2022-06-04
Emiliano ha assunto 126 centralinisti. Non sa dove metterli
I nuovi dipendenti si occuperanno del numero unico di Sos nelle tre sedi (ancora in allestimento) di Foggia, Bari e Lecce.Telefonisti senza telefono. Per la verità anche senza scrivania, sedia, indirizzo sulla porta e tetto sulla testa. È il paradosso della Regione Puglia, che Michele Emiliano gestisce da viceré delle Indie sbertucciando allegramente chi lo critica. Nell’operazione «copertura ruoli» - il governatore si è accorto che 3.000 dipendenti regionali sono pochi - mancavano 126 telefonisti del Nue (numero unico di emergenza), prontamente reclutati via concorso. La graduatoria è pronta, i vincitori attendono la raccomandata della vita. Ma gli organizzatori si sono accorti di un dettaglio imbarazzante: non ci sono le sedi di lavoro.Il ruolo è importante, le voci degli operatori prescelti sono destinate a fare da tramite fra i cittadini e gli enti regionali deputati ad affrontare ed eventualmente risolvere i problemi. Secondo il progetto, il Nue deve sostituire tutti gli altri call center, lasciando al 112 il compito di occuparsi delle emergenze di polizia, carabinieri, pompieri, sanità pubblica. Gli assunti sono inquadrati nella Protezione civile regionale e attendono di essere smistati nei tre centri di Modugno (Bari), Campi Salentina (Lecce) e Foggia. Dove? Non si sa. È pur vero che sul rutilante pianeta della globalizzazione non bisogna pretendere il posto fisso, ma Emiliano esagera. Mentre l’opposizione scherza parlando di «esempio strutturale di smartworking», l’assessore al Personale, Giovanni Stea, fa sapere che «i nuovi telefonisti saranno comunque assunti e diventeranno operativi entro l’anno». Campa cavallo.Il progetto Nue fa parte di una massiccia operazione di assunzioni che coinvolge numerosi settori d’una regione perennemente in deficit (nel 2021 un rosso di 255 milioni solo nella sanità) ma che non rinuncia a un maxireclutamento come quello in atto. La lista della spesa è lunga, servono 209 funzionari, 11 specialisti in Protezione civile, 20 esperti in agricoltura, 15 pianificatori territoriali, 306 impiegati categoria C, 60 impiegati categoria B, 32 dirigenti. Oltre ai 126 addetti telefonici privi di fissa dimora professionale. Per comprendere l’emergenza lavoro basta aggiungere che alle prove si sono presentate quasi 22.000 persone.Tornando ai telefonisti, nella sede di Modugno i lavori dovrebbero concludersi entro poche settimane, nelle altre due si parla di mesi. Nel frattempo ai 126 vincitori del concorso, senza un tetto sulla testa, non si può neppure consigliare di chiamare il Nue per denunciare il disservizio e sottolineare l’emergenza. Perché il Nue sono loro. Il corto circuito è dadaista e dice molto della disorganizzazione pubblica. In Regione hanno deciso che tutto questo sarebbe lo spiacevole danno collaterale di un’inchiesta della magistratura, che ha portato all’arresto dell’ex direttore della Protezione civile, Mario Lerario, l’uomo destinato ad occuparsi dell’allestimento degli uffici. E invece, secondo gli investigatori, concordava appalti senza gara da centinaia di migliaia di euro con imprenditori che lo ringraziavano mandandogli generosi «regali di Natale», del tipo vino, carne pregiata e una busta con 20.000 euro.L’intoppo dell’arresto avrebbe «arrestato» anche i lavori per il Nue. Così mentre Emiliano si esibisce in passerelle televisive per spiegare come fermare i carri armati di Vladimir Putin, i 126 telefonisti rimangono senza telefono. Il governatore non può occuparsene, in queste settimane vola alto e sta «valutando la fattibilità» di tornare sui suoi passi riguardo a una sua battaglia ideale: la Puglia nimby. Dopo avere sponsorizzato il referendum contro il rigassificatore di Manfredonia e avere definito il cantiere del gasdotto Tap «simile ad Auschwitz» (poi si è scusato), oggi ammette l’urgenza della soluzione del rebus dell’approvvigionamento energetico.Un po’ tardi per evitare la figuraccia, ma il presidente regionale ex magistrato (ed ex cavallo di razza del Pd che lo arruolò al volo per poi essere disarcionato) vanta fra i suoi pregi la duttilità. Lo dimostra la gestione politica della Puglia, improntata al pragmatismo più puro nel segno del superamento della logica (per lui antiquata) delle coalizioni di destra e di sinistra. A Bari vige solo la coalizione Emiliano, un minestrone post-ideologico «con tendenza calciomercato», come sottolinea un colonnello locale di Raffaele Fitto. L’ultimo acquisto, un mese e mezzo fa, è stato l’ex capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale, Stefano Lacatena, passato in maggioranza.La strada era stata aperta da Fabrizio D’Addario, solido rappresentante del centrodestra oggi coordinatore politico del gruppo «Con», quello di Emiliano. Che non si stanca di spiegare: «Non è un passaggio nel quale si cambia religione, o relazione amorosa, o una squadra di calcio. Noi siamo così da 20 anni». Insomma, nella sua casa c’è un tetto per tutti. Tranne che per 126 telefonisti in attesa d’una telefonata.