2024-04-20
«Emiliano ha mentito sull’inchiesta». La Puglia travolge Conte e la Schlein
Michele Emiliano (Ansa)
L’ex commissario smentisce la versione data dal governatore sulle sue dimissioni. La notizia arrivava da «fonti romane».Michele Emiliano tace sulle ultime rivelazioni del suo ex assessore che lo coinvolgono e rischiano di costringerlo alle dimissioni Indiscrezioni parlano della tentazione di spostare il Consiglio regionale in programma martedì. Centrodestra sulle barricate.Lo speciale contiene due articoli
L’ex commissario smentisce la versione data dal governatore sulle sue dimissioni. La notizia arrivava da «fonti romane».Michele Emiliano tace sulle ultime rivelazioni del suo ex assessore che lo coinvolgono e rischiano di costringerlo alle dimissioni Indiscrezioni parlano della tentazione di spostare il Consiglio regionale in programma martedì. Centrodestra sulle barricate.Lo speciale contiene due articoliIl passo falso di Michele Emiliano nell’inchiesta che ha privato della libertà il suo ex assessore all’Urbanistica Alfonso Pisicchio, leader e fondatore del movimento Senso civico, è in uno scambio di messaggi Whatsapp che il governatore rosso avrebbe mandato al suo (ormai ex) vassallo e che l’indagato ha letto al giudice Ilaria Casu durante il suo interrogatorio di garanzia. E, così, le dimissioni a orologeria di Pisicchio dall’Agenzia regionale per la tecnologia e l’innovazione solo poche ore prima della notifica dell’ordinanza (il 10 aprile scorso), che erano apparse come un estremo tentativo di far venire meno le esigenze cautelari, in realtà ora si trasformano in un tentativo di Emiliano di marcare una certa distanza dal perimetro dell’indagato. Inoltre, quelle che erano state presentate come delle semplici coincidenze sarebbero state parte di un piano ben preciso. Emiliano era informato che qualcosa a livello giudiziario era imminente e Pisicchio è stato messo davanti a un bivio: le dimissioni o la revoca dell’incarico. «C’è una vecchia inchiesta che ti riguarda e che ha ripreso slancio», gli avrebbe scritto in sostanza Emiliano spiegandogli, ha ricostruito ieri La Gazzetta del Mezzogiorno, il motivo per il quale gli stava chiedendo di lasciare l’incarico nell’Agenzia, dove il governatore lo aveva nominato solo quattro mesi prima. E la vecchia inchiesta, stando alle accuse, vedeva Pisicchio sospettato di aver creato un sistema ben oliato per incamerare dalle aziende che avrebbe aiutato a ottenere appalti pubblici assunzioni in cambio di voti che sarebbero stati dirottati sulle liste a sostegno di Emiliano. Le ore di libertà dell’ex assessore erano già contate, visto che il pm della Procura di Bari Claudio Pinto aveva depositato al gip, dove pendeva una richiesta di arresti, una comunicazione per specificare che le esigenze cautelari erano attuali. Quando Pisicchio avrebbe chiesto spiegazioni a Emiliano (sarebbero questi i contenuti del verbale d’interrogatorio con il gip) si sarebbe sentito rispondere che la notizia sarebbe giunta da «fonti romane». Molto bene informate, visto che l’8 febbraio, poco più di un mese prima rispetto agli arresti, il pm aveva depositato l’ultima informativa della Guardia di finanza che ridava slancio all’inchiesta partita tre anni fa. Il gip deposita l’ordinanza di custodia cautelare nel pomeriggio di lunedì 8 aprile e il pm, stando a quanto riportato sul frontespizio del documento con una sigla di «pervenuto» che lo attesta, la ritira il giorno successivo, ovvero il 9. Probabilmente l’organizzazione del blitz era prevista per la mattina dell’11. Il 10, però, lo scenario si è improvvisamente trasformato. A partire dalle prime ore della giornata. «Possiamo vederci e parlarne?», avrebbe chiesto Pisicchio a Emiliano. E il governatore avrebbe risposto con un