per il mercato».Come comportarsi in Borsa, dunque? Se vincesse Biden, dicono da Ubs, meglio evitare titoli legati ai combustibili fossili e puntare su tutto ciò che è sostenibile. Quindi, infrastrutture e trasporti green, 5G ed healthcare sono i titoli da mettere in portafoglio.Se invece Trump dovesse rimanere in Pennsylvania Avenue, l'investitore dovrebbe puntare sui titoli dell'energia e finanziari più tradizionali, meno sulle infrastrutture, concludono dal colosso elvetico.
Nadia e Aimo Moroni
Prima puntata sulla vita di un gigante della cucina italiana, morto un mese fa a 91 anni. È da mamma Nunzia che apprende l’arte di riconoscere a occhio una gallina di qualità. Poi il lavoro a Milano, all’inizio come ambulante e successivamente come lavapiatti.
È mancato serenamente a 91 anni il mese scorso. Aimo Moroni si era ritirato oramai da un po’ di tempo dalla prima linea dei fornelli del locale da lui fondato nel 1962 con la sua Nadia, ovvero «Il luogo di Aimo e Nadia», ora affidato nelle salde mani della figlia Stefania e dei due bravi eredi Fabio Pisani e Alessandro Negrini, ma l’eredità che ha lasciato e la storia, per certi versi unica, del suo impegno e della passione dedicata a valorizzare la cucina italiana, i suoi prodotti e quel mondo di artigiani che, silenziosi, hanno sempre operato dietro le quinte, merita adeguato onore.
Franz Botrè (nel riquadro) e Francesco Florio
Il direttore di «Arbiter» Franz Botrè: «Il trofeo “Su misura” celebra la maestria artigiana e la bellezza del “fatto bene”. Il tema di quest’anno, Winter elegance, grazie alla partnership di Loro Piana porterà lo stile alle Olimpiadi».
C’è un’Italia che continua a credere nella bellezza del tempo speso bene, nel valore dei gesti sapienti e nella perfezione di un punto cucito a mano. È l’Italia della sartoria, un’eccellenza che Arbiter celebra da sempre come forma d’arte, cultura e stile di vita. In questo spirito nasce il «Su misura - Trofeo Arbiter», il premio ideato da Franz Botrè, direttore della storica rivista, giunto alla quinta edizione, vinta quest’anno da Francesco Florio della Sartoria Florio di Parigi mentre Hanna Bond, dell’atelier Norton & Sons di Londra, si è aggiudicata lo Spillo d’Oro, assegnato dagli studenti del Master in fashion & luxury management dell’università Bocconi. Un appuntamento, quello del trofeo, che riunisce i migliori maestri sarti italiani e internazionali, protagonisti di una competizione che è prima di tutto un omaggio al mestiere, alla passione e alla capacità di trasformare il tessuto in emozione. Il tema scelto per questa edizione, «Winter elegance», richiama l’eleganza invernale e rende tributo ai prossimi Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026, unendo sport, stile e territorio in un’unica narrazione di eccellenza. A firmare la partnership, un nome che è sinonimo di qualità assoluta: Loro Piana, simbolo di lusso discreto e artigianalità senza tempo. Con Franz Botrè abbiamo parlato delle origini del premio, del significato profondo della sartoria su misura e di come, in un mondo dominato dalla velocità, l’abito del sarto resti l’emblema di un’eleganza autentica e duratura.
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A rischiare di cadere nella trappola dei «nuovi» vizi anche i bambini di dieci anni.
Dopo quattro anni dalla precedente edizione, che si era tenuta in forma ridotta a causa della pandemia Covid, si è svolta a Roma la VII Conferenza nazionale sulle dipendenze, che ha visto la numerosa partecipazione dei soggetti, pubblici e privati del terzo settore, che operano nel campo non solo delle tossicodipendenze da stupefacenti, ma anche nel campo di quelle che potremmo definire le «nuove dipendenze»: da condotte e comportamenti, legate all’abuso di internet, con giochi online (gaming), gioco d’azzardo patologico (gambling), che richiedono un’attenzione speciale per i comportamenti a rischio dei giovani e giovanissimi (10/13 anni!). In ordine alla tossicodipendenza, il messaggio unanime degli operatori sul campo è stato molto chiaro e forte: non esistono droghe leggere!
Messi in campo dell’esecutivo 165 milioni nella lotta agli stupefacenti. Meloni: «È una sfida prioritaria e un lavoro di squadra». Tra le misure varate, pure la possibilità di destinare l’8 per mille alle attività di prevenzione e recupero dei tossicodipendenti.
Il governo raddoppia sforzi e risorse nella lotta contro le dipendenze. «Dal 2024 al 2025 l’investimento economico è raddoppiato, toccando quota 165 milioni di euro» ha spiegato il premier Giorgia Meloni in occasione dell’apertura dei lavori del VII Conferenza nazionale sulle dipendenze organizzata dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze. Alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui Meloni ha rivolto i suoi sentiti ringraziamenti, il premier ha spiegato che quella contro le dipendenze è una sfida che lo Stato italiano considera prioritaria». Lo dimostra il fatto che «in questi tre anni non ci siamo limitati a stanziare più risorse, ci siamo preoccupati di costruire un nuovo metodo di lavoro fondato sul confronto e sulla condivisione delle responsabilità. Lo abbiamo fatto perché siamo consapevoli che il lavoro riesce solo se è di squadra».





