2022-04-06
Embargo alla vodka, ma il gas non si tocca
Stop al carbone, salvo il metano: Mario Draghi s’accoda alla frenata tedesca. L’Ue bloccherà pure legno, caviale e semiconduttori. Vladimir Putin: «Vieterò l’export di alimenti». Volodymyr Zelensky intanto incalza l’Onu: «Norimberga per la Russia, cacciatela dal Consiglio di sicurezza».L’Unione europea annuncia il varo di un nuovo pacchetto di sanzioni, il quinto, contro la Russia, che sarà approvato oggi. I 27 si accordano su una stretta che per la prima volta prevede anche di stoppare l’importazione di forniture energetiche, ma soltanto per adesso solo per quel che riguarda il carbone. Non c’è accordo sullo stop al gas russo, con Germania e Austria che non danno il via libera. La posizione dei tedeschi e degli austriaci, va detto, fa da scudo ad altri Paesi, tra i quali l’Italia, che verrebbero pesantemente penalizzati da uno stop alla importazione del gas che arriva da Mosca. Resta aperta la discussione sul petrolio: alcuni Paesi vorrebbero inserire anche l’oro nero tra i prodotti sottoposti a embargo, altri traccheggiano. Vladimir Putin reagisce annunciando un taglio dell’esportazione dei prodotti alimentari verso i «Paesi ostili», tirando in ballo «la carenza di cibo a livello globale». Secondo l’agenzia Nova, la Russia starebbe bloccando dal porto ucraino sul Mar Nero di Chornomorsk la partenza di una nave battente bandiera panamense carica di grano ucraino diretta verso l’Egitto. Sanzioni, dunque: il pacchetto che la Commissione presenterà oggi prevede, come spiega la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, lo stop all’import di carbone dalla Russia per 4 miliardi di euro l’anno e il divieto di esportazione di prodotti verso Mosca per 10 miliardi. Lo stop alle esportazioni riguarda, spiega la von der Leyen, settori in cui la Russia è «vulnerabile: computer quantici e semiconduttori avanzati, macchinari sensibili, ed equipaggiamenti per i trasporti» per «degradare la base tecnologica ed industriale della Russia. Imporremo nuovi divieti specifici all’importazione, per un valore di 5,5 miliardi di euro, per ridurre i flussi finanziari per la Russia e per i suoi oligarchi riguardo a diversi prodotti, dal legno al cemento, e dai frutti di mare ai liquori». E il petrolio? «Stiamo lavorando a sanzioni aggiuntive, anche sulle importazioni di petrolio», dice la von der Leyen. Addio vodka e frutti di mare: se non fosse una tragedia, parleremmo di sanzioni alle vongole. La Ue vara anche un divieto generale riguardo alla partecipazione delle società russe agli appalti pubblici degli Stati membri e l’esclusione di qualsiasi sostegno finanziario, europeo o nazionale, a favore degli organismi pubblici russi. «Queste decisioni», dice la von der Leyen, «vengono prese perché il denaro dei contribuenti europei non finisca in nessuna forma in Russia». Ancora: via libera a un «completo divieto di transazioni su quattro banche russe chiave», tra cui Vtb, che pesano per il 23% del settore del credito in Russia, e si pensa anche di proibire alle navi russe o gestite da russi di accedere ai porti dell’Ue, con alcune eccezioni come «prodotti alimentari ed agricoli, aiuti umanitari ed energia», e di un bando contro i trasportatori russi e bielorussi via terra, che «limiterà drasticamente le opzioni dell’industria russa di ottenere merci chiave». «L’Italia e l’Unione europea», commenta il presidente del Consiglio, Mario Draghi, «sostengono il popolo ucraino, in lotta per la pace e per la libertà. L’Italia è pienamente allineata al resto dell’Unione europea e appoggia con convinzione», aggiunge Draghi, «le misure restrittive presentate dalla presidente von der Leyen». Il ragionamento è sempre lo stesso: le sanzioni alla Russia danneggiano pesantemente chi le impone, anche più di chi le subisce. La spinta degli Stati Uniti (che oggi dovrebbero annunciare altre sanzioni) e della Gran Bretagna per bloccare anche il flusso di gas e petrolio dalla Russia all’Europa si scontra con la realpolitik di Berlino: «È stato un errore», sottolinea il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, «da parte della Germania diventare così dipendente dalle importazioni di energia dalla Russia». Il ministro ha sottolineato che, riguardo alle fonti di energia, occorre capire «ciò di cui possiamo fare a meno più rapidamente e dove invece serve più tempo». «Il gas», argomenta ministro delle Politiche agricole italiano, Stefano Patuanelli, a Tgcom 24, «è un elemento molto critico per molti Paesi europei, compresa l’Italia». Attacca la Germania il sottosegretario agli Esteri polacco, Syzmon Szynkowski vel Sek: «Le sanzioni approvate finora non bastano. Bisogna approvare le misure sull’energia», dice Szynkowski vel Sek, «e bloccare subito il petrolio, il carbone e il gas dalla Russia. L’economia tedesca sarebbe certamente toccata ma non distrutta». Intanto, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, sferza l’Onu: «La Russia», dice Zelensky in collegamento con il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, «vuole uccidere più civili possibile. Dove sono le garanzie che deve dare l’Onu? Dov’è la pace che il Consiglio di sicurezza deve costruire?». Zelensky chiede di «rimuovere la Russia dal Consiglio di sicurezza», così che non possa «mettere il veto sulle risoluzioni contro «le sue aggressioni», e chiede un tribunale sul modello di Norimberga per «i crimini di guerra» commessi da Mosca.
Attività all'aria aperta in Val di Fassa (Gaia Panozzo)
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