secco «no», aggiungendo l’aut aut: «O ti dimetti o ti revoco». Ed ecco le cinque tappe che erano note di questa storia: quella stessa mattina (dopo la conversazione con il governatore) Pisicchio firma le sue dimissioni; raggiunge il suo avvocato, Michele Laforgia (che poi rimetterà il mandato), e si sarebbe trattenuto con lui fino al pomeriggio; in tutta fretta, dopo l’ora di pranzo (la firma digitale del governatore risulta apposta alle 14.13), alle 15.48, viene pubblicizzata la nuova nomina al vertice dell’Agenzia; appresa la notizia, la Procura di Bari decide di anticipare l’esecuzione della misura cautelare che il gip aveva depositato 48 ore prima e delega la Guardia di finanza per la notifica (eseguita proprio la sera del 10); Emiliano spiega la mattina successiva che la scelta di nominare Pisicchio era stata legata alle rassicurazioni che lo stesso Pisicchio gli aveva fornito sull’archiviazione del procedimento a suo carico. Aggiungendo anche che «nel momento in cui era stato richiesto all’interessato di fornire un riscontro fattuale a queste sue assicurazioni, alla luce delle verifiche a 360 gradi che l’amministrazione regionale stava effettuando su tutte le eventuali situazioni giudiziariamente rilevanti, lo stesso non è stato in grado di dare tali riscontri». Pisicchio avrebbe letto al gip lo screenshot della conversazione con Emiliano, spiegando che era rimasto colpito al punto da decidere di fotografare quello scambio di messaggi e di girarlo ai familiari. Poi ne avrebbe parlato al telefono con sua moglie (che è un dato facilmente recuperabile tramite l’acquisizione dei tabulati telefonici). Quando i finanzieri si sono presentati a casa Pisicchio, gli investigatori l’hanno sorpreso proprio mentre tentava di cancellare dal suo smartphone alcune conversazioni. Che ora, ovviamente, gli inquirenti stanno cercando di recuperare tramite un consulente tecnico informatico. La Procura, nel frattempo, ha fatto acquisire la delibera con cui Emiliano ha revocato l’incarico a Pisicchio. E non è da escludere che ci siano già delle attività in corso per accertare la provenienza della notizia che ha innescato la conversazione tra il governatore e l’indagato.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/emiliano-ha-mentito-sullinchiesta-la-puglia-travolge-conte-e-la-schlein-2667821647.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="il-governatore-adesso-si-chiude-nel-mutismo" data-post-id="2667821647" data-published-at="1713557672" data-use-pagination="False"> Il governatore adesso si chiude nel mutismo Che farà adesso, Michele Emiliano? La giornata di ieri è trascorsa senza che il solitamente ciarliero presidente della Regione Puglia pronunciasse verbo: evidentemente questa volta riuscire a uscire dal vicolo cieco non è facile. Nessuna smentita è arrivata da Emiliano in relazione ai Whatsapp mostrati agli inquirenti da Alfonso Pisicchio, ed è prevedibile che a questo punto i magistrati di Bari chiederanno al governatore da chi abbia ricevuto le notizie che poi avrebbe comunicato all’esponente politico poche ore prima del suo arresto, con relativa imposizione delle dimissioni. Dimissioni che, in un Paese serio, dovrebbe a questo punto presentare lo stesso Emiliano, la cui permanenza al vertice della Regione Puglia è sempre più simile a una missione impossibile tra scandali giudiziari, fughe dalla maggioranza, vicende inquietanti e fumose. Le rivelazioni di Pisicchio rischiano di rendere pretestuosa la spiegazione data da Emiliano il giorno dopo l’arresto del suo ex assessore: «La nomina a commissario Arti di Alfonso Pisicchio», aveva scritto Emiliano, «è stata effettuata sulla base del fatto che il prof Pisicchio aveva dato assicurazioni che le indagini a suo carico erano state chiuse con