2022-02-22
«Emendamento a favore della Bat». Strali ex M5s sul renziano Rosato
I fuoriusciti grillini evocano Open: era presente all’approvazione in commissione.Gli interventi legislativi a favore di Bat, la multinazionale del tabacco finita nell’inchiesta sulla fondazione Open, cassaforte del renzismo, continuano a scatenare polemiche. Stavolta da parte dei deputati fuoriusciti dal Movimento 5 stelle Andrea Colletti e Raffaele Trano, che hanno denunciato l’approvazione notturna, durante una seduta della commissione Bilancio di Montecitorio (di cui Trano fa parte) di un emendamento al decreto Milleproroghe sul settore del tabacco, che andrebbe a favore proprio di Bat. In aula Colletti ha ricordato proprio la vicenda Open, parlando di una norma «che dovrebbe potere favorire British american tobacco, una multinazionale molto conosciuta, conosciuta anche per un’inchiesta della Procura di Firenze per i finanziamenti alla fondazione Open di Matteo Renzi. Sembra che questo emendamento, ficcato all’ultimo, la favorisca». L’emendamento, presentato sia da esponenti della Lega che del Pd, ha suscitato polemiche anche all’interno della maggioranza, con il vice presidente dei deputati di Forza Italia, Raffaele Nevi, che ha dichiarato: «È impensabile inviare un emendamento così complesso, che regolamenta di fatto un intero settore, poco prima di metterlo in votazione e senza discuterne in maggioranza». La presentazione dell’emendamento non c’entra con i renziani, ma sta di fatto che uno dei beneficiari sarà proprio Bat, che, come racconta il quotidiano di Trieste Il Piccolo, potrà aprire uno stabilimento nel capoluogo friulano, destinato ad un nuovo prodotto per il mercato italiano: i sacchetti di nicotina da masticare. Un tema infilato in un emendamento che sterilizza per tutto il 2022 gli aumenti delle accise sui liquidi per le sigarette elettroniche. E sta di fatto anche che a festeggiare è stato, come ci spiega Trano, un renziano doc come Ettore Rosato. Nel racconto di una seduta chiusa tra gli insulti, a un certo punto, si materializza infatti Rosato, che pur non essendo componente della commissione Bilancio, era «presente all’approvazione dell’emendamento». Come ci conferma lo stesso Trano: «Glielo posso garantire». Poi continua: «Quello che io chiamo l’emendamento Bat è stato approvato nella confusione più totale. Ho visto che Rosato era lì quando è stato approvato e andava a dare le pacche sulle spalle in giro con aria di soddisfazione». Quando insistiamo, Trano spiega: «Me lo sono visto davanti. Noi siamo seduti dietro e abbiamo una visuale abbastanza libera per notare chi è in piedi e chi si muove». E in effetti Rosato, originario proprio di Trieste ed eletto nella sua regione, ha anche commentato pubblicamente l’approvazione, definendola «una buona notizia per Trieste, perché quello di Bat è il più grande investimento da almeno un decennio». Un legittimo interesse per il suo collegio elettorale che però, vista l’azienda coinvolta, potrebbe essere stato inopportuno. L’inchiesta Open ha visto pochi giorni fa la Procura di Firenze chiedere il rinvio a giudizio tra gli altri, dell’ex ministro Luca Lotti, di Alberto Bianchi, presidente della fondazione e di due figure di spicco di Bat, l’allora vice presidente Giovanni Carucci e l’ex responsabile delle relazioni esterne, Gianluca Ansalone. L’imputazione è corruzione, proprio per i presunti favori alla multinazionale del tabacco. E dal telefonino di Ansalone, sequestrato dagli inquirenti fiorentini, era spuntata anche una lunga chat Whatsapp con Rosato (mai indagato dai pm fiorentini), nella quale Ansalone cercava di perorare la causa della sua azienda, per altre vicende, con il deputato renziano. Che anche se Bat sta per investire nella sua città 500 milioni di euro in 5 anni, per impiantare 12 linee produttive con circa 600 assunzioni, avrebbe forse fatto meglio ad evitare di tesserne le lodi.