archiviazione. Nel momento in cui è stato richiesto allo stesso prof Pisicchio di dare riscontro fattuale a queste sue assicurazioni, alla luce delle verifiche a 360 gradi che l’amministrazione regionale sta effettuando su tutte le eventuali situazioni giudiziariamente rilevanti», aveva aggiunto Emiliano, «lo stesso non è stato in grado di dare tali riscontri. Per questa ragione in data di ieri ho proposto alla giunta di sostituirlo con un dirigente della Regione Puglia». Secondo Emiliano quindi Pisicchio gli aveva mentito, inventandosi una archiviazione che non c’era. Quanto sostenuto ieri da Pisicchio smentisce completamente questa ricostruzione, e del resto che il prof fosse sotto inchiesta era riportato su tutti i media. Intanto, il centrodestra non concede tregua a Emiliano, e le voci che vorrebbero il presidente della Regione intenzionato a far slittare il prossimo Consiglio regionale, in programma il 23 aprile, convincono l’opposizione a intervenire. I capigruppo di centrodestra scrivono alla presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone: «Abbiamo appreso da notizie di stampa», recita il documento, «che è sua intenzione e del presidente Emiliano, contrariamente a quanto concordato in conferenza dei presidenti dei gruppi consiliari,, di non convocare il Consiglio regionale già previsto per il 23 aprile. Ci auguriamo che sia una fake news. Pur comprendendo le difficoltà politiche della maggioranza, riteniamo che gli interessi dei cittadini pugliesi siano prioritari a tutto, anzi sono il motivo per cui siamo stati eletti. Pertanto, la invitiamo a convocare il Consiglio regionale già programmato, assolvendo in pieno al suo compito istituzionale così da evitarci di assumere determinazioni politiche anche eclatanti». Martedì prossimo il Consiglio regionale rischia di essere assai insidioso per Emiliano: il M5s è uscito dalla maggioranza; Sinistra italiana non si accontenta della sostituzione di due assessori esterni; il Pd nazionale vorrebbe l’azzeramento della giunta e Azione, per continuare a sostenere il governo regionale, chiede la rotazione simultanea e immediata di tutti i dirigenti di sezione e servizio di tutti gli assessorati in carica da più di tre anni, la rotazione simultanea e immediata di tutti i direttori dei dipartimenti e la rotazione simultanea e immediata dei direttori generali delle Asl. La situazione rischia di precipitare, una crisi non sembra più ipotesi remota, anche se bisogna sempre fare i conti con la proverbiale ritrosia dei consiglieri regionali di andare a casa prima della scadenza della legislatura. Un elemento in più: lo scorso 10 aprile, nel primo pomeriggio, arriva la notizia delle dimissioni di Alfonso Pisicchio dalla guida dell’Arti, l’Agenzia regionale per la tecnologia e l’innovazione. Pisicchio, profetico, nel motivare le sue dimissioni chiarisce che alla base della sua decisione non c’è «nessuna scelta politica o connessa a qualsivoglia dietrologia, che pure immagino abbonderà nei prossimi giorni, ma non importa». Una decisione, precisa Pisicchio, nominato appena lo scorso dicembre alla guida dell’Arti, «che ho ormai maturato da tempo». Chi scrive però nota una curiosità, che riporta nell’articolo uscito l’11 aprile: Pisicchio, in qualità di commissario straordinario di Arti, era tra i relatori dell’evento in programma due giorni dopo, il 12 aprile, a Bari, dal titolo Oltre i confini: la mobilità transnazionale come opportunità di crescita del territorio regionale, seconda tappa del percorso di approfondimento organizzato da Regione Puglia e appunto da Arti. In serata arriva la notizia: l’ex assessore della Regione Puglia, Alfonso Pisicchio, e suo fratello Enzo sono agli arresti domiciliari. Ma il nome di Pisicchio resta sulle brochure dell’evento.